
Nell’operazione “Dolphin Surf” ideata dal colosso cinese BYD torna tutto, un tassello dopo l’altro: trattasi di utilitaria di segmento “A”, quello che serve per fare volumi amati ai bilanci, è confezionata con un design informale, simpatico e fresco, vanta una dotazione da segmento superiore, promette prezzi non assassini e ha la voglia immensa di smarcare l’elettrico 100% anche fra le vetture lunghe meno di quattro metri.
Sfugge, ma è un dettaglio, cosa c’entri in tutto questo un delfino surfante, ma questa è una caratteristica del marchio, che spesso ha scelto di affidarsi alla fauna marina (vedi la Sealion), ma mai aveva spinto l’immaginazione così tanto. Vabbè, misteri del marketing che probabilmente hanno anche a che fare con l’obiettivo ESG dell’azienda di abbassare di un grado la temperatura del pianeta diventando carbon neutral entro il 2045.
Nell’attesa, per ingannare il tempo, BYD si crogiola con un 2024 chiuso con 101 miliardi di euro di fatturato, e un 2025 che la vede al terzo posto mondiale per vendite dopo Toyota il gruppo Volkswagen, infiocchettato dall’aver raggiunto e superato Tesla e mister Elon Musk, l’ex signore dell’elettrico.
Piccola sarà lei
Un’utilitaria da città con il piglio della monovolume bonsai racchiusi in 3,99 m di lunghezza, 1,5 di larghezza e 1,6 di altezza. In realtà lo spazio non manca, né per soddisfare lo sguardo esternamente né all’interno. Fuori, spigoli che rientrano o gonfiano e intarsi con modanature scure sprizzano quel che il marchio cercava per fare colpo: dinamismo, simpatia, feeling. A renderla protesa in avanti la linea di cintura che alle portiere posteriori sale parecchio e lo spoiler che oltre a domare i flussi e ospitare il terzo stop la allunga visivamente.
All’interno, ergonomia e colori accessi accompagnano una dotazione da segmento superiore, con schermo touchscreen da 10,1” rotante, sedili di taglio sportivo in pelle vegana, pannello inferiore che racchiude selettore di marcia, controllo trazione, climatizzatore e comandi vocali. Più in basso ancora una piastra a induzione per la ricarica di smartphone, e per finire il sistema NFC Keyless per l’apertura delle porte anche attraverso smartphone condivisibile. Considerate le dimensioni, il bagagliaio resta generoso: da 308 a 1.000 litri abbattendo i sedili posteriori, a cui aggiungere una ventina fra portaoggetti, portabottiglie, tasche e pertugi vari, più meno visibili al prossimo.
Quello che non si vede
Realizzata sulla e-Platform 3.0, nata per ospitare la Blade Battery con celle a lama e dotata del sistema “8-in-1” che integra otto elementi del powetrain in un unico modulo. Due le batterie a disposizione, da 30 o 43,2 kWh, con percorrenze nel ciclo Wltp rispettivamente di 220 e 322 km e potenze di ricarica da 65 e 85 kW in corrente continua, con alternata a 11 kW per entrambe. Due anche i motori elettrici, da 88 e 156 CV: il primo abbinabile a entrambe le batterie, il secondo solo a quella più potente.
Oltre alla scocca, realizzata con il 68% di acciaio ad alta resistenza, la sicurezza si affida ad una notevole presenza di Adas, in genere roba per altri segmenti: cruise control adattativo, controllo della corsia, frenata di emergenza, sensori di parcheggio, controllo dei segnali stradali, retrocamera, chiamata di emergenza e i tre punti Isofix.
Le tre versioni
Tre le versioni, Active, Boost e Comfort, che partono con una batteria da 30 kWh, 65 kW di potenza e 220 km di autonomia, e chiudono al top si gamma con 115 kW e 310 km di range nel ciclo combinato e oltre 500 in quello urbano. Per i prezzi, la Active parte da 18.990 euro, che diventano 22.490 per l’allestimento intermedio e si arriva a 25.490 per la Comfort. Per l’Italia, è pronta un’offerta lancio da 99 euro al mese. Interessante la garanzia che copre la batteria per 6 anni o 200mila km.