
Eppur si muove! Così pare abbia detto Galileo Galilei dopo aver abiurato l’eliocentrismo inchinandosi alla vittoria (effimera) del geocentrismo. Ma la scienza diede poi ragione al grande fisico e filosofo pisano che col coraggio della ragione difese fino quasi alla morte la teoria copernicana. Ci scuserete se abbiamo scomodato la storia per aprire questo articolo su una vettura elettrica, ma bisogna riconoscere che oggi, prese le dovute distanze ideologiche, motore a scoppio e motore elettrico, applicati alla mobilità, stanno ormai su posizioni opposte, quasi quanto il geocentrismo e l’eliocentrismo. Ma al di là degli schieramenti e utilizzando la ragione, oggi il motore elettrico è vincente. Basta infatti smontare il ‘powertrain’ della nuova Renault ZOE e contare i pezzi che lo compongono e poi fare lo stesso con un motore endotermico di pari prestazioni, ovvero 136 CV, per capire che in un mondo industriale in cui la razionalizzazione dei processi produttivi e le economie di scala sono elementi fondamentali per il successo, se non per la sopravvivenza, l’elettrico vince alla grande. E vince anche perché rappresenta il nuovo (anche se è vecchio come il cucco) e dunque, quando si affermerà definitivamente, contribuirà a risollevare le sorti dell’industria automotive.

Tornando alla nuova Renault ZOE, essa rappresenta l’evoluzione di un modello ‘pensato’ una decina di anni fa e presentato nella sua forma definitiva al Salone di Ginevra del 2012. Un debutto che fece sensazione e che oggi pone la Casa francese tra le pioniere nella motorizzazione elettrica col primato nelle vendite in Europa dei modelli elettrici con la gamma Twizy, ZOE, Kangoo Z.E. e Master Z.E. Le vendite della ZOE, per restare in tema, sono passate dalle 8.800 unità del 2013 alle 39.400 del 2018, e per il 2019 è previsto un ulteriore incremento del 50%. In Italia, ovviamente, è lei la più venduta. Un’offensiva massiccia che prevede tra il 2018 e il 2023 un investimento per 5 miliardi di euro in questo settore, nel quale lavorano già 30.000 persone. Nel 2020 il 50% della gamma Renault sarà elettrificata (arriverà, tra l’altro, la Clio ibrida) ed entro il 2022 la gamma Renault comprenderà 8 modelli completamente elettrici e 12 modelli elettrificati. E per chiudere, la Francia ha deciso di divenire un polo d’eccellenza nella mobilità elettrica in Europa. Se qualcuno crede che la Casa della Losanga (e le altre che credono in questa tecnologia) stiano scherzando, lo invitiamo a riflettere su questi dati.

Inconfondibile
La Nuova ZOE adotta importanti ritocchi estetici messi in opera dai tecnici del Renault Technocentre di Guyancourt. La parte anteriore, completamente nuova, è decisamente caratterizzante, con la complessa superficie del coperchio motore che incornicia i gruppi ottici (full LED) e abbraccia la grande Losanga col bordo blu sotto cui è posta la presa di corrente per la ricarica. Sui lati le ampie finestrature, che alleggeriscono la superficie del paraurti e hanno funzione aerodinamica, sono interrotte da un supporto in plastica che ospita un faretto di profondità LED.

Le dimensioni generali della vettura non sono cambiate, ma al primo impatto visivo questa nuova ZOE ci è parsa più ‘importante’. Tre i colori nuovi introdotti in gamma: il Bianco Quarzo, il Rosso Passion e il Blu Céladon, il nostro preferito.
Dove la ricerca stilistica e funzionale si è spinta oltre è negli interni, area in cui va subito annotato, peraltro solo nell’allestimento ZEN, l’utilizzo di rivestimenti in tessuto realizzato con filati ottenuti per il 50% dal riciclo di bottiglie in plastica e per l’altro 50% da plastica riciclata proveniente delle auto, ad esempio dalle cinture di sicurezza: un esemplare utilizzo della tanto di moda ‘economia circolare’. Un piccolo contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 che in questa specifica area Renault annota essere di circa il 60%.

