Volvo C30 e C70 – MY2010

Volvo C30 e C70 – MY2010. C30 e C70 aprono la strada all’avvento della nuova C60: rivoluzione estetica per ambedue, e per la compatta anche una piacevole cura di sportività.

Per Volvo questi sono sicuramente momenti topici: l’uscita dall’universo Ford, l’acquisizione (ormai pressoché cosa fatta) da parte dei cinesi di Geely, e, sul piano del prodotto, il lancio della nuova S60, sono eventi ormai prossimi e dal cui esito dipenderà il destino del costruttore svedese. Nel frattempo, comunque, l’azienda non trascura lo sviluppo della gamma attuale, ragion per cui ecco le nuove C30 e C70 che in questi giorni giungono nei concessionari. Delle due, la più interessante sia per potenziale diffusione sul mercato che per quantità e qualità delle modifiche è sicuramente la prima, soprattutto per quanto concerne il lato estetico: tutta l’area frontale della vettura è stata rivista, ridisegnando paraurti, gruppi ottici e parafanghi. Il risultato è un muso allungato ed aggressivo che abbandona totalmente la precedente “austerità” Volvo per abbracciare il “family feeling” della nuova C60. Ad acuire ulteriormente la rinnovata sportività del modello, viene offerto a richiesta un nuovo styling kit comprendente finiture in simil-alluminio per i paraurti e, per le versioni più potenti, un doppio scarico cromato in acciaio con uscite da 90 mm. Infine, nuovi colori per gli esterni e nuove finiture e rivestimenti per l’interno completano il restyling.

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La meccanica, dal canto suo, rimane invariata nei suoi tratti fondamentali: restano a listino le precedenti unità, vale a dire i quattro cilindri sedici valvole a benzina di origine Ford Zetec da 1.6 litri (100 CV) e 2.0 litri (145 CV) e, quest’ultimo un autentico motore Volvo, il poderoso pentacilindrico turbo T5 da 230 CV, capace di propellere la C30 da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi toccando la punta massima di 240 km/h. Anche i diesel restano gli stessi, con l’1.6 da 110 CV e il 2.0 da 136 CV a coprire il basso di gamma e i 180 CV del D5 (altra unità autenticamente svedese) a rappresentarne il top. Da rimarcare l’efficienza notevole dell’1.6 turbodiesel: accoppiato al sistema start&stop, peraltro già disponibile dalla primavera dello scorso anno, è in grado di consumare soli 3,8 l/100 km, scendendo, prima volta per un modello Volvo, sotto la soglia dei 100 g/km di CO2 (99 g/km, per la precisione). Sul fronte delle trasmissioni continua ad essere degna di nota, in quanto ancora rara nel segmento C, la disponibilità del sei marce “doppia frizione” Powershift sulle motorizzazioni due litri benzina e diesel, mentre i più potenti “cinque cilindri” contano sul più datato cinque marce con convertitore di coppia.

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Unica novità vera e propria di questo restyling è il nuovo “telaio sportivo” opzionale. Sviluppato dai tecnici Volvo sulle strade di tutta Europa, esso ha introdotto novità meccaniche interessanti volte a valorizzare l’anima sportiva della vettura: nuove boccole per i braccetti anteriori rendono l’inserimento dell’avantreno più preciso, e una scatola guida più diretta del 10% riduce la demoltiplica dello sterzo consentendo di ottenere dal telaio risposte più rapide nella guida sportiva. Sempre nella stessa ottica tutti i componenti elastici delle sospensioni sono stati rivisti: molle più dure del 30%, nuovi ammortizzatori, più frenati e con struttura monotubo che garantisce una risposta dinamica più efficiente, e barre antirollio maggiorate trasformano realmente la C30 nella coupé sportiva che, con il suo aspetto moderno e filante, ha sempre lasciato intendere di voler essere. Finalmente, viene da dire, e chissà che non possa essere d’aiuto per dare all’auto il successo sul nostro mercato che finora non c’è stato. Per l’occasione abbiamo avuto modo di provare un esemplare due litri turbodiesel dotato di pacchetto sportivo e di cambio a doppia frizione, nel piacevole scenario dei colli bolognesi, ideali per gustare a fondo il piacere di guida che una vettura è in grado di offrire. In particolare il nuovo assetto si è rivelato adeguato alle necessità di una guida sportiveggiante che non disdegni comunque il comfort: precisa e sensibile, la C30 sa divertire tra le curve e i saliscendi di collina rimanendo “umana” e riposante sulle buche e le sconnessioni urbane.

