Prima del GP del Brasile, il presidente della Fia, Ben Sulayem, ha deciso la linea dura contro i piloti che si esprimono in maniera scurrile o colorita.
Chissà cosa penserà del commento di Flavio Briatore dopo il GP del Brasile, una gara che ha grandemente premiato i suoi due piloti dell’Alpine: “E’ stata una gara della Madonna”.
Di certo lo è stata, vinta magistralmente da Max Verstappen che era a secco di successi da 10 gare.
Max ha vinto nel giorno in cui il suo principale avversario, ossia Lando Norris è andato incontro a una completa disfatta.
Tanto che l’olandese si trova adesso un vantaggio di 62 punti nel Mondiale e alla prossima gara, Las Vegas, avrà già la possibilità di vincere il titolo, il quarto.
Ma a questo punto non sembra tanto una questione di “se” Max vincerà, ma solo di “quando” lo farà.
Se non sarà a Las Vegas, sarà alla gara dopo.
Norris e la McLaren hanno subito una brutta battuta d’arresto, che probabilmente è quella finale.
GP del Brasile con temporali e pioggia battente
La corsa di San Paolo, flagellata dai temporali (fatto non insolito per la città paulista in questa stagione, ma comunque frequente in ogni periodo dell’anno), è stata decisa dalla pioggia, dall’imponderabile e dalla classe di Verstappen.
Certo, il caos è stato tanto.
Basti dire che le qualifiche sono state spostate alla domenica mattina, costringendo piloti e personale a una levataccia antelucana, e la corsa è stata anticipata per timore della pioggia battente (che poi c’è stata comunque e si andati avanti per ore…).
La Formula 1 è una categoria iper tecnicizzata, dove gli ingegneri e l’ingegneria fanno spesso la differenza.
Ma, come diceva Maurizio Arrivabene quando era al comando della Ferrari, spesso contano di più i ‘pistaioli’.
In questo GP del Brasile hanno vinto l’ardimento, la fortuna, il talento, la capacità di compiere le scelte giuste nel momento giusto.
Nonché la caratura di Verstappen, ad oggi una spanna sopra tutti.
Max: “La migliore rimonta della carriera”
Si è cominciato con una partenza interrotta (Lance Stroll è finito fuori del giro di ricognizione) e una procedura che ha sorpreso piloti e squadre, alcuni sono rimasti fermi sulla griglia, altri sono ripartiti, la direzione gara si è riservata di decidere – dopo aver aperto procedura di infrazione – chi meriti punizioni e chi no.
Ma a parte questo, le uscite di pista sono state tante (la Williams ha pagato a caro prezzo l’incidente di Albon in qualifica, che infatti non è partito, e quello di Colapinto in gara, che ha distrutto l’auto), parecchie le penalizzazioni per inevitabili contatti in pista.
Sta di fatto che ci sono state safety car, virtual safety car e soprattutto una bandiera rossa circa a metà gara.
E’ stato il momento chiave: chi aveva appena sostituito le gomme (si sono usate le ‘intermedie’ verdi da parte di tutti) si è trovato inevitabilmente indietro e dunque penalizzato; chi doveva ancora cambiarle lo ha fatto durante il fermo corsa, guadagnando di fatto un pit stop gratuito.
Max Verstappen ha tratto il massimo vantaggio.
Però, per dare a Cesare quel che è di Cesare, l’olandese ha corso abbinando in maniera magistrale capacità di guida e calcolo dei rischi sia nella prima parte della gara (ricordiamo che partiva 17°) sotto un acqua battente, sia nella parte finale, inanellando giri veloci su giri veloci (ha anche preso il punto supplementare) quando la pista era solo bagnata e scivolosa, ma senza altra pioggia.
Oggettivamente mostruoso.
Merita il quarto titolo, alla grande. “E’ stata probabilmente la migliore rimonta di tutta la mia carriera, l’auto faceva esattamente quel che volevo ed era bella da guidare”.
