
Motori Fiat FIRE 750 e 1000: gemelli diversi – Il motore FIRE 750 fu presentato successivamente al FIRE 1000. Abbiamo già detto molto su questi motori, ma vale la pena ricordare che tra i punti salienti del progetto, che comprendevano prestazioni elevate, bassi consumi, peso ridotto, grande solidità e numero limitato di componenti, vi era anche la necessaria compatibilità con il FIRE 1000. Per soddisfare le richieste di consumo ed emissioni, però, si rese necessario ridisegnare il motore variando corsa e alesaggio e ciò al fine di ottimizzare la camera di combustione. Pur rinunciando alla quasi totale compatibilità di componentistica, i tecnici di Torino lasciarono invariato l’interasse dei cilindri e questo per garantire che entrambi i motori potessero essere lavorati dalle stesse macchine alesatrici e da quelle destinate al serraggio dei bulloni dei cuscinetti di bielle e di banco.
In comune con il FIRE 1000 rimasero le bielle, l’albero a camme, le molle valvola, con i relativi bicchierini, i cappelli dei cuscinetti di banco e i cuscinetti stessi (bronzine), il carter, il coperchio della distribuzione e tutti gli accessori (pompe per acqua, olio e benzina, comando della distribuzione, filtri e parti minori). È stato invece modificato il distributore di accensione, perché il FIRE 750 doveva essere costruito e realizzato all’insegna della massima praticità , tanto che fu dotato di accensione convenzionale. Il carburatore, invece, rimase lo stesso per entrambi i motori. E se il FIRE 1000 è riconosciuto come un campione di leggerezza, la stessa cosa si sarebbe dovuta dire per il FIRE 750. Proprio per questo motivo, gli ingegneri ridisegnarono l’intero blocco cilindri (avendo l’accortezza, come anticipato, di lasciare inalterato l’interasse tra i cilindri) per ridurre alcune dimensioni come la distanza tra le canne dei cilindri e le pareti esterne, ottimizzando il volume del liquido refrigerante.
I pistoni sono stati modificati in termini dimensionali e morfologici, tanto che la cavità lenticolare prevista sulla testa dello stantuffo del FIRE 750, insieme con le modifiche fatte alla testata, ha consentito di realizzare una camera di combustione particolarmente efficiente. Le valvole di aspirazione e scarico sono state riprogettare, così come i relativi collettori, adattandoli alla nuova cilindrata (750), ma avendo l’accuratezza di conservare le velocità più idonee per i gas in uscita e per la miscela in ingresso.
I numeri
In termini numerici, il FIRE 750 è uscito con una corsa di 58 mm e un alesaggio di 65 mm, a fronte di una corsa di 64.9 mm e un alesaggio di 70 mm del FIRE 1000. Dal punto di vista motoristico, le considerazioni sul rapporto corsa/alesaggio sono rimaste invariate, visto che l’ordine di grandezza è rimasto il medesimo, con un valore di 0.927 per il 1000 e 0.892 per il 750. Il rapporto geometrico di compressione è stato invece leggermente modificato con un valore di 9.4:1 per il FIRE 750 a fronte del 9.8 del FIRE 1000. Il FIRE 750, in ogni caso, si è rivelato un motore eccezionale per i suoi tempi e per le richieste del pubblico di allora, tanto che i 34 CV sviluppati a 5250 giri/min e la coppia massima di 56.9 Nm a 3000 giri/min hanno assicurato la mobilità tipica di una city car avanzata, capace anche di affrontare percorsi extraurbani senza alcun problema.