Pneumatico airless del 1942. In effetti, parlare di “pneumatico airless” è un non-sense, poiché pneumatico significa più o meno “gonfiato d’aria” e “airless” ha il significato opposto, cioè “senz’aria”, ma ormai questo nome è invalso nell’uso.


Di pneumatici airless avevamo già parlato piuttosto estesamente su Auto Tecnica N. 404 (dell’aprile 2015), con riferimento allo “stato dell’arte” e, in particolare, alla presentazione del Dakar, emerso da un concorso indetto dalla Hankok. Tuttavia, a noi piace continuare a “tenere d’occhio” anche gli argomenti già trattati. Così abbiamo scoperto che la storia non è immutabile, in quanto è sempre possibile scoprire aspetti che fino a quel momento ci erano ignoti.


Abbiamo rintracciato, infatti, dei documenti (peraltro assolutamente incompleti e con illustrazioni dalla qualità non proprio ideale) dai quali emerge che la sperimentazione di pneumatici airless, che forse sarebbe meglio definire ruote non pneumatiche o a carcassa deformabile, del tipo di quelle che abbiamo visto promuovere per i rover destinati all’esplorazione della Luna, di Venere e di Marte, erano già state sperimentate in Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale.


Come si diceva, non è facile dire qualcosa di più della semplice notizia. Sembra accertato, però, che alla base dell’idea non ci fosse un’esigenza di tipo meccanico quanto di difficoltà di approvvigionamento della gomma sintetica necessaria per le coperture di tipo tradizionale. Anche la datazione non è del tutto certa, ma poiché sappiamo che nel novembre del 1941 il ministero della guerra aveva proposto di ridurre la produzione degli autocarri pesanti dopo l’aprile 1942 e poiché un’immagine di una ruota di quel tipo appare tra le foto dell’Archivio Luce con la data 29 giugno 1942, è probabile che in quel lasso di tempo fosse stata realizzata quella che era indicata come “ruota autarchica”, cioè realizzata con materiali nazionali. Fu costruita dalle Officine Viberti (un tempo specialista di carrozzerie per veicoli industriali e militari) di Torino, mediante due cilindri d’acciaio concentrici, intervallati da otto cilindri deformabili che costituivano l’elemento ammortizzante.


Queste ruote autarchiche si videro su diversi tipi rimorchi, tra i quali uno a volta corretta (cioè con entrambi gli assali sterzanti), di portata non specificata, ed uno da 70 quintali. Apparentemente la crisi della gomma sintetica non era così grave, poiché non risulta che la ruota autarchica per i rimorchi fosse stata poi effettivamente adottata dal Regio Esercito.
Oggi le ruote airless trovano impiego solo per veicoli destinati a impieghi gravosi o, comunque, operanti a velocità molto basse. Nel campo della lotta alla foratura sembra, invece, che un risultato decisivo sia stato ottenuto da Bridgestone con il suo DriveGuard (vedi Auto Tecnica N. 414, aprile 2016 a pag. 158).