Ayrton Senna Forever: una mostra per rivivere la F1 che non c’è più

 

Qualcosa di nuovo, di diverso, nonostante Ayrton Senna sia stato celebrato ovunque poteva e doveva ancora essere fatto.

Questo ha evidentemente pensato Carlo Cavicchi, il curatore della mostra ‘Ayrton Senna Forever’ in corso al MAUTO di Torino fino a ottobre 2024.

In effetti, nessuno meglio di Cavicchi poteva interpretare questo personaggio attraverso gli oggetti che gli sono appartenuti, forte della sua conoscenza personale e il rapporto diretto con Senna che gli derivava dall’essere, in quel periodo, direttore del popolarissimo settimanale Autosprint.

Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO, sulla mostra Ayrton Senna Forever:

“Queste undici auto, insieme ai caschi, alle tute e a centinaia di altri oggetti legati a Senna, portano qui in Italia, a Torino in questo Museo, lo spirito di Ayrton Senna”.

“La sua determinazione, la sua voglia di vincere. Portano i suoi volanti e la memoria delle sue mani che li stringono, gli abitacoli, le pedaliere con cui faceva le sue frenate furiose e le sue accelerazioni straordinarie”.

“E ci porta anche la splendida fotografia, utilizzata per il manifesto dell’evento, che ci mostra anche i suoi occhi pensierosi, un po’ malinconici”.

“Questo ‘spirito di Senna’ non è arrivato in un luogo qualsiasi ma in un luogo carico, ricchissimo di legami col passato”.

“Per questo, dopo aver visto compiaciuto l’allestimento concluso, sono andato a rivedere le testimonianze degli altri grandi piloti presenti nel nostro Museo”.

“Ho rivisto, attraverso le loro auto, tutti i più grandi piloti di sempre. Alberto Ascari, con la prima Ferrari che vince un mondiale nel 1952, Juan Manuel Fangio, forse il più grande di tutti, con la sua Alfetta, la Mercedes W, la Maserati 250, la Lancia D50, Tazio Nuvolari con l’Alfa P2 e la Cisitalia, c’è Biagio Nazzaro, vincitore del primo Gran Premio delle Nazione con una FIAT”.

“Questo Museo non è solo la Casa del design e dello stile italiano, non è solo il luogo dove si racconta la storia industriale dell’automobile o il futuro della mobilità, ma è il Tempio in cui sono custodite moltissime delle più importanti e più vincenti automobili da Gran Premio di sempre”.

“Ecco perché abbiamo voluto portare questa mostra al MAUTO di Torino, Ayrton Senna si sarebbe sentito un po’ a casa”.

Carlo Cavicchi, curatore della Mostra ‘Ayrton Senna Forever’:

“Per arrivare a questo risultato, siamo partiti dall’osservazione di tutto ciò che è stato fatto finora nel mondo per ricordare Senna: mostre fotografiche, esposizioni di automobili, proiezioni di filmati storici e raccolte di memorabilia”.

“Da qui, ci siamo semplicemente immaginati di mettere in questa mostra tutto questo, cercando, se possibile, di farlo meglio che in passato e con l’ambizione di dare alla mostra anche un taglio culturale”.

“Pertanto, siamo andati anche alla ricerca di testimonianze dell’uomo Senna, quello meno conosciuto e formato da mille sfaccettature, cercando spunti, anche inediti, che potessero trasmettere un ritratto umano anche alle nuove generazioni, che di Senna hanno solo sentito parlare”.

“Senna era un uomo con un’innata predisposizione alla comunicazione, ma anche un uomo intimo, che sfuggiva al jet set, che evitava il pettegolezzo”.

“Per questo abbiamo voluto eliminare tutto quello che lui non avrebbe voluto mostrare”.

Tutto su Senna

“La consapevolezza di avere fatto qualcosa di più di chi ci ha preceduto deriva, ad esempio, dall’avere in esposizione TUTTE le tute di Senna, oggetti che vi assicuro non è stato banale raccogliere, incluse quelle con cui correva nei kart; di avere TUTTI i suoi caschi, da quello bianco del 1974 con cui correva a 14 anni; di esporre TUTTI i suoi kart, e TUTTI i motori utilizzati sui kart”.

“In sintesi, abbiamo esposto 255 oggetti, 114 fotografie selezionate tra oltre 10.000 scatti dei più grandi fotografi dell’epoca; ci sono TUTTI i libri su Senna usciti in TUTTO il mondo e in TUTTE le lingue”.

“Ci sono otto maxischermi sui quali girano in modo poco invasivo, quasi come un sottofondo, dei filmati particolarmente significativi”.

