Omoda 9, il super-ibrido che va lontano è anche integrale

Con Omoda 9, il marchio del Gruppo Chery tocca l’apice della sua offerta sia per posizionamento sia per tecnologia. SUV di taglia large, con una lunghezza di poco inferiore ai 4,8 metri, la 9 è l’ammiraglia di una gamma introdotta in Europa nel 2024 con la compatta Omoda 5 e che si andrà a completare nei prossimi mesi con i modelli 3 e 7.

E anche se l’obiettivo dichiarato non è quello di competere direttamente con i marchi premium europei (nel mirino ci sono in realtà i connazionali di BYD che una certa ambizione non l’anno mai nascosta) con questo modello stile, contenuti e performance sono spinti ai massimi livelli.

Omoda 9 SHS: come è fatta

Omoda 9 non nasce infatti sulla piattaforma T1X che accomuna gli altri modelli già citati e alcuni di quelli del marchio Jaecoo. Ha invece origine tra i prodotti del brand Exeed, e nello specifico nel modello Yaoguang, meglio noto come RX, sviluppato sul pianale M3X. Questo è progettato per accogliere tecnologie e contenuti di livello superiore come le sospensioni attive e ADAS più evoluti.

Omoda 9

Omoda 9 si presenta con 4,77 metri di lunghezza, 2,80 di passo e 1,92 di larghezza, cinque posti comodi e un bagagliaio da 660 litri. Gli interni sono rifiniti e rivestiti con una certa cura e dominati da un doppio display da 12,3″ e la dotazione può definirsi ricca anche sul piano tecnologico. Gli ADAS in particolare sono tutti dotati di funzioni intelligenti e semi-attive. Il cruise control può regolare autonomamente la velocità in curva. L’anticollisione integra la funzione di elusione intelligente (IES) che aiuta a evitare gli ostacoli agendo su sterzo e freni. Inoltre, c’è il monitoraggio posteriore con avviso della presenza di auto, ciclisti o pedoni quando si sta per aprire la porta a vettura ferma.

Ma sono i dettagli “luxury” a fare la differenza, e non ci riferiamo soltanto alla funzione massaggio del sedile di guida. L’impianto audio Premium Sony da 14 altoparlanti può concentrare la riproduzione del suono negli altoparlanti integrati nell’appoggiatesta del conducente.

foto Omoda

In vendita in Italia in una versione unica, al prezzo di 51.900 euro, Omoda 9 offre per ora anche una sola motorizzazione. Si tratta del già noto SHS, o Super Hybrid System, lanciato pochi mesi fa su Jaecoo 7 ma in un a versione potenziata sotto tutti gli aspetti.

Omoda 9 SHS: la motorizzazione

Il sistema Super Hybrid è una soluzione a metà tra il full hybrid, il plug in e l’elettrico range extender. Con pochi eguali nel panorama dell’auto, a parte il DM-i dei rivali di BYD, e l’obiettivo di offrire tanta autonomia. La versione di Omoda 9 alza però ancora l’asticella sotto tutti gli aspetti e presenta anche un equilibrio diverso nella gestione energetica. Come vedremo, non si limita ad aggiungere un motore elettrico sull’asse posteriore rendendo il sistema integrale, novità assoluta per il marchio Omoda, ma rivede la logica stessa dell’intero sistema.

Le differenze iniziano infatti dal gruppo propulsore anteriore. Non cambia il motore quattro cilindri turbo a benzina da 1,5 litri a ciclo Miller da 143 CV e 215 Nm, mentre il motore elettrico di trazione e il generatore sono meno potenti, rispettivamente 122 CV invece di 204 e 102 CV contro 120. Inoltre, c’è la novità del cambio a tre rapporti. Battezzato DHT3, lavora sia con l’elettrico, per avere un maggiore range di utilizzo della coppia, sia dal benzina, che alle velocità maggiori trasmette direttamente potenza alle ruote. Il fatto è che su Omoda 9 non tocca al gruppo propulsore anteriore fornire la maggiore spinta all’auto. Questo compito spetta al motore elettrico posteriore da ben 238 CV, che rende anche la trazione prevalentemente posteriore.

Anche per questo motivo, la batteria LFP fornita da CATL è nettamente più generosa,  34,46 kWh. Una capacità sufficiente per una piccola auto elettrica e circa il doppio di quella dell’SHS di Jaecoo 7, 18,3 kWh. Il caricatore di bordo in AC ha una potenza di assorbimento di 6,6 kW e richiede circa 5 ore e mezza per una carica completa. In corrente continua si arriva fino a 65 kW. Con un serbatoio di benzina di 70 litri e consumi dichiarati di 1,7 l/100 km, 7 l/100 km in caso di batteria scarica (cosa che in realtà il sistema non consente a meno di forzare l’uso della trazione elettrica), e un’autonomia in solo elettrico di 145 km (181 in città), Omoda 9 SHS dichiara una percorrenza totale di oltre 1.100 km.

foto Omoda

Omoda 9 SHS: come va

Con una potenza massima di sistema dichiarata di 537 CV (curiosa, perché è superiore alla somma delle potenze dei tre motori) e una coppia totale di 650 Nm, sospensioni posteriori multilink e una trazione integrale spinta verso il posteriore, sulla carta Omoda 9 potrebbe ambire a confrontarsi con i SUV di piglio sportivo, ma all’atto pratico, questa visione continua ad apparire piuttosto lontana dalle priorità dei costruttori cinesi. Anche selezionando il programma di marcia Sport, l’assetto morbido, lo sterzo leggero, anche se meno lento di quello della Jaecoo 7, e un’erogazione della potenza molto filtrata fanno sì che basti qualche curva per abbandonare i propositi più velleitari e abbandonarsi all’ottimo comfort generale.

La massa c’è, 2.275 kg in ordine di marcia non sono pochi nemmeno per un SUV di 4,8 metri. A dispetto delle forme spigolose, però, visibilità e maneggevolezza sono superiori alle attese. Così come la silenziosità, favorita da un sistema che fa lavorare il motore a benzina più per la produzione di corrente che per la trazione e quindi in modo sempre piuttosto regolare. Quanto al consumo, il brevi giri sulle colline del bresciano sono stati troppo brevi per una misurazione attendibile. Ma dopo una cinquantina di km la strumentazione, con il serbatoio quasi del tutto pieno e la batteria all’87% indicava 996 km residui di autonomia. Il che fa apparire il migliaio un obiettivo non irraggiungibile con una guida attenta. In più, ai classici programmi di marcia Normal, Eco e Sport, si aggiungono anche logiche specifiche per neve, sabbia e terreni non asfaltati. Che ci riserviamo di mettere alla prova alla prima occasione.