Saab Sonett III

Dal 1970 al 1974, Saab produsse un’interessate due posti ispirata al mondo dei jet: la Sonett III, l’ultima Saab a due posti. È noto infatti il legame tra l’azienda svedese e il settore dell’aeronautica. Beh, dopo quarant’anni, è incredibile constatare quanto i tratti stilistici dell’italiano Sergio Coggiola siano ancora oggi attuali, sebbene l’adattamento formale definitivo fu opera del designer di Saab, Gunnar Sjögren.

La Saab Sonett III

Spinta da un motore Ford con 4 cilindri a V, questa Sonett III con scocca in fibra di vetro e telaio in acciaio non era certo cattiva e sportiva quanto le sue forme facevano intuire. Ricordiamoci, infatti, che la prima parte degli anni ’70, fu un disastro per tutto il settore high performance dell’automobilismo, a causa delle già note legislazioni in tema di emissioni e consumi. Gli stessi Stati Uniti, proprio in quel periodo, buttarono sul mercato motori a dir poco asfittici. E comunque, motore a parte, rimangono incredibili alcune doti tecniche di questa vettura che già nel 1974 vantava un Cx di 0,31. E non dimentichiamoci la scocca a prova di corrosione di cui abbiamo già detto. Questo oggetto di pura passione fu prodotto in poco più di 8.000 esemplari e la maggior parte di essi finirono negli USA, paese in cui Saab trovò sempre terreno fertile. Il disegno inziale del body fu, come anticipato, opera di un italiano, Sergio Coggiola, ma l’adattamento finale di Sjögren fu un passaggio obbligato per adattare questo bellissimo stile “Born from Jet” alle misure del telaio della Saab 96 che era un’auto a trazione anteriore già ampiamente collaudata all’interno dell’intra produzione Saab.

Sonett3RR

È sempre bene completare la carta di identità di una vettura, con alcuni dati tecnici. Il motore V4 con blocco e teste in ghisa fu inizialmente un 1.498 cm3, ma successivamente fu scelto un V4 di 1698 cm3. Le prestazioni non furono mai entusiasmanti e la versione più pesante, quella con aria condizionata, che superava di poco gli 882 kg, non riusciva comunque a oltrepassare un velocità massima di circa 170 km/h, mentre lo 0-100 veniva coperto in oltre 12 secondi, il tutto grazie, o forse sarebbe meglio dire a causa, dei 66 CV e dei 115 Nm, espressi rispettivamente a 4.700 giri/min e 2.500 giri/min e messi a terra dalle ruote anteriori. Insomma, can che abbaia non morde.