“E infine abbiamo raccolto tutto in un catalogo”.

“Ma tutti questi numeri non fanno il totale, perché non possiamo dimenticare l’idea geniale dell’architetto Francesco Librizzi che ha pensato a una mostra fuori dai canoni tradizionali”.

Ayrton Senna Forever: quasi come a Disneyland

Al MAUTO, il visitatore è immerso nella successione delle attrazioni che si inseguono e si esprimono in un linguaggio estremamente sintetico.

Si è travolti dalla quantità di materiale disponibile e fruibile, dimenticando la logica temporale con la quale si svolge il percorso. Un posto in cui passarci più del tempo necessario alla visita canonica, per riflettere anche su ciò che ha reso irripetibile quel periodo dello sport automobilistico.

“In un certo senso”, prosegue Cavicchi, “l’installazione mi ricorda l’ambiente dei box McLaren, dove tutto all’epoca era perfetto. Le auto, che per poterne meglio cogliere i dettagli non sono appoggiate a terra ma sollevate su delle pedane, sono tutte ‘millesimate’”.

In effetti, sono autentiche tranne le due show car McLaren che accolgono i visitatori.

C’è la Lotus JPS, proprio quella, con cui Senna vinse il primo Gran Premio, nel 1985. La Lotus Camel del 1987 con cui vinse per la prima volta a Montecarlo, la McLaren-Honda MP4/7 del 1992 con cui vinse in Ungheria, la Toleman con cui debuttò in Formula 1 del 1984, e poi le Formula Ford 1600 e 2000.

C’è anche una Mercedes 190

Non sfuggirà a più attenti la Mercedes-Benz 190E 2.3-16 – prestata al MAUTO dalla Collezione Mercedes-Benz Classic – con cui Senna vinse un ‘monomarca’ contro gli altri piloti di Formula 1 in occasione dell’inaugurazione del nuovo tracciato del Nürburgring nel 1984, quarant’anni fa.

La mostra”, conclude Cavicchi, “è su due livelli. Il primo è quello che tutti si aspettano, il secondo è dedicato ai più raffinati, che possono trovare quelle sfumature che danno all’esposizione il peso culturale che era nei nostri obiettivi”.

Un obiettivo raggiunto anche con l’aiuto entusiasta di Lorenza Bravetta, Direttrice del MAUTO che ha così commentato:

“Una mostra che segna l’inizio di un nuovo corso, nel quale il MAUTO – che ha celebrato l’anno scorso 90 anni di attività, superando i 300.000 visitatori – intende consolidare il proprio ruolo a livello internazionale quale custode di una memoria storica della cultura automobilistica e istituzione all’avanguardia sui temi della ricerca e della contemporaneità”.

“La mostra, frutto di una lunga e accurata attività di progettazione e produzione, coniuga questi due intenti: rende omaggio a una figura mitica del motorismo sportivo, Ayrton Senna, e lo fa attingendo a una mole impressionante di contenuti e materiali e avvalendosi di un registro espositivo proprio di altri linguaggi, primo tra tutti quello dell’arte contemporanea”.

“La sfida che abbiamo voluto mettere in campo è stata questa: parlare di un’icona pop restituendole, attraverso la curatela e l’allestimento, un’aura di magia e immortalità. Forever”.

La sintesi di Carlo Cavicchi:

“Conoscendo Ayrton come ho avuto la fortuna di conoscerlo avendo fatto con lui un libro a quattro mani, e sapendo quindi quanto fosse puntiglioso in ogni cosa che faceva, credo che il MAUTO abbia fatto quello che lui avrebbe voluto fosse fatto per ricordarlo”.

Le monoposto in esposizione alla mostra Ayrton Senna Forever fino al 13 ottobre 2024

  • Van Diemen RF81-Ford, 1981. Collezione Senna Brands
  • Van Diemen RF82-Ford, 1982. Collezione Senna Brands
  • Ralt RT3 F3, 1983. Collezione Senna Brands
  • Toleman TG184-Hart, 1984. Collezione Davidson
  • Lotus JPS 97T2-Renault, 1985, prima vittoria di Senna in F1. Coll. Classic Team Lotus
  • Lotus Honda 99T4 Camel, 1987, Vincitrice GP di Monaco. Coll. Classic Team Lotus
  • McLaren MP4/4-Honda, 1988. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • McLaren MP4/6-Honda, 1991. Collezione Apicella
  • McLaren MP4/7-Honda, 1992, vincitrice GP d’Ungheria. Collezione Barilla
  • Williams FW16-Renault, 1994. Collezione Apicella
  • Mercedes-Benz 190E 2.3-16, 1984. Collezione Mercedes-Benz Classic