Lando, troppi errori
Norris ha sbagliato di nuovo tante cose, troppe per pensare di vincere un Mondiale contro Verstappen.
Il pasticcio al via (certo, in concomitanza con la squadra), poi la sfortunata decisione di cambiare le gomme (non è stato il solo e comunque una safety car non la si può prevedere), infine tante sbavature.
Alla fine ha chiuso solo sesto, al netto delle decisioni dei commissari di gara per la questione della partenza, e ha visto sfumare le possibilità di restare in lotta per il titolo.
La sensazione è che il processo di maturazione della McLaren sia ancora in divenire e che Norris debba ancora crescere in termini di personalità e sicurezza di sé, ammesso che abbia davvero margini di crescita.
Allora la domanda che sorge spontanea è questa: Max come Senna a casa di Senna? Se ne può parlare, eccome.
Qualcuno paragona l’impresa di Verstappen a San Paolo a quella di Senna a Donington nel ‘93.
Briatore, stoccate verso Parigi
Detto questo, gli eroi di giornata siano stati gli uomini dell’Alpine.
Lo ha detto Esteban Ocon (che l’anno prossimo correrà con la Haas) secondo: “E’ stata una gara pazza, la nostra auto va meglio sul bagnato che sull’asciutto, non mi aspettavo di partire quarto e finire secondo. E’ un anno difficile per noi, ma questo risultato ripaga di tante amarezze”.
Più o meno è quel che ha detto anche Pierre Gasly: “In queste condizioni abbiamo ottenuto il massimo”.
La disamina più approfondita è quella di Briatore, il responsabile della squadra francese: “Abbiamo avuto un po’ di fortuna, è indubbio”.
“Ma noi in squadra abbiamo fatto una pulizia profonda, eravamo più di 1.150 persone, adesso siamo 850”.
“E ora cominciamo a cogliere i frutti”.
“Ho detto ai tecnici di pensare solo al 2025 e trasferire eventuali aggiornamenti sull’auto di quest’anno solo se ne fosse valsa la pena”.
“Ho autorizzato un unico aggiornamento ed è stato l’aggiornamento giusto”.
“E’ importante in chiave futura, sappiamo che per compiere un passo in avanti dobbiamo recuperare almeno tre secondi”.
“Non c’è da scoraggiarci, c’è solo da lavorare”.
“Voglio anche dire che a Enstone abbiamo smesso di pensare in termini di ‘corporate’ e stiamo tornando a pensare in termini di ‘racing’. Ci avviciniamo a quella che fu la Renault mondiale di un tempo”.
“Il risultato ci aiuta anche in chiave economica”.
Grazie al podio l’Alpine ha compiuto un grosso balzo in avanti nella classifica costruttori: se confermerà questa posizione (sesta davanti a Haas e Racing Bulls) incasserà circa 30 milioni in più.
GP del Brasile secondo Vasseur: “Non è andata malissimo”
E la Ferrari? Così così.
Sainz con l’acqua non riesce a sfruttare bene le doti della sua Ferrari, in qualifica al mattino ha rovinato molto l’auto, i meccanici hanno fatto miracoli per rimetterla in ordine, ma è finita nello stesso modo anche in gara.
Leclerc è andato a sprazzi, l’auto non mandava in temperatura le ‘gomme verdi’, alla fine ha chiuso fuori del podio.
Però, pur nel contesto di una gara disastrosa, la McLaren ha preso 7 punti delle Rosse (considerando anche la Sprint).
Dice Fred Vasseur, il team principal di Maranello: “Per il mondiale costruttori non è andata così male”.
“Abbiamo presio dei punti con Charles e penso che sarebbe stato possibile prenderne qualcuno anche con Sainz”.
“Purtroppo abbiamo compiuto delle scelte strategiche che non sono andate nella nostra direzione, ci aspettavamo un meteo diverso”.
“Però, ribadisco, non è stato malissimo”.
“E ora guardiamo già alla corsa di Las Vegas”.
Norris mastica amaro
Lando Norris mastica amaro: “Verstappen ha guidato bene, ma ha avuto anche fortuna. Io ho avuto piena fiducia nel team”.
