F1, Leclerc vince il GP di Monaco 2024, ora la stagione può cambiare

Storico successo "casalingo" per il pilota della Ferrari nel GP di Monaco, con dedica al padre. Terzo Sainz, in mezzo la McLaren di Piastri

“Yeeeeessss”: l’urlo di Leclerc dopo la bandiera a scacchi è un grido strozzato dall’emozione: Charles ha vinto il GP di Monaco 2024, lui monegasco, tagliando il traguardo praticamente sotto la sua abitazione. Una felicità infinita, forse un punto di svolta nella sua annata, magari nella sua carriera. Leclerc ha riportato la Ferrari alla vittoria nel Principato (l’ultima volta fu nel 2017 con Seb Vettel), precedendo Oscar Piastri (McLaren) e il compagno di squadra Carlos Sainz, terzo.

Un calcio alla sfortuna

Per la Rossa, due piloti sul podio, una ‘quasi doppietta’ in una gara iconica e dal fascino unico. Per Leclerc, già due volte in pole (prima della terza, conquistata sabato) e sempre bersagliato dalla sfortuna è come se fosse finito un incubo (è successo anche sabato scorso in qualifica). In ogni caso il GP di Monaco 2024 è la sua prima vittoria nella stagione (seconda del 2024 dopo Sainz in Australia), nonché la prima dopo quella in Austria nel ‘22.

Foto Ferrari.com

Sainz, scudiero perfetto

E’ stato encomiabile Sainz, che ha guardato le spalle al compagno da vero uomo-squadra, lui che già sa di non essere più ferrarista nel ’25 (e ancora non ha un contratto). Che la vittoria di Leclerc al GP di Monaco 2024 sia stata di eccezionale portata l’ha dimostrato anche la cerimonia di premiazione: per la prima volta è risuonato l’inno del Principato (mai un pilota monegasco aveva vinto la gara di casa) e soprattutto il momento dello spumante.

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Di norma, secondo una regola non scritta, si attende che il Principe esca dal podio, mai e poi mai lo si può spruzzare. Ieri invece è stato proprio il Alberto II a impugnare la magnum e spruzzare sia Leclerc sia gli altri piloti, ritrovandosi (contro ogni protocollo) con giacca e pantaloni bagnati dal prosecco. A proposito di festeggiamenti: sempre presente, composto in un aplomb ammirevole dall’inizio alla fine, il presidente della Ferrari, John Elkann.

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Le lacrime per il padre scomparso

Le prime parole di Leclerc sono state per il papà Herve, scomparso per una malattia sette anni fa: “Questa vittoria è per lui, negli ultimi giri pensavo più a mio papà che a guidare… Devo tutto a lui, era una nostro sogno che io corressi e vincessi qui.. Ha dato tanto perché io potessi diventare un pilota di Formula 1″.

“Il giro finale – continua Charles – “è stato straordinario, non pensavo di vedere così tanta gente in festa per me. A Monza, quando vinsi nel 2019, ero straordinariamente emozionato, ma questa volta è stato diverso. Voglio ricordare anche il mio caro amico Jules Bianchi (scomparso nel 2025, ndr). Le ultime due volte che sono uscito dal tunnel non riuscivo quasi a guardare avanti, per le lacrime che non potevo a trattenere. Ma ne è valsa la pena”.

La festa con il presidente Ferrari John Elkann. Foto Ferrari.com

Vasseur e la fiducia nella vittoria

Fred Vasseur, il Team Principal, ha sottolineato l’impresa del suo pilota con parole simili a una sentenza: “Dopo il primo giro nelle libere di venerdì – ha detto – ho capito che Charles sarebbe riuscito a vincere”. Ma, certo, tra le buone sensazioni, la pole e la vittoria ci sono ci sono 78 giri lunghissimi,  specie su una pista come Montecarlo, pericolosa e piena di insidie”.

“Penso che in Ferrari siamo riusciti a ribaltare un po’ la situazione tecnica rispetto a qualche settimana fa” – ha spiegato ancora Leclerc – “tutti abbiamo lavorato perché fossi veloce in qualifica, oggi porto a casa il frutto di questo lavoro”. Del resto, si dice che una pole valga mezza vittoria (il che è vero solo in teoria), ma è un fatto che il guizzo di Leclerc nel momento cruciale della “Q3” di sabato è stato un piccolo capolavoro.

