Dal GP di Silverstone è emerso un fatto inconfutabile, ovvero che trovarsi all’interno di una curva di crescita è un dato – e probabilmente la Ferrari in crescita lo è – ma portare a casa risultati positivi è un altro paio di maniche.
Il mediocre risultato delle Rosse nel GP di Gran Bretagna (che forse sarebbe stato un po’ migliore senza la Safety Car, ma parliamo di posizioni lontane dal podio) dimostra la teoria di Fernando Alonso: “Quest’anno, a parte Max, ci saranno gare in cui andremo meglio noi, altre in cui andranno meglio le Ferrari o le Mercedes. La situazione non sempre è prevedibile”.
Su questo ha ragione, perché nessuno avrebbe pensato che la Ferrari si trovasse dietro alla Williams, benché quest’ultima fosse motivata dal disputare il GP numero 800 della sua vita.
Certo che Alex Albon ha disputato una gara eccezionale e meritatamente ha chiuso davanti alle due Ferrari.
Ma cosa non ha funzionato sulle due monoposto del Cavallino?
In parte ha pesato il fatto che si arrivasse da un GP disputato su pista molto diversa (Spielberg, adatta alle Rosse) mentre Silverstone non è stata amica (e lo si sapeva).
Fred Vasseur l’ha spiegata in maniera chiara:
“Ci è mancata un po’ di simulazione venerdì, abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati per quanto attiene le gomme, ma non sono stati sufficienti. Non siamo stati abbastanza aggressivi”. Che poi, detto il linguaggio corrente, vuole dire “siamo andati piano”.
E grosso modo anche i piloti si allineano.
Dice Leclerc a proposito della sua prestazione a Silverstone:
“Poco degrado sulle gomme, vero. Ma non c’era passo. Forse abbiamo effettuato il primo pit, per prevenire le possibili mosse della McLaren, ma la Safety Car ci ha sfavorito. Negli ultimi giri, eravamo tutti con il DRS e sorpassare era pressoché impossibile”.
Un po’ peggio Carlos Sainz, che nel finale s’è trovato con gomme dure usate contro avversari che le avevano più morbide e più fresche:
“Le scelte compiute sono state corrette, ma con la Safety Car abbiamo avuto sfortuna. Comunque non avremmo potuto fare molto di più”.
Resta l’essersi ritrovati dietro (anche) alla Williams, scuderia di grande lignaggio che però l’anno scorso non ha collezionato nemmeno un punto.
Alexandre Albon è stato bravo e in questi giorni ha incassato i complimenti Red Bull (Helmut Marko ha detto più meno che lo riprenderebbe volentieri e radio-mercato lo ha persino accostato alla Ferrari stessa).
“Non credevo che potessimo essere così competitivi”, ha ammesso Albon, “anche se nella simulazione gara eravamo veloci. Spero si possa continuare così”.