Formula 1: analisi tecnica del GP del Messico

Questo weekend la Formula 1 si sposta in Messico. Qui auto e piloti saranno messi a dura prova su uno dei tracciati più ostici del campionato

Dopo la tappa negli Stati Uniti, questo weekend il circus della Formula 1 si sposta sul tracciato Hermanos Rodríguez, per il Gran Premio del Messico. Il tracciato, lungo 4.300 metri, è costituito da diciassette curve e rappresenta uno degli autodromi più impegnativi per i piloti ma anche e soprattutto, per le monoposto.

F1 Messico: attenzione all’aria

La principale difficoltà che i team dovranno affrontare è rappresentata dalla scarsa densità dell’aria, che potrebbe compromettere il raffreddamento non soltanto del propulsore, ma anche dell’impianto frenante che, sul tracciato del Messico, viene particolarmente sollecitato. In totale sono tre le staccate in cui i freni sono operativi per almeno 2,1 secondi, anche se queste curve sono molto diverse tra loro: alla curva 4, per esempio, ci sono 4,5 g di decelerazione per perdere 225 km/h in 126 metri. Il carico esercitato da ciascun pilota dalla partenza alla bandiera a scacchi sul pedale del freno supera le 72 tonnellate.

F1 Messico: la staccata più impegnativa

Delle nove frenate del GP di Formula 1 del Messico, quattro sono considerate altamente impegnative per i freni, due sono di media difficoltà e le restanti tre sono light. La più dura è la prima dopo la partenza perché approfittando del lungo rettilineo le monoposto superano i 350 km/h. Per ridurre di due terzi la loro velocità, scendendo fino a 113 km/h, necessitano di 2,61 secondi in cui percorrono 142 metri. Notevole lo sforzo dei piloti: 4,5 g e 138 kg di carico sul pedale del freno.