
Ah, la Porsche! Scendo dalla guida di quest’auto consapevole di aver guidato per ore e ore macinando chilometri tra le strade tortuose della Provenza e mi trovo nella strana situazione di non saper come esprimere le sensazioni percepite e le emozioni vissute.
E di strada ne ho fatta tanta: curve e controcurve, scalate, tornanti, salite e discese, anche con l’asfalto scivoloso, complice una breve pioggerella incontrata lungo le Gorge del Verdon…
Rifletto e capisco che forse il motivo di questo momentaneo smarrimento sia dovuto all’aver pensato di salire su un’auto quasi d’epoca, anche se di soli vent’anni fa, per di più una Porsche, che rappresenta l’ultima evoluzione della 911 nata nel 1965 e di esserne sceso con l’impressione di aver guidato un’autovettura con una sicurezza di marcia e un feeling di guida che poche auto moderne oggi sono all’altezza di fornire.
La Porsche 993 rappresenta l’ultimo stadio evolutivo di un modello, ormai icona nella storia dell’automobile, che oltre ad aver fatto la fortuna del marchio di Stoccarda, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi con le moderne evoluzioni, un riferimento assoluto nel mondo delle coupé sportive.
E’ da tutti considerata l’ultima “vera” Porsche; certo non perché quelle che son seguite, dalla 996 all’ultima 911 non siano degne della Cavallina di Stoccarda, ma perché dalla 996 in avanti è come se si fosse voluto compiere uno strappo, per molti traumatico, con il passato, progettando ex-novo una nuova automobile che condividesse con il modello iconico la linea e gli schemi ma che fosse completamente nuova e moderna nella carrozzeria, nel telaio, nella meccanica.
L’operazione come si sa è riuscita solo in parte…; le prime 996 che oggi hanno tra i quindici e i vent’anni di vita, hanno raggiunto quotazioni molto basse e solo ora si stanno lentamente rivalutando, pur essendo ottime autovetture, di contro tutte le Porsche ante raffreddamento a liquido hanno conosciuto, complici anche qualche traino speculativo, una vera impennata delle valutazioni a dimostrazione che le “vecchie Porsche” sono un prodotto di ineguagliabile qualità e piacere di guida oltre che un ottimo investimento.
Tuttavia la nascita di questo esclusivo modello si colloca nel momento più crepuscolare di questa fortunatissima vettura. Nel 1996, infatti, a Stoccarda si attendeva con ansia l’apparizione ufficiale della nuova 911 raffreddata a liquido che avrebbe scardinato tecnicamente la filosofia motoristica del vecchio professor Ferdinand Porsche secondo cui il motore doveva sempre “essere raffreddato ad aria per non bollire ad Alessandria d’Egitto né gelare a Stalingrado”.
La 993 che pur era stata apprezzata dal pubblico porschista stava per estinguersi per lasciare il posto alla nuova 996; le vendite erano in calo e in casa Porsche iniziò a farsi strada, anche per legittime necessità di fatturato, l’esigenza di dover inventarsi qualcosa per garantire all’epigone della stirpe più celebre al mondo di auto sportiva una dignitosa uscita di scena.
L’idea di attingere dal recente passato attraverso la ripresa del concetto del turbo-look, in voga nei modelli 911 pre-964, fu quasi automatico, tuttavia si pensò a qualcosa di nuovo, decisamente più in grande, rielaborando un concetto di elaborazione esclusivamente estetica con un profilo tecnico più alto.
Il punto di partenza fu la straordinaria Porsche 993 Turbo, con la sua trazione integrale, l’assetto ribassato, i freni potenziati, le ruote da 18” con i cerchi a razze cave e la carrozzeria allargata soprattutto al retrotreno. Sulla 993 4S si trasferirono tutte le caratteristiche estetiche della Turbo con l’esclusiva di condividerne anche le parti meccaniche “fredde” della sorella gemella maggiorata: assetto, freni, sospensioni, carreggiate, muso, sottoporta e coda della Turbo con qualche lieve differenza quale la mancanza del voluminoso spoiler posteriore, necessario su quest’ultima per far spazio all’intercooler, e sostituito sulla 4S da un più normale alettone retrattile.
Dal punto di vista motoristico la 993 4S disponeva del 3,6 litri già nella versione Variocam, accreditato della potenza di 285 cavalli. L’esclusività di questo modello era assicurata dalla prerogativa che la 4S non sarebbe stata disponibile come un’elaborazione da effettuarsi su vetture esistenti ma solo come modello a se stante. Va da se che questo conferì alla vettura un alone di esclusività e prestigio che ne giustificava il prezzo piuttosto elevato.
Ma torniamo alle sensazioni. Come ho anticipato, scendere dalla guida di una 993 4S significa avere la consapevolezza di aver condotto una vera e propria regina della strada, un oggetto di culto, il vertice più alto di una leggenda automobilistica che dura da oltre cinquant’anni.
Le sue linee tramandano un fascino estetico straordinario, con quei cerchi da 18” perfettamente a filo dei passaruota, la coda larghissima e pulita, senza fronzoli aerodinamici. La qualità costruttiva si percepisce in ogni suo dettaglio e inizio così a comprendere il motivo per cui oggi gli appassionati se la contendano avendone così favorito una vera e propria impennata delle quotazioni.
La 993 4S, che con le sue forme e le sue caratteristiche tecniche, trasmette sensazioni di piena sportività è un’auto di grande godibilità. Non pensate che con le sue gomme 225/40 ZR 18 davanti e 295/35 ZR18 dietro, l’assetto della Turbo, un cambio di intonazione molto sportiva e 285 cavalli che ti spingono da dietro sia stato costretto a mantenere andature da Gran Prix o da speciale rallistica …
In realtà ciò che più mi colpisce di quest’auto, senza nulla togliere alle sue indiscutibili doti sportive, è il comfort; la possibilità di percorrere lunghi tragitti di strada in piena souplesse, con una sicurezza di marcia che pochissime auto di oggi credo siano capaci di trasmettere.
Un assetto quasi perfetto, un sistema frenante, ripreso in toto dalla Turbo, di una sicurezza ineguagliabile portano il pilota a sentirsi sicuro, a farsi guidare, cullato curva dopo curva; si tratta comunque di un’auto potente, velocissima, con un’aderenza sulle quattro ruote simile a quella di un gatto delle nevi, aggressiva che sa regalare emozioni rare quando inizi a tirargli un po’ la coda ma che è a suo agio anche in una tranquilla gita domenicale, affiancando prestazioni da supersportiva a consumi da media familiare.

Insomma, a seconda di come la si guardi la Porsche 993 4S potrebbe apparire come l’auto delle grandi contraddizioni o l’auto della perfezione assoluta. Per quel che mi riguarda più la guido e più la vorrei guidare ed alla fine mi convinco che non l’avrò mai guidata abbastanza per capirne in fondo la sua natura. A buon intenditor…
(Testo di Alessandro Cerruti – Foto di F.Daudo)