I kart

  • Kart DAP, 1978. Collezione Apicella
  • Kart DAP, 1982. Collezione Apicella
  • Motori kart DAP (4). Collezione Apicella

Le tute

  • Tuta kart DAP, 1977-1978. Collezione Amoruso
  • Tuta kart DAP, 1978-1982. Collezione Apicella
  • Tuta Camp Ford, 1982. Collezione Apicella
  • Tuta Toleman Stand 21, 1984. Collezione Apicella
  • Tuta Lotus John Player Special Stand 21, 1985. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Tuta Lotus John Player Special Stand 21, 1986, Hockenheim, GP di Germania. Coll. Apicella
  • Tuta Lotus Camel Stand 21, Test Estoril, 1987. Collezione Apicella
  • Tuta Lotus Camel Stand 21, 1987, Adelaide,GP d’Australia. Collezione Apicella
  • Tuta McLaren Stand 21, 1988. Collezione Apicella
  • Tuta McLaren Stand 21, 1989. Collezione Apicella
  • Tuta McLaren OMP, 1990. Collezione Apicella
  • Tuta McLaren OMP, 1991. Collezione Brambilla
  • Tuta McLaren OMP, 1992, Adelaide, GP d’Australia. Collezione Apicella
  • Tuta McLaren OMP, 1993. Collezione OMP
  • Tuta Williams OMP, 1994. Collezione Apicella

I guanti

  • Guanti Lotus John Player Special Stand 21, 1985, firmati. Collezione Apicella
  • Guanti Lotus John Player Special Stand 21, 1986.Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Guanti McLaren OMP, podio Imola, 1991.Collezione Apicella
  • Guanti McLaren OMP, 1992. Collezione Apicella
  • Guanti Williams OMP, 1994. Collezione Apicella

I caschi

  • Casco Bell, campionato paulista kart, firmato e dedicato a Lucio ‘Tchê’ Pascual, 1974. Coll. Falcioni
  • Casco Bell Star, kart DAP, 1978. Collezione Apicella
  • Casco Bell, test F1 Williams, 1983. Collezione Falcioni
  • Casco Bell XFM1, 1984, firmato. Collezione Apicella
  • Casco Bell XFM1, 1985, con visiera firmata. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Casco Bell XFM1, 1986. Collezione Carsten Meurer MRC
  • Visiera, 1987, firmata. Collezione Apicella
  • Casco Bell XFM1, 1987. Collezione Carsten Meurer MRC
  • Casco Bell XFM1, 1988, firmato. Collezione Apicella
  • Casco Bell XFM1, 1989, Suzuka, GP del Giappone. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Casco Rheos, 1990, firmato. Collezione Apicella
  • Casco Rheos, 1991. Collezione Apicella
  • Casco Rheos, 1992. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Casco Shoei, 1993, firmato. Collezione Macchiavelli – Halmo
  • Casco BellM3, 1994, firmato. Collezione Apicella

Le scarpe e abbigliamento vario

  • Scarpe Adidas, 1986. Collezione Apicella
  • Camicia McLaren, 1990, firmata. Collezione Apicella
  • Giubbotto McLaren, 1990, firmato. Collezione Apicella
  • Scarpe Diadora, 1990. Collezione Apicella
  • Scarpe Diadora, 1991. Collezione Apicella
  • Cappellino, podio Imola, 1991. Collezione Apicella
  • Cappellino National, 1991, firmato. Collezione Apicella
  • Camicia McLaren, 1992, firmata. Collezione Apicella
  • Scarpe Mizuno, 1994. Collezione Apicella
  • Giubbotto Williams, 1994. Collezione Apicella
  • Camicia meccanico Williams, 1994. Collezione Apicella
  • Cappellino National, 1994. Collezione Apicella
  • Copricintura Sabelt, 1994, firmata. Collezione Apicella
  • Magliette Senninha (3), 1994. Collezione Apicella
  • Sottocaschi, firmati (10). Collezione Apicella
  • Magliette di Ayrton Senna (3) usate nei Campionati del Mondo di kart DAP. Collezione Apicella

Più decine di oggetti e memorabilia che aiutano a comprendere il talvolta travagliato percorso del pilota brasiliano, insieme a tutta la bibliografia raccolta in tutte le lingue e centinaia di fotografie firmati dai migliori fotografi, quali:

  • Bernard Asset
  • Autosprint
  • Ercole Colombo
  • Martyn Elford
  • LAT agency
  • Motorsport images
  • Angelo Orsi
  • Rainer Schlegelmilch
  • Steven Tee
  • Keith & Mark Sutton