Le incredibili dimenticanze sui sedili di Uber

Sui sedili dei veicoli Uber, il celebre servizio di trasporto automobilistico privato nato in California, ogni anno finiscono per accumularsi milioni di oggetti, spesso delle categorie citate qualche riga fa ma più sovente ancora strani, inusuali e stravaganti.

Non esistono cifre certe su quanti oggetti si perdano ogni anno nel mondo terracqueo: il calcolo è impossibile e comunque sarebbe nell’ordine dei miliardi.

Ma, al contrario, è quasi certo che le chiavi di casa siano fra i primi posti, insieme a smartphone e portafogli.

Una sbadataggine imperante che riempie i magazzini “lost&found” di qualsiasi entità commerciale nata per ospitare o trasportare persone: dagli alberghi a palestre e piscine, passando per aerei, navi, traghetti, taxi, autobus, metropolitane e pedalò. Perché no.

Vuoti di memoria improvvisi di un’umanità che è sempre più distratta, assente e assorta nei propri pensieri.

Da nove anni, regolarmente, la stessa Uber pubblica un elenco degli oggetti che viaggiatori con la testa fra le nuvole hanno scordato a bordo dei taxi privati, segnalati attraverso l’app e con una tariffa fissa di 20 euro per ogni riconsegna.

USA e getta

Gli statunitensi su certe cose non sembrano avere rivali: lo scorso anno il primo posto nella classifica di città più smemorata l’aveva conquistato Miami.

Quest’anno il primato è passato a New York, metropoli detta l’ombelico del mondo forse non a caso per la velocità con cui milioni di oggetti ogni giorno spariscono o cambiano proprietario fra smarrimenti e furti, con più o meno destrezza.

Perde una posizione anche l’enorme Los Angeles, che passa dal terzo al quarto posto cedendo l’ultimo gradino del podio a Chicago, capitale dell’Illinois.

E c’è di più, perché in base ai dati delle segnalazioni di smarrimento, è anche possibile individuare con precisione l’annuale “giorno della dimenticanza”.

Per il 2024 questo è stato identificato nel 26 ottobre scorso, in senso assoluto le 24 ore in cui il numero più alto di persone ha scordato il numero maggiore di oggetti personali sui sedili di un veicolo Uber.

L’ora, invece, varia fra le 23 e la mezzanotte, mentre per il giorno della settimana bisogna fare una netta distinzione: il lunedì e il martedì si perdono con più facilità guanti e giacche, il mercoledì i farmaci, il giovedì e il venerdì sono i giorni preferiti per scordare gli ombrelli e la domenica è il giorno migliore per scordare bancomat e carte di credito.

Mamma, ho perso lo smartphone

Bisognerebbe indagare, perché fra gli oggetti più dimenticati non hanno rivali gli smartphone, sorta di “polmone d’acciaio” a cui tutti siamo sottomessi ma per qualche sorta di meccanismo di salvaguardia mentale anche la prima cosa che si dimentica in giro.

Negli Stati Uniti, solo lo scorso anno, i mezzi Uber ne hanno raccolti 1,7 milioni, seguiti sul podio – come da prassi – da chiavi e portafogli.

Si fermano ad un onorevole quarto posto zaini e valigie, dato altrettanto curioso, visto che probabilmente si parla di turisti.

Conquistano il quinto giacche, maglioni, cappotti e piumini, altra dimenticanza che lascia perplessi, perché al netto della memoria labile dovrebbe essere sufficiente scendere dal taxi e sentire un brivido sottopelle per ricordare di essere usciti da casa con addosso qualcosa di più pesante.

Ma tant’è, ci sono domande da cui è meglio non aspettare risposte.

Stranezze sui sedili

È il capitolo che più di ogni altro mostra il grado di follia in cui imperversa la società moderna: c’è chi ha scordato corni da bere vichinghi, animali vivi e/o imbalsamati, pezzi di manichini e abiti da cerimonia.

Chi si è dimenticato 175 hamburger congelati, chi 110 uova, chi una motosega, chi il motore di una Jeep Cherokee, e poi mazzi immensi di fiori, materassini, bermuda, narghilè, monopattini, piante, forme di formaggio, torte, sex toys, barattoli da comunità di sottaceti, parrucchini e perfino dei test di paternità e i fascicoli di documenti per il divorzio.