Il bagno di festa dopo la vittoria. Foto Ferrari.com

Piastri, prova di maturità

La vittoria di Leclerc, insieme al terzo posto di Sainz e alla gara maiuscola di un giovane come Oscar Piastri, al GP di Monaco 2024 dimostra che sul pianeta Formula 1 esiste una volta anche oltre Verstappen (alla fine 6°). Anche se, va detto subito, su una pista diversa da quella di Montecarlo, l’olandese avrebbe avuto il passo per tornare in gioco (“La cosa più difficile per me è stata che dal giro venti circa avevo bisogno di andare in bagno – ha detto scherzando – Voglio però congratularmi per Charles, è stato bravo”.

Ormai, con le auto che sono cresciute di dimensioni e peso, la possibilità di sorpasso nel Principato – che è sempre stata bassa – ora è pressoché zero. Basti dire che i sorpassi nelle ultime sei edizioni del GP sono stati pochissimi, nel 2017 ce ne furono tre, nel 2018 sei, nel 2019 due (peraltro entrambi effettuati da Charles Leclerc) e nel 2021 addirittura uno solo, al primo giro. Quindi cinque nel 2022 e l’anno scorso addirittura 13. Quest’anno nessuno nelle posizione di vertice, qualcuno nelle retrovie.

Red Bull Content Pool/Getty

Una gara molto tattica

Il GP di Monaco 2024 è stata una specie di lunga partita a scacchi. Leclerc è scattato bene al via, ma la gara è stata fermata nel corso del primo giro a causa di un terribile incidente accaduto tra gli ultimi. Il sempre più discusso Kevin Magnussen ha tentato un sorpasso impossibile sulla salita del Massenet, quella che conduce verso il Casinò, ai danni di Sergio Perez. La Haas del danese ha agganciato la Red Bull del messicano che, a sua volta, ha colpito l’altra Haas, quella del tedesco Nico Hulkenberg. Piloti illesi, tre auto rovinate (una, la Red Bull, quasi distrutta).

Questo ha giocato a favore della Ferrari, perché pochi istanti prima, subito dopo Santa Devota, un contatto tra Carlos Sainz e Oscar Piastri aveva causato una foratura sulla Rossa, costringendo lo spagnolo a fermarsi sulla via di fuga. Invece, con bandiera rossa e seconda partenza, Sainz ha potuto schierarsi regolarmente al via  e sempre terzo. A quel punto è stato possibile effettuare il cambio gomme, smarcando la mescola scelta al via (per i primi, la gialla).

Red Bull Content Pool/Getty

Gomme da preservare fino alla fine

Al secondo via, tutti i big sono scattati con la bianca (la dura) poiché, su una pista lenta (per gli standard della Formula 1) e non troppo abrasiva sarebbe stato possibile arrivare in fondo senza altri pit stop. Leclerc ha dovuto dosare con precisione da alchimista le gomme e ogni risorsa disponibile, giocando a tenere un ritmo basso, per tentare di arrivare alla fine da primo. Uno sforzo soprattutto mentale, dimostrazione di estrema forza psicologica: 78 giri da leader, sempre in controllo, sempre sperando che non ci fossero altri incidenti e interruzioni. Non ce ne sono state ed è arrivato il tanto atteso successo.

Ancora Vasseur: “Non voglio pensare al campionato in questo momento, penso alla prossima gara in Canada, so che stiamo spingendo tutti per spingere. Sono davvero per tutti perché abbiamo spinto tantissimo nell’ultimo anno, non è solo un lavoro di oggi. Tutto il team è molto motivato. Charles voleva questa vittoria da sempre, sono molto felice per lui”.

Mario Isola Direttore Motorsport Pirelli: “Gioco di scacchi”

“Per quanto riguarda le gomme, già di solito la gara di Monaco non offre molti spunti e anche quei pochi quest’anni sono stati praticamente azzerati dalla bandiera rossa esposta già al primo giro. L’interruzione ha reso non più necessario il pit-stop. Sapevamo che sia la Hard che la Medium erano in grado di far completare l’intera distanza di gara se gestite adeguatamente e ciò è stato fatto praticamente da tutti i piloti”.

Si sono creati dei gruppi determinati dalle mescole montate e, al loro interno, si è un po’ giocato a scacchi per provare a indurre all’errore gli avversari, ma senza che mai si creassero davvero delle opportunità per un sorpasso o per un cambio di strategia capace di sparigliare le carte. Non è un caso che le posizioni dei primi dieci siano rimaste identiche dal primo all’ultimo giro”.