F1, GP Silverstone: la nona di Hamilton

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©Mercedes AMG Media Centre_Finn Pomeroy

F1: la pioggia movimenta Silverstone.

“Still We Rise”. E’ il motto di Hamilton, sir Lewis, ed è un motto azzeccato: il re non era mai morto, ma adesso si deve urlare “viva il re”.

Il GP di Gran Bretagna, sulla storica (nonché velocissima e difficile) pista di Silverstone è stato vinto dal 7 volte campione del mondo, l’unico che può ancora battere il primato di sette titoli iridati (record che condivide con Michael Schumacher) e che dalla prossima stagione, a 40 anni compiuti, sarà pilota della Ferrari.

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©LAT Images

Silverstone e Hamilton: momenti di grande emozione

A Silverstone, di fronte al suo pubblico, ha conquistato una vittoria favolosa, la nona nella gara di casa, regalando un’altra soddisfazione alla squadra con cui ha scritto pagine di storia della Formula 1. Non è ancora l’addio, ma comunque è qualcosa che gli assomiglia in maniera scintillante.

McLaren, sbavature determinanti

Hamilton ha sconfitto Norris (con la McLaren) e Verstappen (terzo con la Red Bull), che in questo modo vince anche quando perde, perché allunga nel Mondiale.

La gara, come consuetudine a Silverstone, è stata segnata dalla pioggia. Ma non ha piovuto costantemente dall’inizio alla fine, ha prima cominciato a piovigginare, poi l’acqua è scesa più copiosa, infine è tornato il sole.

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Pioggia e tempismo

Vincere, o anche solo essere veloci, è stata questione di “timing”, ovvero di scelta del momento giusto per cambiare le gomme slick con quelle da pioggia (le intermedie, quelle verdi). E, alla fine della gara, tornando sulle slick, questione di decidere le medie, le bianche o le rosse.

Mercedes perfetta

Alla Mercedes hanno fatto tuto giusto: hanno cambiato nel momento corretto, hanno avuto il coraggio di effettuare il doppio pit (due auto una dietro l’altro), hanno scelto di finire la corsa con le gomme rosse (le più morbide), anche rischiando qualcosa nei confronti di Verstappen, in rimonta (lui con le bianche, dure, eccellenti sulla Red Bull).

In mezzo ai due – Hamilton davanti e Verstappen terzo – Lando Norris, che aveva scelto le gialle (medie).Una gara  divertente, per certi aspetti memorabile, in cui due piloti (Hamilton e Verstappen) hanno fatto tutto giusto, meritando il piazzamento sul podio.

L’autocritica di Stella

Discorso a parte merita la McLaren. La squadra di Woking ha un’auto eccellente, forse avrebbe potuto vincere, ma è andata come’è andata, tra mosse conservative e qualche sbavatura di troppo.

Il Team Principal, Andrea Stella, lo ha ammesso (con i consueti toni educati, però con fermezza): “Facile dirlo dopo, ma non aver effettuato anche noi il doppio pit stop non è stata la scelta migliore, come non lo è stata aver montato le gomme gialle nel finale. Ma anche questo è parte di un percorso di crescita”.

Verissimo, ma anche costosissimo.

La McLaren ha un’auto da vertice, ma arrivano soprattutto piazzamenti, con Lando Norris che una volta deve inchinarsi a Verstappen (a Imola o in Austria) e un’altra deve inchinarsi e Hamilton.

E anche ieri a Silverstone, pur con alcuni guizzi di classe, non è stato perfetto Peccato.

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©Pirelli Media Centre/LAT Images

Vittoria dopo 2 anni e 7 mesi

Hamilton ha festeggiato così la vittoria dopo due anni e 7 mesi, dopo la bandiera a scacchi non riusciva a smettere di piangere.

“Ci ho sempre creduto, anche se in qualche momento era difficile. Ho sempre lavorato duro, credendo di poter vincere”.

