Gandini’s Revolution: la Lambo di domani vista dallo IED

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Dieci anni, con la velocissima evoluzione tecnica del mondo dell’automobile, che si confronta sempre più da vicino con quella della nostra società, nella quale diventano sempre più predominanti la mobilità elettrica e in generale ‘green’, il car sharing e la sempre più stretta ed efficiente connessione del veicolo al mondo esterno, sembrano un’eternità. Ma se questa è la visione di come la gente si muoverà nell’immediato futuro, esiste per fortuna un mondo parallelo dedicato ai sognatori, a coloro che immaginano, disegnano, progettano e realizzano auto supersportive di lusso mettendo un po’ da parte l’aspetto più razionale della mobilità e lasciandosi cullare dalla fantasia. Per questo l’Istituto Europeo di Design (IED) di Torino ha scelto Lamborghini per il progetto di tesi degli studenti del terzo anno del Corso in Transportation Design per l’anno accademico 2017-2018. Una procedura ben nota e collaudata, che ha il duplice scopo di assegnare un tema stimolante da sviluppare e avvicinare gli studenti al mondo reale dell’automobile, attraverso il contatto con l’azienda che in questo frangente diventa una sorta di ‘committente’ al quale fare delle proposte concrete.

Lavorare per un Mito
L’attività ha avuto inizio nel novembre 2017 presso la sede storica della Lamborghini, a Sant’Agata Bolognese, dove gli studenti sono stati ricevuti dai rappresentanti dell’azienda per assimilare i primi input del progetto. E quale miglior stimolo poteva arrivare loro se non quello di assorbire l’anima dei capolavori di stile realizzati negli anni ’60 e ’70 da Marcello Gandini per creare un modello di stile che in qualche modo ne fosse una naturale evoluzione? Visto così il compito poteva essere davvero arduo, come sempre quando ci si va a confrontare coi ‘mostri sacri’ del design e i loro lavori, che in questo caso si chiamano Miura e Coutach. Cinquant’anni dopo ai giovani designer dello IED è stato chiesto di immaginare un nuovo modello che, come i suoi antenati, possa essere al contempo punto di rottura col presente e l’inizio di un nuovo corso stilistico.
Seguendo la procedura tipica dei corsi IED i 38 studenti hanno inizialmente elaborato delle proposte progettuali individuali, per dar modo ai docenti di costituire poi dei gruppi di lavoro più omogenei costituiti da 3 o 4 studenti, ciascuno dei quali si è poi identificato col nome assegnato alla ‘concept’ presentata. Un approccio collaudato che consente una maggiore sinergia tra i componenti del gruppo. L’evoluzione dei lavori è avvenuta sotto la guida dei docenti IED e la supervisione di Manuele Amprimo, formatosi anche lui presso lo IED Torino e che oggi ricopre l’incarico di Chief Interior Designer Lamborghini.

Come nella realtà
Simulando l’iter progettuale di un Centro Stile, gli studenti sono stati chiamati a dare risposte concrete alle esigenze di una committenza reale, costringendoli ad andare oltre il puro esercizio di stile per confrontarsi con soluzioni industrializzabili. Il lavoro è cresciuto attraverso un gran numero di step e revisioni intermedie tra gli studenti e i loro tutor, fino ad arrivare al fatidico 6 luglio scorso, giorno in cui è avvenuta la discussione delle tesi. Le immagini allegate, ricavate dai lavori di 5 gruppi di studenti, esemplificano il livello di professionalità espresso da questi giovani, la cui ambizione è quella, ovviamente, di trovare impiego presso un centro stile di qualche Casa automobilistica. Cosa che noi di Auto Tecnica gli auguriamo di tutto cuore! Ma oltre ai lavori dei gruppi selezionati (i cui componenti sono citati nella relativa descrizione), è doveroso citare i nomi di tutti gli studenti, molti dei quali provenienti dai Paesi che da poco si sono affacciati sul mondo del design industriale, che  hanno elaborato i loro progetti in collaborazione con Lamborghini, ovvero: Filippo Beccastrini, Desiree Casano, Prithvi Chauhan (India), Matteo Crispino, Lorenzo Crosa, Gabriele Cuccu, Gennaro Di Lorenzo, Elizabeth Kozlova (Cipro), Bao Lian Jian (Cina), Andrea Napione, Pietro Salza, Valentina Sclafani, Giorgio Strada, Ivan Turturici, Hyunjun Uhm (Corea del Sud), Sundhar Vadivelan Shyam (India), Francesca Vesprini, Minhang Wang (Cina), Zikun Xiong (Cina), Chonggjian Xu (Cina), neo-diplomati del Corso in Transportation Design a.a. 2017/18 IED Torino.