“La Red Bull ha avuto fortuna e ha beneficiato della regola che permette di cambiare le gomme in regime di bandiera rossa, una regola che a noi piloti non piace”.
“Ma esiste e bisogna accettarlo”.
“Quello della Red Bull è stato un azzardo e purtroppo per noi ha pagato. Però a tratti era molto più veloce di noi”.
Detto questo, lui ha avuto una partenza non brillante (al netto del pasticcio del via) lasciando strada a Russell e poi, all ripartenza dopo safety, non è stato efficace.
Va ricordato che ha vinto la Sprint del sabato, ma anche grazie alla “swap” (il cambio di posizioni) concesso dal suo compagno di squadra Oscar Piastri.
E resta il fatto che Verstappen ha vinto partendo 17°.
Leclerc: “Pagate le scelte di assetto”
Torniamo alla Ferrari. Leclerc analizza il suo GP del Brasile: “È stata una gara molto lunga e impegnativa e i piloti sul podio sono quelli che non hanno sbagliato nulla e che quindi lo meritano di più”.
“La nostra giornata è stata agrodolce: da una parte, infatti, non posso nascondere la frustrazione per il fatto che faticavamo a tenere la macchina in pista in condizioni limite, specie nel finale di gara, principalmente a causa delle scelte di assetto che avevamo fatto per oggi”.
“D’altro canto, però, abbiamo finito la corsa davanti alle McLaren, qualcosa di certamente inaspettato che ci è molto utile nella corsa al titolo Costruttori”.
Sainz: “Gara da dimenticare”
Più deluso Sainz: “La mia è stata una gara da dimenticare”.
“Mi dispiace di aver dato al team del lavoro in più in una giornata che era già super lunga e impegnativa”.
“Sul bagnato ho faticato fin da inizio anno a guidare questa vettura e anche oggi non ho avuto le giuste sensazioni”.
“Ho provato comunque a spingere e a prendere dei rischi per recuperare posizioni, ma come è evidente non abbiamo raccolto nulla”.
“È una giornata difficile da metabolizzare”.
Da Maranello no alle polemiche
Da segnalare che Vasseur, tra le altre cose, si tiene alla larga delle ultime polemiche, quelle su qualche squadra che utilizzerebbe dell’acqua durante il gonfiaggio delle gomme, per variare in maniera non corretta la temperatura di esercizio: “Non so nemmeno che cosa voglia dire tutto questo e mi tengo lontano da ogni illazione”.
Il GP del Brasile visto da Mario Isola (Direttore Motorsport Pirelli)
“E’ stata una domenica davvero intensa!”
“È vero che era già accaduto in passato di avere qualifiche e gara nello stesso giorno, ma mai tutto si è svolto in un arco di tempo così compresso e anticipato, con la sveglia che è suonata per molte persone nel paddock ben prima dell’alba!”
“Credo che si debba innanzitutto fare un plauso a tutti coloro che hanno reso possibile lo svolgimento integrale del programma di questo fine settimana, nonostante condizioni meteorologiche che, da ieri pomeriggio, hanno decisamente complicato la situazione”.
“Penso che lo straordinario pubblico di San Paolo del Brasile – quasi trecentomila gli spettatori che sono venuti in pista in questi tre giorni – e chi ha seguito l’evento in televisione e attraverso le piattaforme social sia stato ripagato da uno spettacolo molto emozionante”.
“Dal punto di vista tecnico, lasciamo Interlagos con molte indicazioni interessanti”.
“In qualifica abbiamo potuto vedere all’opera sia le gomme da bagnato estremo che quelle intermedie e verificarne abbastanza chiaramente le diverse finestre di utilizzo”.
“In gara, c’è stata una fase in cui i due tipi di pneumatici si sarebbero trovati a confronto diretto anche sulla distanza, ma la Safety Car resasi necessaria per la visibilità precaria ha visto questo confronto in essere solamente per un pugno di giri”.