A Silverstone ricorrevano i 17 anni dalla sua prima vittoria, se non è un highlander lui…

“Sono felice per me, anche per tutta la squadra, che ha lavorato duramente e che mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili e in questi anni di vittorie. So che è l’ultima volta che posso vincere in casa con questa squadra, ma è bello anche questo”.

Sotto il podio l’abbraccio con la mamma, uno lunghissimo con il papà, e quello (metaforico, ma sentito) con tutto il pubblico.

Su tutto, una chicca. Ovvero quando di fronte al team che voleva montargli le gomme intermedie, ha risposto seccamente: “No, non è il momento delle gomme da pioggia”.

Un gigante.

Silverstone amara per Russell

Positivo, nel contesto di una gara da cardiopalmo, anche Russell che (forse) avrebbe potuto bissare la vittoria in Austria, se la squadra non gli avesse ordinato di ritirarsi causa una perdita di liquido refrigerante che non era più gestibile.

“Peccato per lui – ammette Toto Wolff – ma la vittoria di Hamilton, che per noi è la seconda in due gare, è un grande momento. La partenza di Lewis? Ormai è assodata, siamo tutti adulti. Max con noi del 2025? Noi cerchiamo di crescere e siamo contento di poter avere tante alternative”.

Wolff si coccola il gioiellino bolognese Kimi Antonelli (che ha colto la sua prima vittoria in Formula 2), ma corteggia Verstappen e pensa anche anche a Carlos Sainz.

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Foto ©Mark Thompson/Getty Images/Red Bull Content Pool

Max, un danno sventato

Verstappen e la Red Bull hanno avuto la lucidità di attendere che le tempeste (non solo in senso meteo) si placassero, prima di portare l’affondo. Logico che alla fine il campione del mondo fosse soddisfatto.

“Non eravamo forse i più veloci, ma questi punti premiano una gara molto positiva per me”.

Rosse, in mezzo al guado anche a Silverstone

Ma in tutto questo, la Ferrari che ha combinato? Eccellente il commento di Charles Leclerc: “Abbiamo buttato una gara nel ces***”.

Non oxfordiano, magari, ma chiaro.

La verità è che la Ferrari non è stata competitiva e in un momento chiave – ossia quando la pista si stava bagnando – Leclerc ha chiesto gomme da pioggia troppo presto.

“E’ stata una scelta aggressiva, ma non ha pagato”, ha detto il monegasco.

Il tutto in un fine settimana in cui la Ferrari ha dovuto accantonare il pacchetto di aggiornamenti varati dopo Montecarlo, mentre il mercato tecnici impazza: “Ma noi siamo concreti – ha detto Fred Vasseur, il direttore della Scuderia – mica pensiamo a Newey o a Cardile. Certo il cambio gomme di Leclerc non è avvenuto nel momento migliore, ma credo che non volesse rassegnarsi a un piazzamento distante dai primi”.

Cardile, il direttore tecnico, sembra ormai pronto a firmare con la Aston Martin: una perdita per Maranello. “Non è solo questa gara a essere stata un incubo – ha detto Leclerc – è da qualche gara che viviamo incubi…”.

Un pilota smarrito.

Meno male che Sainz ha portato a casa, in maniera più dignitosa, un quinto posto.

Mario Isola (Direttore Motorsport Pirelli): “Per noi, un esame superato”

Nel contesto di una gara così, a Silverstone le gomme hanno giocato un ruolo chiave, come spiega Mario isola, direttore del Motorsport Pirelli.

“Per noi è stato un weekend probante perché abbiamo messo alla prova quasi tutta la nostra gamma di pneumatici in condizioni diverse fra loro su una delle piste più stressanti di tutto il calendario iridato”.

“Dal punto di vista della strategia, le previsioni della vigilia sono state abbastanza rispettate: a prescindere dalla pioggia, la lunghezza del primo stint con le medie e il rendimento delle Hard su chi, come Verstappen e Sainz, le ha utilizzate nell’ultimo stint, dimostra come una combinazione C2/C1 sarebbe stata molto competitiva”.

“La C3 ovviamente ha sofferto un po’ di più, anche perché è stata utilizzata in modalità push nella parte finale della corsa”.