Venturi, più di 500 km/h con un’auto elettrica. La Venturi VBB-3, un’auto sperimentale franco-americana costruita espressamente per battere i primati nazionali e internazionali di velocità, è arrivata a 549,41 km/h.
Sulle leggendarie Bonneville Salt Flats, pianure di 260 km2 ricoperte di sale, un bolide azzurro ha fatto registrare 549,41 km/h; da sempre su ciò che rimane di un lago salato evaporato nel pleistocene, nello Utah nord-occidentale, si svolgono prove di velocità. Nelle propaggini di quello che è chiamato anche Grande Lago Salato, in quella parte che entra nello stato del Nevada, non lontano dalla città di West Wendover, vi è la Bonneville Racetrack. Su questa pista si svolge ogni genere di prova di velocità e la SCTA (Southern California Timing Association), un’associazione di cronometristi, registra tutti i primati, il cui elenco, è lunghissimo e occupa 15 pagine!
Nella serie di record tentati ed ottenuti durante la Speed Week 2016 e nelle settimane vicine ad essa si sono svolti diversi tentativi di primati e tra questi quello più notevole è certamente la velocità per automobili elettriche (categorie E); la Venturi, filiale americana della casa di Montecarlo, deteneva già diversi primati in questa categoria con le differenti versioni della sua Buckeye Bullet (Buckeye è il nome dell’ippocastano dell’Ohio ed è il soprannome degli abitanti di quello stato, in questa caso con riferimento all’Ohio State University che partecipa al programma, e “bullet” significa proiettile). La VBB-1 il 3 ottobre 2004 aveva già raggiunto 506,86 km/h, con uno spunto di 517,94 ma questo risultato non era stato omologato dalla Fédération Internationale de l’Automobile, l’autorità riconosciuta in questo campo, poiché non erano stati seguiti tutti i criteri previsti per la certificazione. Il 25 ottobre 2009 la VBB-2, questa volta con omologazione FIA, raggiungeva 487,67 km/h, poi arrivati il 24 agosto 2010 con la versione VBB 2.5 a 495,53 km/h.
E siamo così arrivati alla Venturi Buckeye Bullet 3. Questo profilatissimo veicolo era in realtà già pronto dal 2013 ma nei periodi scelti per i tentativi di primato, nel 2014 e nel 2015, il lago asciutto non era più tale a causa di piogge insolitamente abbondanti. Anche il 2016 non sembrava essere un anno ideale e durante la Speed Week dal 15 al 20 settembre, lo strato di sale non era nelle condizioni migliori, tanto che anche la Triumph decideva di rinviare la sua prova con quella che doveva diventare la motocicletta più veloce del mondo. Il team Venturi e del Center for Automotive Research dell’OSU riteneva che la Buckeye Bullet avesse una velocità massima teorica di 700 km/h e perciò anche se il tracciato di 17,7 km non era ancora asciutto, fu deciso di tentare ugualmente il record.
Il pilota Roger Schroer, del team Buckeye Bullet dell’università statale dell’Ohio, veterano dei primati precedenti, ha percorso il miglio lanciato a 341,4 mph, pari, appunto, a 549,415 km/h, arrivando a toccare al picco dell’accelerazione un valore assoluto di 358 miglia orarie (576,1 km/h).
Secondo un costume (o dovremmo dire “malcostume”?) sul programma non sono stati diffusi molti dati tecnici. La VBB-3, battezzata Jamais Contente (mai contenta) in memoria dell’auto, anch’essa elettrica, che conquistò un paio di primati di velocità nel 1899, è un veicolo destinato esclusivamente ad ottenere la massima velocità, costituito da un telaio lunghissimo, con quattro ruote, sormontato da una carrozzeria in materiali compositi. Il tutto pesa circa 3.500 kg, dei quali 1.600 sono costituiti da due gruppi di accumulatori A123 Systems composti da 2.000 batterie a litio e fosfato di ferro. Queste azionano due motori elettrici Venturi ai quali si attribuisce una potenza complessiva di circa 2.240 kW (3.000 HP).
La Jamais Contente del 1898-1899
Il secondo primato internazionale di velocità per automobili, omologato dalla FAI, è stato stabilito da un’antenata della Venturi VBB-3 (alla quale è stato dato lo stesso nome) guidata dal belga Camille Jenatzy il 17 gennaio 1989 a 66,66 km/h. Il suo primato fu subito battuto ed altrettanto prontamente riconquistato il 29 aprile, con lo spettacolare risultato di 105,88 km/h, ad Achères, in Francia.
La macchina era definita CGTA Jenatzy 25 ed era costruita partendo da un telaio, anch’esso di produzione Jenatzy, unito ad una carrozzeria molto aerodinamica costruita in una lega leggera chiamata partinium. Il veicolo pesava 1.450 kg ed era mosso da due motori elettrici Postel-Vinary da 25 kW (33,5 CV) ciascuno. L’alimentazione era fornita da accumulatori Fulmen con 100 pile al piombo da 2 v.