
Nuova MINI Countryman: the big one – La nuova generazione della MINI Countryman, la seconda per l’esattezza, è cresciuta talmente tanto nelle dimensioni esterne e nell’abitabilità interna da strizzare l’occhio ai SUV premium di segmento C.
Avete letto bene, la nuova Countryman può fregiarsi ora dell’appellativo di MINI più grande che la Casa britannica abbia mai prodotta e fin dal primo sguardo non si fatica di certo a crederlo. Lunga 4,30 m (+20 cm), larga 1,82 m (+3 cm) e alta 1,56 m (+1 cm), la nuova MINI, se nel passato poteva essere vista solamente come seconda auto, ora incarna perfettamente il ruolo di unica auto da famiglia.
Le dimensioni contano
Nonostante la forte crescita dimensionale, i designer anglo tedeschi sono riusciti nell’intento di preservare quelle linee e quelle proporzioni che l’hanno resa un punto di riferimento in termini di stile nel suo segmento. Si ritrovano tutti i tipici stilemi del Marchio come la netta ripartizione nella vista laterale, gli sbalzi ridotti, i grandi passaruota, le proporzioni muscolose e la larghezza crescente verso il basso. Solo alcune linee sono state ammorbidite per una migliore visione d’insieme mentre numerosi elementi di design specifici come il tetto che ricorda la forma di un casco, le luci posteriori a sviluppo verticale, la calandra del radiatore esagonale e i grandi proiettori anteriori hanno subito un consistente sviluppo evolutivo.
Prima la tecnologia
Anche negli interni si ritrova lo stesso design MINI già visto sulle precedenti generazioni ma con un ulteriore salto qualitativo. La plancia, ora di dimensioni più generose, ancor più rifinita e con le bocchette dell’aria non più tonde ma rettangolari, accoglie un infotainment da 8,8 pollici touch-screen con navigatore e il climatizzatore automatico bizona. La qualità percepita è sicuramente da vettura premium in pure stile BMW, le finiture sono gradevoli, i materiali di ottima qualità e le personalizzazioni infinite, solo i comandi al volante non ci sono sembrati all’altezza della qualità generale della vettura. A completare il ricco equipaggiamento ci pensano i sedili regolabili elettricamente e l’apertura completamente elettrica e senza mani del portellone posteriore.
Poi lo spazio
Il crossover urbano inglese non è cresciuto solamente nell’aspetto esteriore ma anche nello spazio a bordo per passeggeri e bagagli. I 20 cm in più di lunghezza si traducono, infatti, in +7,5 cm per il passo e in +5 cm sia per l’abitabilità anteriore che per quella posteriore. Un abitacolo che, se prima garantiva una buona abitabilità esclusivamente ai passeggeri anteriori, ora non disdegna nemmeno quelli posteriori regalando loro una comoda seduta anche nei lunghi viaggi. I bagagli trovano invece il giusto spazio all’interno di un più generoso bagagliaio con piano di carico livellato alla soglia che fa registrare ora una capacità di carico che può variare dai 450 litri in configurazione base fino ai 1390 litri con il divanetto posteriore (60:40) completamente abbattuto. Lo stesso divanetto consente persino la regolazione dello schienale e può essere spostato avanti e indietro di ben 13 cm così da variare o lo spazio di carico o lo spazio a diposizione delle gambe dei passeggeri posteriori.