Il Corso in Transportation Design IED Torino è coordinato da Michele Albera, sotto la supervisione di Luca Borgogno, Coordinatore IED mobility lab.

EXTERA: l’essenza del design
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Il team formato da Andrea Canzi, Giovanni Moglia, Davide Penno e Isaia Scivoletto ha sviluppato il progetto attorno a un nucleo la cui forma in pianta triangolare è fortemente innovativa e crea un volume nel quale è ricavato lo spazio vitale per i passeggeri e nella parte posteriore ingloba motore e trasmissione. La grande pulizia delle superfici mantiene comunque un’estetica sportiva e aggressiva, nonostante la grande semplicità di un design per sottrazione. Interessante la parte anteriore, con le ruote separate dal corpo principale, appoggiate sul pianale del veicolo e avvolte in un guscio aerodinamico.

 

Lampi e tuoni: Lamborghini TEMPESTA
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In questa vettura, il corpo centrale che costituisce il volume principale della vettura è composto da due gusci, uno superiore e uno inferiore, uniti tra loro secondo un piano complesso. All’interno un abitacolo monoposto con un display olografico che elimina la necessità di una plancia tradizionale. Nel lavoro di Elizabeth Kozlova, Riccardo Miletto, Matteo Prola e Dumitru Topada la destrutturazione della vettura in parti comunque coese e leggibili si sposa con una attenta ricerca di soluzioni aerodinamiche.

 

ALTROSENSO: pensata per le corse
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Un gruppo di soli tre studenti, Pietro Castiglioni, Mirko Pocobello ed Emanuele Tomassorri, ha creato un avveniristico prototipo in cui l’abitacolo, decisamente particolare, è composto da due emisferi di ispirazione biologica che determinano anche volumi esterni molto originali. Grande attenzione alla tecnologia e alle scelte tecniche come i sistemi di apertura. Oltremodo originale l’apertura a V del posteriore, che presuppone l’utilizzo, per la trazione, di motori elettrici applicati su ciascuna ruota.

 

PERDIGON: rivoluzione elettrica
Frederic Tomasini, Nicolas Molina, Amedeo D’Oro e Yanhao Liu hanno forse più degli altri voluto avvicinarsi a un oggetto realmente possibile e destinato a proiettare la Lamborghini nell’era della mobilità elettrica.  Ispirato al progetto sudcoreano chiamato Method 1, che consiste in un robot bipede meccanizzato con all’interno un operatore umano, la Perdigon vuole essere l’estensione meccanica della volontà umana. Il layout innovativo prevede un abitacolo con due posti in linea e ruote basculanti per enfatizzare l’esperienza di guida e creare un ibrido tra automobile e motocicletta, mantenendo comunque un’estetica fortemente in linea con la tradizione Lamborghini. Ispirazione per la dinamica i progetti Mercedes Benz F300 (1997), che sperimentava una carrozzeria basculante che poteva inclinarsi fino a 30° in curva, F400 (2002) che incorporava l’Active Camber Control che consentiva alle ruote anteriori di inclinarsi fino a 20° per poter ridurre fino al 28% l’accelerazione laterale e Toyota I-road (2013) un ‘tre-ruote’ nel quale l’inclinazione del corpo bilanciava la forza centrifuga.
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PROJECT ARGON
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Il team denominato Ultimo Senso, formato da Dominico Savio Lee, Thomas Cerato e Jugal Bhavsar ha basato il progetto sulla destrutturazione e la rincorsa a un design generativo. La ricerca tecnologica comprende alcuni spunti interessanti, ad esempio per il motore, e una soluzione formale finale che integra i due linguaggi molto forti.
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