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Unica pecca dinamica lo sterzo, che forse potrebbe essere un po’ più “consistente”, pronto e preciso per i piccoli angoli di rotazione. Interessante, pure a distanza di due anni dal suo lancio, la trasmissione a doppia frizione Powershift che si rivela estremamente morbida nelle cambiate. Con simili caratteristiche si potrebbe scambiarla facilmente per un automatico tradizionale, rispetto al quale ha però il grosso vantaggio di non peggiorare fortemente i consumi di carburante, che rimangono pressoché pari a quelli della versione “manuale”. Nella guida sportiva, il doppia frizione sconta forse la mancanza di un po’ di “cattiveria”, oltre al fatto che, anche in modalità sequenziale, non lascia al pilota una completa libertà: ad esempio, passa automaticamente alla marcia superiore in prossimità del limite dei giri, il che nel misto stretto può non essere cosa gradita. Il Powershift, insomma, è una scelta eccellente per coloro che ricercano il comfort e la scorrevolezza di guida, mentre se l’idea è quella di praticare una guida sportiva propriamente detta, la soluzione migliore continua probabilmente ad essere il cambio manuale. Infine una nota sui prezzi, che passano dai 18.950€ della 1.6 litri “base” ai quasi 35.000€ della T5. Resta comunque una vettura posizionata in categoria “premium”: per un esemplare due litri turbodiesel con cambio automatico come quello della nostra prova, la cifra richiesta è di circa 30.000€ a seconda degli allestimenti.

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Volvo coupé-cabriolet C70

Come accennato, in occasione del “giro di boa” dei primi tre anni sul mercato anche la prestigiosa coupé-cabriolet C70 ha ricevuto una rinfrescata estetica. Anche per lei un frontale nuovo e proteso in avanti molto simile a quello della C30 e della nuova S60, mentre al posteriore sono stati introdotti i fanali a LED, simili a quelli visti sul moderno SUV compatto XC60. Niente di nuovo, in questo caso, per quanto concerne la parte meccanica: rimangono a listino i classici “cinque cilindri” Volvo a benzina, 2.4 litri da 140 e 2.5 T5 Turbo da 230 CV, e i due turbodiesel, vale a dire il 2.0 litri Ford da 136 CV e il “D5” da 180 CV. Quest’ultima, il cui prezzo “chiavi in mano” oscilla intorno ai 45.000€, è probabilmente l’offerta più interessante per il mercato italiano, mentre le versioni base a benzina e diesel restano sotto la “soglia psicologica” dei 40.000€. Confermate tutte le particolarità proprie di questo modello, specie nel campo della sicurezza, tanto caro alla Casa svedese: assemblata nello stabilimento Pininfarina di Uddevalle, la C70 sfoggia il sistema Volvo di roll-bar attivi ROPS per proteggere i passeggeri in caso di ribaltamento, nonché la soluzione degli airbag a tendina montati nel corpo delle portiere, per via dell’assenza di una cornice superiore del tetto. Sempre spettacolare nelle sue cinematiche, anche a tre anni di distanza, il leggero e raffinato tetto ripiegabile in acciaio diviso in tre parti, capace di completare la “trasformazione” da coupé a cabriolet in soli trenta secondi.