XPeng G6 e G9, aristocrazia tecnologica

Un nuovo marchio cinese, Xpeng, si affaccia sul mercato italiano in queste settimane, e a prima vita, la formula sembra quella ormai consolidata con cui si presentano i nuovi costruttori d’oriente. Design moderno, tecnologia, prezzo concorrenziale, un mix difficile da battere, specie sul mercato dell’elettrico puro. Ma questo sembra avere davvero qualche freccia più al suo arco per mettersi in luce in un panorama di nuovi attori che il pubblico dovrà imparare a distinguere, cosa non facile visto che tecnologie. soluzioni e contenuti offerti dai costruttori cinesi son odi assoluto rilievo ma già con una certa tendenza all’omologazione.

Tuttavia la cosa non sembra preoccupare XPeng, costruttore indipendente nato appena nel 2014 e che guarda in molte direzioni, dall’intelligenza artificiale alle auto volante che in Italia ha alle spalle il Gruppo Atflow creato da Autotorino.

I modelli del debutto G6 e G9 sono, ancor auna volta, due SUV, di taglia media e un posizionamento decisamente premium, anche se i prezzi di partenza, rispettivamente 43.670 euro e 61.170 euro (39.700 e 56.800 con la promozione di lancio), sono un buon 30% inferiori alla concorrenza non-cinese. Ma come vedremo, non è affatto questo l’unico punto di forza.

Xpeng G6

Design “italiano”

Le linee, anche nel marasma delle nuove offerte, mostrano subito un tocco di personalità in più. Specie per G6, il modello sportiveggiante, che alle forme da coupé sviluppate sui suoi 4,75 metri di lunghezza aggiunge un tono atletico tale da richiamare, specie nel posteriore, qualcosa di Porsche. In realtà, l’ispirazione viene dall’Italia, perché il responsabile dello stile, JuanMa Lopez, ha trascorsi illustri in Ferrari e Lamborghini. Più imponente G9, SUV per famiglie di 4,9 metri dal tono aristocratico.

Xpeng G6, gli interni

Gli interni mixano una buona cura per i dettagli, essenzialità e molta tecnologia che non si vede: comandi ridotti all’essenziale, tutto o quasi si gestisce attraverso il grande schermo centrale composto da due elementi da 14,96 pollici, a cui si aggiunge il quadro strumenti da 10,2 pollici. Dietro c’è il sofisticato sistema integrato sviluppato da Xpeng per coordinare tutti i dispositivi in un’unica esperienza di vita a bordo, un aspetto che approfondiremo a dovere nella prova completa pubblicata su Auto Tecnica.

Quattro batterie in due

Ciascun modello ha ua gamma composta da versioni a motore singolo e trazione posteriore o doppio con trazione integrale, e due taglie di batteria. Per G6 si va da 66 (LFP) a 87,5 kWh (NCM), per autonomie dichiarate (ciclo WLTP) che vanno da 435 a 570 km. G9 ha pack da 78,2 (LFP) e 98 kWh (NCM) e promette dai 460 ai 570 km con una carica. Carica che avviene in corrente continua con potenze massime, a seconda della batteria, da 215 a 280 kW per G6 e da 260 a 300 kW massimi per G9. Questo si traduce in tempi di ricarica potenziali di 20′ per passare dal 10% all’80%, mentre in corrente alternata, con caricatore trifase da 11 kW, i tempi vanno dalle 7h 30′ alle 9h 30′ per G6 e dalle 9 alle 11 ore per G9. Le potenze di picco variano invece dai 255 ai 282 CV per G6 a trazione posteriore e toccano i 470 CV con la verisone AWD. Per G9 si parla di 313 o 561 CV.

Come vanno su strada

Per voler fare un’estrema sintesi, G6 e G9 non sembrano due varianti della stessa vettura, ma hanno una personalità piuttosto marcata. G6 accompagna le ambizioni sportive con una discreta precisione dello sterzo, anche se la sensibilità nelle curve rapide potrebbe essere ancora migliorata anche nella modalità di guida sport. Per contro ha un assetto che nel nostro breve giro ci ha convinto più di molti modelli della concorrenza. Fatti salvi i limiti dei SUV elettrici in termini di masse e conseguenze sull’handling. Ed è già un bel pregio.

G9, paradossalmente, ci è piaciuta addirittura di più in rapporto alla sua destinazione d’uso, per la quale è lecito non aspettarsi particolare reattività ma piuttosto molta comodità. Infatti è più morbida e ovattata, ha una silenziosità maggiore e un ottimo filtraggio delle sospensioni. Nel complesso, molto piacevole e delicata anche nell’esprimere la potenza.

La prova completa sul prossimo numero di “AutoTecnica”