Microlino, ovvero il ritorno dell’Isetta

Microlino

Microlino, ovvero il ritorno dell’Isetta. Le microcar sono antiche quanto l’automobile ma tra esse ce n’è una che è stata un’icona delle microvetture, la “bubble car” per antonomasia. Ci riferiamo alla Iso Isetta.

Microlino
Wim Ouboter, fondatore e “grand patron” della Micro Mobility Systems AG di Küsnacht, con un modello di grandi dimensioni della Microlino a propulsione elettrica.

Quest’auto, beneficiando delle particolari condizioni del mercato dell’auto nel dopoguerra, fu prodotta su licenza dalla BMW in grande serie ed arrivò a superare i 150.000 esemplari (considerando le varie produzioni su licenza si parla di ben 217.000 pezzi tra il 1953 ed il 1962). Nacque da un’idea dell’ingegnere aeronautico Ermenegildo Preti e fu portata avanti da Pierluigi Raggi e Renzo Rivolta con la consulenza di Giovanni Michelotti.

Microlino
Un’Isetta, costruita in grande serie dalla tedesca BMW su licenza dell’italiana Iso; quest’esemplare del 1956 ha ispirato Ouboter e i suoi collaboratori.

Come sappiamo, la maggior parte di progetti di questo genere, tra il velleitario e il futuribile, raramente ha successo: quella dell’Isetta è stata una clamorosa eccezione, anche perché si trattava di un’idea intelligente, con diversi spunti interessanti.

Negli anni scorsi in più occasioni si era parlato di ipotesi di rilancio che, tuttavia, erano rimaste senza seguito. A differenza di altre microcar, però, l’Isetta ha un design pienamente accettato dal pubblico e, anzi, si può dire che sia visto come la rappresentazione tipica del concetto di “bubble car” (auto-bolla); è per questo che riteniamo che quest’ennesima derivata, proposta dallo svizzero Wim Ouboter con il nome Microlino, abbia più possibilità di altre di entrare effettivamente in produzione.

Microlino

La Microlino, presentata a Ginevra 2016, non è una copia pedissequa dell’Isetta anche se ad essa è fortemente ispirata, soprattutto nelle linee arrotondate, nel muso che costituisce anche la porta d’accesso, nell’abitacolo a due posti con tetto apribile e nelle quattro ruote delle quali le due anteriori hanno una carreggiata ampia come la carrozzeria mentre le posteriori sono più ravvicinate. Radicalmente nuova, invece, è la motorizzazione, basata su un propulsore elettrico da 15 kW mentre la carrozzeria è di circa il 10% più grande e le sue linee sono un po’ più moderne. Poco ci è stato detto della meccanica, anche se nelle foto del telaio vediamo due lunghe batterie in posizione centrale ed il motore elettrico tra le due ruote posteriori, che sono motrici.

Microlino
La Microlino, che tecnicamente è un “quadriciclo motorizzato pesante”, riprende la soluzione ideata dall’ing. Ermenegildo Preti per l’Isetta, prevedendo l’accesso ai due posti da un’unica porta anteriore, alla quale era applicato lo sterzo.

Lo studio è stato avviato da Ouboter nel 2015 ed alla fine di quell’anno ne ha iniziato la costruzione, avvalendosi per il design della consulenza della Designwerk GmbH di Winterthur e per la costruzione della cinese Kandi Technologies, appoggiandosi anche all’università ZHAW di Zurigo.

Il prototipo è stato presentato, come abbiamo detto, a Ginevra e la Micro Mobility Systems AG ha dichiarato che il previsto primo lotto di produzione di 500 macchine è già “sold-out”. Tra il 2017 ed il 2018 dovrebbe iniziare la produzione e dovrebbero esserci le prime consegne; le indicazioni sul prezzo sono alquanto vaghe (anche per le fluttuazioni delle valute nelle quali sono state riportate dalla stampa) ma si dovrebbe andare da un prezzo-base di 8.000 euro a 13.000 per l’edizione “full option”.

Microlino
Il telaio e la meccanica sono derivati un progetto della Linde Material Handling GmbH tedesca, specializzata in carrelli elevatori a forca.

Il costruttore non è stato generoso in fatto di dati tecnici ma ha tenuto a precisare che per il veicolo verrà chiesta l’omologazione come quadriciclo a motore (secondo la classificazione L7e). Il prototipo ha la carrozzeria in metallo, è lungo 2,40 m e pesa circa 400 kg; in fatto di prestazioni si parla di una velocità massima di 90-100 km/h e di un’autonomia massima variamente indicata tra 80 e 120 km. Ora la parola è al mercato.