Hyundai i20 Coupe WRC “Plus”. A poco più di un mese dal debutto in gara, nel Rally di Monte Carlo che apre la stagione 2017 del Mondiale Rally, la nuova Hyundai i20 Coupe WRC un primato l’ha già ottenuto: è la prima WRC di nuova generazione a svelarsi in pubblico, a Monza. E il fatto che come palcoscenico per la “prima” ufficiale abbia scelto proprio il “Tempio della velocità”, forse, non è un caso. Perché le WRC “Plus”, che dalla prossima stagione daranno il via a una nuova era dei rally iridati, saranno decisamente più veloci di quelle attuali, grazie a una serie di concessioni regolamentari che riguardano tutte le aree della vettura.
Più potenza, leggerezza e tenuta
Innanzitutto grazie alla maggiore potenza del quattro cilindri turbo 1.6, favorita dall’ampliamento della flangia all’aspirazione da 33 a 36 mm, che dovrebbe salire a circa 380 cv. Questo, anche a fronte di un peso minimo inferiore di 10 kg, garantirà accelerazioni ancora più brucianti e l’aumento generale delle velocità. Per scaricare meglio a terra la maggiore potenza, garantendo anche migliore guidabilità, si tornerà alla gestione elettronica del differenziale centrale che ripartisce la coppia motrice tra i due assi, mentre i differenziali anteriore e posteriore continueranno ad avere un autobloccante che oltre a varie tipologie di rampe sarà regolabile nel precarico solo meccanicamente. Per migliorare la tenuta di strada, le carreggiate possono essere ulteriormente allargate di 50 mm in totale, così come crescerà in modo sensibile la deportanza aerodinamica, grazie allo splitter anteriore e l’ala posteriore di maggiori dimensione e libertà di disegno e all’adozione di un estrattore al posteriore.
Più veloce di 1” a km
Restando nello specifico, per questa terza versione della Hyundai i20 WRC, dopo la tre porte che aveva rappresentato l’avvio del programma nelle stagione 2014-2015 e la New Generation cinque porte che ha corso questa stagione, il reparto corse della casa coreana è tornata alla scocca a tre porte. Appaiono subito evidenti i generosi passaruota maggiorati, così come nella parte anteriore lo splitter con labbro più pronunciato, e a tutta larghezza, e i due voluminosi flap laterali per parte, con quelli superiori che vanno a raccordarsi con la parte superiore del passaruota. Non è da meno la parte posteriore, con un ampio estrattore nella parte inferiore, con quattro pinne verticali per incanalare il flusso d’aria, e il complessivo alettone composto da un’ala superiore molto più sagomata della precedente e in posizione più rialzata, così da “catturare” meglio il flusso d’aria, che combinata con lo spoiler inferiore lavora con un doppio profilo. Il motore è stato parzialmente rinnovato con basamento, testata e altri accessori differenti, mentre sono rimasti inalterati organi interni importanti come l’albero motore e le bielle, così coma la centralina elettronica Marelli che ora gestirà anche il differenziale centrale. I dati diffusi da Hyundai Motorsport accreditano il 4 cilindri 1.6 turbo coreano di 380 cv a 6.500 giri/min, con una coppia di 450 Nm a 5.500 giri/min. La nuova Hyundai i20 Coupe WRC ha percorso circa 6.000 km di test di sviluppo nelle diverse condizioni, evidenziando, a detta del Team Principal Michel Nandan, un miglioramento delle prestazioni mediamente di oltre un secondo a chilometro rispetto all’attuale vettura.
Allarme sicurezza?
Un incremento non da poco, peraltro destinato ad aumentare ancora con il prosieguo dello sviluppo delle vetture, che certamente contribuirà a renderle ancora più spettacolari ma che, di conseguenza, non può non aprire interrogativi in materia di sicurezza. Infatti, le attuali WRC hanno ormai surclassato in termini velocistici le tristemente famose vetture Gr. B degli anni Ottanta, abolite in fretta e furia dalla scena rallistica perché considerate troppo pericolose dopo una scia di gravi incidenti, quindi non per fare i menagramo ma prendere quella direzione potrebbe rivelarsi pericoloso. Perché certamente in questi trent’anni le vetture da rally hanno fatto passi da gigante in termini di evoluzione della sicurezza attiva e passiva, parliamo di resistenza delle scocche e delle strutture deformabili incaricate di assorbire le forze d’urto, così come del miglioramento della tenuta di strada, con gli pneumatici che oggi danno il vero limite, e della frenata, ma in molti casi le strade delle PS sono rimaste le stesse, naturalmente senza vie di fuga e con ostacoli naturali o artificiali che in caso di impatti o uscite di strada con velocità decisamente superiori alle attuali, potrebbero rivelarsi davvero pericolosi. Uno dei punti sensibili, oltre alla maggiore potenza, potrebbe essere l’incremento del carico aerodinamico. La downforce aumenta in funzione dell’incremento della velocità, perciò è facile prevedere che proprio nei tratti più veloci si avrà, in percentuale, un incremento ancora maggiore delle velocità in curva delle nuove WRC “Plus”, con conseguenze facilmente ipotizzabili in caso di uscita di strada. Problema che potrebbe verificarsi a fronte di un errore di guida (va detto che con le WRC “Plus” potranno correre solamente i piloti top con specifica Licenza), oppure per un guasto tecnico, ma anche per un improvviso scompenso aerodinamico, cioè l’improvvisa perdita di carico dovuta al danneggiamento di un’appendice, magari a causa dello “spanciamento” della vettura durante i frequenti “tagli” in curva, oppure all’eccessivo sollevamento della vettura dovuto al salto su un dosso. A stimolare questa riflessione quanto spiegato a suo tempo da alcuni tecnici del WTCC, che avevano sottolineato quanto le vetture Turismo di nuova generazione, con una evoluzione tecnica simile a quella attuata oggi per le WRC, fossero diventate molto più sensibili alla variazione del carico aerodinamico. Naturalmente mai come in questo caso speriamo di essere smentiti, però nell’ambiente non sono pochi quelli che sono rimasti perplessi da questa deriva regolamentare, a maggior ragione perché da quando alla presidenza della Fia si è insediato Jean Todt uno dei cavalli di battaglia è diventata proprio la sicurezza.
Pensieri iridati
La Hyundai i20 Coupè WRC è senza dubbio una delle pretendenti al titolo mondiale. Dopo tre anni di “rodaggio”, con ingenti investimenti messi in campo dalla casa coreana per il programma iridato rally, e grazie anche al ritiro dell’invincibile armata Volkswagen, il presidente di Hyundai Motorsport, Gyoo-Heon Choi, non ha nascosto le ambizioni dichiarando senza mezzi termini che “abbiamo tre top driver – anche se Nandan ha ammesso che gli sarebbe piaciuto prendere Sebastien Ogier se non fosse rimasto spiazzato dall’imprevisto ritiro della Volkswagen -. La nuova macchina è nata bene, quindi non ci sono più scuse”. Rimane il fatto che bisognerà fare i conti con la Ford M-Sport, che potrà contare sul campionissimo francese, e le rientranti Citroen e Toyota.
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