La solida collaborazione con Toyota ha permesso a Subaru di entrare con buona tempestività nell’era elettrica e il powertrain ibrido e-Boxer ormai diffuso su buona parte della gamma tradizionale sta facendo il resto.
Ma per chi cerca ancora un approccio ‘vecchia maniera’ il riferimento è la Outback.
Giunta alla sesta generazione, presentata all’inizio del 2021, la Outback è la capostipite delle cross-country, le wagon rialzate e abbigliate per missioni tuttoterreno che oggi ha preso piede anche presso i costruttori premium tedeschi.
Un segmento, tuttavia, che trae origine in questo modello, molto popolare in Australia e negli Stati Uniti dove è tuttora uno dei best seller.
Il boxer senza aiutino
La caratteristica distintiva della Outback, dicevamo è la non-elettrificazione.
Il suo motore quattro cilindri boxer 2.5 da 169 CV e il cambio a variazione continua Lineartronic sono infatti imparentati con la catena cinematica ibrida e-Boxer di Forester e XV (oggi Crosstrek), ma senza nulla più che un sistema start&stop disattivabile.
Tuttavia ci sono stati anche qui diversi affinamenti.
Il motore B25 di nuova generazione ha infatti esordito con la novità dell’iniezione diretta unita a una revisione generale di tutti i componenti mirata a renderlo più leggero, ridurre gli attriti e favorire migliori consumi e basse emissioni.
Omologata Euro 6d ISC-FCM, questa unità è dotata di un filtro antiparticolato e di un sistema di raffreddamento a gestione elettronica che ritarda la circolazione del liquido accelerando il raggiungimento della temperatura d’esercizio nei cilindri.
Anche il cambio a variazione continua Lineartronic è stato rivisto per i 4/5 dei suoi componenti.
La modifica più importante riguarda la cinghia e le pulegge, rimodellate per aumentare il range di velocità ottenibili: il rapporto tra la marcia più corta e quella più lunga (che ora sono rispettivamente 4:1 e 0,5:1) è passato da 7:1 a 8:1.
Avendo a disposizione una gamma più ampia, le marce “fisse” selezionabili con la modalità manuale, tramite le palette al volante, è quindi stato portato da sette a otto.
Dinamica e sicurezza
La trazione integrale è la collaudata Symmetrical AWD nella sua forma più evoluta, con ripartitore centrale idraulico multidisco e funzione Active Torque Split che distribuisce la coppia in modo variabile tra gli assi.
La completano un adeguato contorno di controlli elettronici, tra cui il sistema X-Mode, con due programmi specifici per il fuoristrada.
Il primo di questi è adatto alla neve leggera e ai fondi non puliti, mentre il secondo aiuta a superare neve profonda e fango.
La principale differenza, oltre alla logica di erogazione del motore e la risposta al gas, sta nel fatto che nel primo caso il controllo di trazione resta attivo mentre nel secondo viene disinserito per lasciare le ruote libere.
Sul fronte del comportamento stradale ci sono poi il controllo dinamico del veicolo VDM con funzione di Torque Vectoring attiva per distribuire la trazione in curva.
In aggiunta c’è il sistema SI-Drive con cui è possibile attivare un programma sportivo tramite un tasto sul volante.
Telaio
La piattaforma globale (Subaru Global Platform) su cui questa sesta generazione è stata sviluppata inoltre è stata progettata per aumentare la robustezza.
La rigidità torsionale e quella della struttura delle sospensioni anteriori sono incrementate del 70%, mentre quella flessionale e della struttura posteriore sono state migliorate addirittura del 100%.
Sul piano della sicurezza, il cuore della tecnologia Subaru Outback è rappresentato dal sistema Eyesight, ad oggi unico nel panorama in quanto non utilizza radar ma si basa unicamente su un sistema di telecamere stereo.
Le funzioni assicurate da questo complesso vanno dalla lettura e riconoscimento dei segnali stradali al cruise control adattivo con funzione arresto e ripartenza automatica (se la vettura che precede si muove entro tre secondi dall’arresto, altrimenti occorre dare un piccolo colpo di gas per far ripartire l’auto), ma anche la frenata automatica di emergenza.
Quest’ultima si attiva sia in presenza di pedoni o altri utenti della strada sia di vetture ferme.
Altre funzioni come il monitoraggio del traffico posteriore e laterale, sono realizzati con l’aiuto di ulteriori telecamere.
Queste funzioni, a seconda del contesto, attivano segnali d’emergenza per avvisare del sopraggiungere di un altro veicolo mentre in manovra arrivano a far intervenire i freni se si rileva qualcosa o qualcuno in movimento dietro l’auto.
Molto importante il sistema di monitoraggio dello stato di attenzione conducente: non agisce, come molti altri, misurando le reazioni allo sterzo, ma direttamente scansionando il viso di chi guida con una telecamera interna e verificando la posizione degli occhi.
In questo modo, il dispositivo “vede” se ci si distrae e attiva un segnalatore nel display. In più, si viene richiamati anche se, in coda, non si riparte tempestivamente quando il veicolo che precede si mette in movimento.
Alla guida
La destinazione elettrica della Outback sono gli States e per questo, nelle configurazioni base, la grande cross-country giapponese è placida e tranquilla.
L’ottimo equilibrio che deriva da una meccanica bilanciata, con gli assi di motore, cambio e trasmissione allineati, la rendono affidabile e sicura in velocità e nei cambi di direzione, mentre l’assetto alto, con una taratura non troppo rigida per consentire il superamento degli ostacoli, non sottrae sensibilità, come pure il servosterzo elettrico dalla valida messa a punto.
Si tratta però pur sempre di una vettura con altezza da terra di 213 mm e una gommatura dalla spalla generosa (225/60 sui cerchi da 18”x7J), quindi nel misto occorre sempre anticipare un po’ e considerare rollio e flessibilità del penumatico.
Molto fluido, il cambio Lineartronic appare tuttavia un po’ lento e come è normale per molti cambi automatici, dotato di scarso freno motore, cosa che richiede di affidarsi più frequente ai freni.
Positiva la maneggevolezza generale per un’auto che supera i 4,8 metri di lunghezza e i 1.600 kg di peso (in realtà non moltissimi vista la stazza e la meccanica), tuttavia la visibilità posteriore non è sempre ottimale e la retrocamera rimane un po’ troppo esposta al rischio di sporcarsi, oltre ad avere una visuale molto ridotta, specie lateralmente, in condizioni di scarsa illuminazione.