Un contributo al bilancio energetico globale noto come ciclo ‘well to wheel’. Migliorata l’acustica interna, fattore importante in una vettura che fa della silenziosità del powertrain la sua arma vincente per guidare in maniera rilassata. Il risultato è stato ottenuto montando un parabrezza acusticamente isolato e pannelli fonoassorbenti migliorati nelle porte e sul pavimento. Dal punto di vista dell’abitabilità, essendo la ZOE nata elettrica, i volumi funzionali non sono influenzati dalla presenza delle batterie (che tra l’altro si sono leggermente appesantite – pesano 326 kg – ma che passando da 41 kWh a 52 kWh non sono aumentate in volume) e soddisfano le aspettative per una vettura di queste dimensioni esterne (4.084L, 1.730W, 1.562H).
La declinazione green della vettura è presente in molti dettagli interni, nella strumentazione e soprattutto sul sistema di connessione e infotainment, tendenzialmente molto valutato dall’utenza di questo tipo di vetture, poco propensa alla nostalgia da idrocarburi e proiettata sui nuovi mezzi di trasporto e comunicazione. Il sistema portante è il Renault EASY CONNECT che include la piattaforma multimediale EASY LINK e l’app MY Renault, in grado di accompagnare l’utente in ogni sua attività online. MY Renault, in particolare consente di comandare in remoto, attraverso il proprio smartphone, una lunga serie di servizi, come la verifica della carica, il piano di ricarica nei periodi tariffari più convenienti, l’avvio del condizionamento in remoto (su ZOE è installata una pompa di calore), quando la vettura è connessa alla rete risparmiando così autonomia, fino alla visione dell’area circostante la vettura. In auto l’interfaccia utente è uno schermo da 10”.
La tecnica
La nuova ZOE monta ora un pacco batterie Z.E.50 da 52 kWh che erogano corrente alla tensione di 400V prodotte in Polonia dalla LG Chem. Esse sono in grado di assicurare, secondo quanto dichiarato dalla Casa, un’autonomia di 395 km in ciclo WLTP, pari al 25% in più rispetto a quella assicurata dal precedente pacco batterie Z.E.40. Un valore decisamente interessante e che può essere ripristinato con un tempo di ricarica fortemente variabile in funzione della sorgente disponibile. Il Combined Charging System, infatti, consente di collegarsi a colonnine che erogano corrente in alternata (AC) con potenze che vanno dai 2,3 kW casalinghi ai 22 kW delle più potenti postazioni pubbliche, e di passare alla corrente continua (DC) per potersi collegare alle attuali sorgenti di alta potenza (50 kW) in grado di rifornire 150 km di autonomia in circa mezz’ora. Questa versatilità rende unica la dotazione della ZOE, che per consentire la ricarica così veloce è dotata di un efficiente sistema di condizionamento della temperatura del pacco batterie, sottoposto in questo caso a consistenti stress termici. Per quanto riguarda lo scouting dei punti di ricarica durante il viaggio, ci pensa l’app MY Renault.

Un’altra esclusività Renault è la formula del noleggio delle batterie, che ha senza dubbio dei vantaggi per i privati, che vedono un prezzo di acquisto inferiore, anche se poi la rata del finanziamento sale con la parte di uso della batteria. Secondo i dati Renault, infatti, il 55% dei clienti preferisce il noleggio, e di questi il 95% sono privati. Del 45% che invece preferisce l’acquisto diretto, il 95% è costituito dalle flotte. Nel caso di affitto, la batteria è garantita a vita e quando non più adatta per l’utilizzo specifico, prima di essere smantellata viene riciclata per un certo periodo come accumulatore stazionario di energia.

Riguardo il motore, Renault propone ancora il vecchio motore R110 da 80 kW cui ha affiancato il nuovo R135 da 100 kW, completamente realizzato da Renault e adatto a sfruttare la maggior capacità delle batterie. La coppia di 245 Nm consente di accelerare da 0-100 kmh in 7,1s, ovvero 2,2s meno di quanto può fare l’R110. Non male per una vettura che pesa in ordine di marcia 1.500 kg. Ricordiamo, che la ZOE non può trainare rimorchi. La velocità massima è di 140 km/h.
La guida
Facile dire che è silenziosa. Ma questo è solo un aspetto tutto sommato marginale dell’esperienza di guida al volante della ZOE. I moderni motori a benzina, infatti, viaggiando in relax non sono poi troppo presenti nell’abitacolo. Quello che invece è interessante è l’approccio nuovo alla gestione dell’energia. Non tanto perché si viva male l’ansia da ricarica, che con questa autonomia è meno… stringente, ma perché invita (come dovrebbe essere anche con un motore endotermico) a tenere costantemente sotto controllo l’indicatore di consumo e autonomia residua. Sulla ZOE, così come su tutte le vetture elettriche più evolute, chi guida è una sorta di ‘energy manager’ che deve saper utilizzare al meglio ciò che la tecnologia mette a disposizione. Come la funzione B, ad esempio, che esalta il freno elettrico consentendo, con una certa pratica e un po’ di accortezza, non solo di rinunciare all’uso massiccio dei freni, ma anche di ricaricare in modo più importante le batterie in decelerazione e nei tratti in discesa. Appurato che normalmente una salita è sempre seguita da una discesa, e dunque ciò che si recupera lo si è già consumato in più salendo, ciò non toglie che questa funzione, alla fine, paghi, se non altro in termini di consumo delle pastiglie e di guida più fluida, lasciando correre la vettura, cosa che, a meno che non si abbia una fretta del diavolo, è appagante. La presa diretta (non esistono né frizione né cambio) limita la funzione della cloche (chiamata in questo caso ‘e-shifter’) a un semplice selettore della modalità di guida. Ovviamente non sono le qualità dinamiche il punto forte della ZOE, tuttavia il baricentro basso determinato dal posizionamento degli oltre 3 quintali di batterie si fa sentire e la vettura, pur più inerte, è piacevole da portare tra le curve. Abbiamo apprezzato questa dote sulle strade dell’entroterra della Sardegna, a ridosso di Palau, dove salite, discese e curve non mancavano.

Si viaggia avvolti nel silenzio, dicevamo, rotto solo dal fruscio del vento sulla carrozzeria, dal rotolamento degli pneumatici e da un sound artificiale, peraltro molto discreto e disattivabile, che solo a bassa velocità avverte il prossimo dell’approssimarsi della vettura. Ovviamente le quasi nulle vibrazioni primarie (il motore rotativo è perfettamente equilibrato) si ripercuotono sulle secondarie indotte sui componenti degli interni, che non emettono fastidiosi scricchiolii. C’è da dire che la vettura provata era nuova e che di questo aspetto si dovrebbe parlare dopo qualche anno d’uso. Eccellente lo scatto da fermo, anche se abusarne significa tagliare di molto l’autonomia. Meglio tenerlo solo in caso di aperta sfida semaforica…