Mobilità elettrica a Torino

Si parla di vetture elettriche oggi 2 maggio a Torino. La città è terza in Italia nella mobilità verde, dopo Milano e Parma, grazie al grande impegno nella mobilità con fonti rinnovabili o comunque ecologicamente avanzate (metano, elettrico, ecc.). La città di Torino vanta poi numerosi primati in campo ambientale come l’essere la città più teleriscaldata d’Italia prima di Brescia. Nonostante i primati Torino resta (dai UE inverno 2016-7) la città più inquinata d’Italia.

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L’incontro di oggi in collaborazione tra Europeevrt, ESCP Europe (scuola di business) e la Città di Torino ha lo scopo di sensibilizzare stampa e persone sulla mobilità elettrica. Presenti Francesco Profumo, presidente di ESCP, e l’Assessire all’innovazione Paola Piano in rappresentanza di Chiara Appendino, sindaco di Torino che per impegni urgenti non ha potuto essere presente.

In pratica si vuole dimostrare la fattibilità di una mobilità elettrica sulle grandi distanze più che quella urbana, ampiamente fattibile in città grazie al numero di colonnine di ricarica in città in continua crescita: a fine 2017 le colonnine dovrebbero essere 150, oltre a 35 ricariche veloci in aree di servizio e altre 35 colonnine in zone identificate specificamente per gruppi di auto elettriche. Tre le vetture coinvolte: due Tesla Model S e una Renault Zoe. Sei le città principali coinvolte: Londra, Madrid, Torino, Zagabria, Berlino con termine a Parigi. Ovviamente molte soste intermedie. Il tour dura 16 giorni, attraversa 10 paesi percorrendo 6.500 km.

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Come corollario vi sono sudi sulla mobilità e sull’ultimo miglio in collaborazione con Google e Amazon (che ha una sede in Piemonte a pochi km da Torino). La città ha anche creato un Energy Centre insieme al Politecnico e all’Università allo scopo di migliorare i risultati ambientali della città.

Resta per ora irrisolto il problema dei costi e dell’autonomia per tratta delle autovetture elettriche che si diffondono con numeri significativi solo dove gli incentivi pubblici sono molto significativi, ad esempio Francia e Norvegia.

Tutto questo in attesa, come ha riferito Francesco Profumo, delle vetture con guida autonoma, tecnicamente fattibili ma cui, al momento, la normativa non consente la circolazione. Profumo ha spiegato anche come una Scuola possa essere lo sponsor di una simile iniziativa: occorrono infatti manager e, ad esempio mobility manager, con una nuova visione e firmati ad hoc.

Profumo ha anche commentato la necessità di realizzare una gestione (informatica n.d.r.) delle ricariche in modo da ridurre i costi di adeguamento del l’infrastruttura elettrica che, con le limitazioni italiane, non può certo supportare, così come è oggi, un numero significativo di vetture elettriche. Sempre secondo Profumo dal 2020 al 2025 l’immatricolato a propulsione elettrica dovrebbe essere il 10% dell’immatricolato complessivo.