Sotto pelle
Quattro le motorizzazioni disponibili fin da subito sotto il cofano del nuovo Sport Activity Vehicle. Due benzina, un 1.5 litri 3 cilindri e un 2.0 litri 4 cilindri, rispettivamente da 136 e 192 CV oppure due diesel, entrambi 2.0 litri 4 cilindri, rispettivamente da 150 e 190 CV. Tutte e quattro le motorizzazioni possono essere abbinate al semplice cambio manuale a 6 rapporti o al più tecnologico cambio Steptronic a otto rapporti, un automatico a convertitore di coppia prodotto dalla Aisin per motori trasversali. Sempre su tutte e quattro le versioni sarà possibile optare per la classica trazione anteriore o per la più sofisticata trazione integrale ALL4, una trazione on demand rivista dal punto di vista dell’efficienza e e composta da un’unità power-take-off integrata nel differenziale dell’asse anteriore, un albero cardanico che collega l’asse posteriore e una frizione hang-on che provvede alla trasmissione precisa della coppia motrice alle ruote posteriori. A queste versioni si aggiungerà la sportiva John Cooper Works, equipaggiata con un 2.0 litri 4 cilindri da 231 CV e 350 Nm, e la nuova Cooper S E, una versione ibrida plug-in spinta all’anteriore dal propulsore 1.5 litri 3 cilindri benzina da 136 CV e al posteriore da un motore elettrico sincrono trifase da 88 CV per una potenza totale di 224 CV e un’autonomia di 44 km con una velocità massima in solo elettrico di 125 km/h.
Premium per tutti
Seguendo la logica “make it simple”, introdotta con MINI Clubman, la nuova MINI Countryman sfodera 3 diversi allestimenti (Boost, Hype, Business) ai quali si aggiunge un quarto allestimento denominato Jungle, che si presenta con il nuovo kit estetico ALL4, per sottolineare lo spirito off-road. Sfruttando il porte aperte nel weekend del 18 e 19 febbraio, la nuova MINI Countryman verrà introdotta sul mercato italiano con un prezzo di partenza di € 27.450 della versione Cooper che può però arrivare ai € 37.350 della Cooper SD ALL4.
Diversamente uguale
Partiamo alla prova della nuova MINI Countryman Cooper D equipaggiata con il motore 2.0 litri 4 cilindri turbodiesel da 150 CV e 330 Nm abbinato al cambio automatico Steptronic da 8 rapporti e alla trazione integrale ALL4. Saliti a bordo si capisce subito di non essere alla guida di una comune MINI ma di essersi seduti sulla nuova Countryman. La posizione di guida è si un pelo alta rispetto al solito, condizione che avvantaggia di molto la visibilità in generale, ma per fortuna è rimasta invariata nelle altre specifiche garantendo sempre la solita impostazione con volante orizzontale, una seduta ben raccolta e i comandi tutti a portata di mano. Certo le maggiori dimensioni la rendono meno rapida nel traffico cittadino e un pelo più impacciata in un percorso misto stretto ma tutto sommato il go kart feeling, se così ancora si può chiamare, dell’ultima generazione MINI è rimasto invariato. La crossover inglese si è sempre dimostrata, infatti, composta e sicura in ogni situazione. L’assetto, granitico molto probabilmente a causa dei generosi cerchi da 19 pollici, copia bene tutte le asperità del terreno restituendo un ottimo comfort di guida e una piacevole filtrazione di tutte le buche, mentre lo sterzo, diretto e poco filtrato rende ancora più piacevole guidare questa big MINI.
Ogni minima vibrazione viene filtrata egregiamente al punto che all’interno dell’abitacolo non se ne trova traccia, discorso diverso per quanto concerne l’insonorizzazione acustica dove sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa di più da un Marchio premium quale è MINI. Specie nei percorsi extra urbani e autostradali qualche fruscio pervade l’abitacolo, il rotolamento delle ruote è percepibile e il motore fa sentire un pò troppo la sua presenza anche a caldo sia negli interni che all’esterno. Il motore, potente e generoso, dopo un leggero ritardo al pedale del gas risulta bello pronto fin dai bassi regimi ma fatica ad allungare quanto dovrebbe fare un motore da 150 CV. Potenza e coppia comunque non mancano e in ogni situazione la Cooper D viene via con disinvoltura. Il cambio automatico è veloce e preciso e adotta una logica di funzionamento ben progettata in tutte e tre le mappe motore. La trazione integrale, infine, interviene solo in caso di necessità e senza che il conducente si possa accorgere di alcun minimo cambiamento.