Leapmotor C10 REEV, l’elettrica per chi vuole andare lontano

Approdata in Italia (e in Europa) grazie alla partnership con Stellantis, che ha messo a disposizione il sito produttivo di Tichy per l’assemblaggio della piccola T03 e la rete di vendita (con 100 dealers già brandizzati e l’obiettivo di arrivare a 125 entro giugno e ampliare soprattutto la presenza nel centro-sud), la cinese Leapmotor sta ora rafforzando la sua offerta.

Pur nascendo come un marchio 100% elettrico, Leapmotor non ha ignorato il bisogno di accompagnare la transizione con soluzioni atte a consentire quella totale libertà di utilizzo che l’elettrico puro ancora fatica a garantire. Per questo introduce ora sul SUV medio C10, lanciato anch’esso a fine 2024, la variante range extender. Dotata, cioè, di motore a benzina che fa da generatore, opzione che sarà prevista anche sugli altri modelli in arrivo.

Leapmotor C10 REEV: come è fatta

Lo sbarco di Leapmotor in Italia ha visto l’attenzione concentrata soprattutto sulle piccola T03. Anche perché la city car elettrica, dal prezzo piuttosto concorrenziale (parte da 18.000 euro) doveva inizialmente andare in produzione nello stabilimento torinese di Mirafiori. Questo ha fatto sì che il marchio venisse in un primo momento percepito come una sorta di low cost. In realtà, proprio con la media C10 lanciata contestualmente, il suo posizionamento effettivo si è spostato parecchio più in alto, nell’orbita dei brand premium rispetto ai quali mantiene comunque prezzi estremamente competitivi.

C10 si presenta infatti come un SUV di taglia media moto moderno nel concetto, dalle forme classiche ma dalla linea molto curata nella sua essenzialità. Lunga 4,74 metri, larga 1,90 e alta poco meno di 1,70, ha interni molto spaziosi la cui impostazione generale strizza evidentemente l’occhio a Tesla.

Il posteriore della Leapmotor C10 REEV

Lo spazio è una percezione reale, confermata dalla generosa distanza tra i sedili posteriori e anteriori, da una dotazione molto ricca ma anche da un’estrema pulizia delle superfici. Nessun comando fisico, a parte i due pulsanti sul volante (e le prese USB nascoste alla vista nel vano inferiore del tunnel centrale). La plancia è dominata dal grande display centrale da 14,6″ in cui sono racchiuse tutte le funzioni di bordo, anche qui con una grafica pulita ed essenziale dominata dal bianco. In aggiunta, c’è però anche un secondo schermo più piccolo dietro al volante per la strumentazione.

Leapmotor C10 REEV, la plancia con disply centrale da 14,6″

Tutte le parti hanno un rivestimento specifico, in similpelle, tessuto o plastica morbida, con un’impressione generale di eleganza sobria dal gusto quasi scandinavo. Nei dettagli ritroviamo alcuni componenti e scelte ergonomiche che la accomunano ad altri prodotti di origine cinese come la recente Jaecoo 7. Ad esempio gli alzacristalli con levette da  azionare con un movimento inverso rispetto a quello canonico (spingendo per alzare i vetri e tirando per abbassarli). O la regolazione degli specchietti tramite i pulsanti al volante, che però si attiva passando per il menù.

Il sistema operativo utilizza un processore Qualcomm Snapdragon e dispone di aggiornamenti da remoto (OTA) il primo dei quali abiliterà, entro un paio di mesi, la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto, non ancora fruibili sugl iesemplari provati.

Leapmotor C10 REEV, il vano motore con il motore da 1,5 litri qui in veste esclusiva di generatore

Leapmotor C10 REEV: le motorizzazioni

La C10 REEV, acronimo di Range Extender EV, non aggiunge semplicemente un motore/generatore al modello elettrico. La batteria, infatti, nel suo caso è più piccola, con una capacità di 28,4 kWh contro i 69 kWh della EV, mentre il motore e la trazione resta posteriore con una potenza di picco quasi identica (215 CV contro 218) e una coppia di 320 Nm.

Il generatore, perché questo è il suo esclusivo ruolo (nessuna connessione con le ruote, come già accennato la trazione è posteriore) è il consueto quattro cilindri da 1,5 litri. La sua potenza è di 50 kW-68 CV, 63 kW-85 CV in caso di richiesta elevata di energia, con un serbatoio da 50 litri. La scelta di ridurre la batteria e abbondare con la riserva di carburante ottiene un doppio risultato. Oltre a contenere il peso (meno di due tonnellate, come per la EV), allunga l’autonoma mantenendo comunque basse le emissioni.

Al tempo stesso, C10 REEV allinea i prezzi con la versione 100% elettrica (424 km di autonomia dichiarati), che parte anch’essa da 37.400. Per la Design ne sono richiesti 38.700 (la EV Design costa 37.900), confermando l’intenzione di farne un’alternativa al BEV e non un modello top di gamma.

Leapmotor C10 REEV offre infatti una percorrenza omologata complessiva di 970 km, di cui 145 consentiti dalla sola batteria che si ricarica in AC a 6,6 kW e in CC a 65 kW. Le emissioni medie di Co2 sono contenute in di 10 g/km.

Leapmotor C10 REEV (foto Leapmotor)

Leapmotor C10 REEV: come va

Come già precisato, la trazione della C10 REEV è esclusivamente elettrica e posteriore, cosa che richiede un po’ più di attenzione alla messa a punto del telaio. Specie per un’auto la cui vocazione è legata più al comfort che alle prestazioni. Il risultato è in effetti anche migliore delle attese. Rispetto ad altri modelli dal settaggio molto più morbido e poco reattivo, questo SUV cinese mostra un comportamento più vicino ai gusti europei. Oltre a uno sterzo dalla giusta sensibilità e a un discreto bilanciamento.

Le modalità di guida selezionabili sono quattro, ma non determinano il comportamento dinamico quanto piuttosto la gestione energetica. In EV+ si sfrutta al massimo la batteria, facendo intervenire il generatore soltanto quando scende sotto il 9%, mentre in EV questo accade dal 25%.

Viceversa, le modalità Fuel e Power+ sfruttano di più il benzina. Nel primo caso mantenendo la batteria sempre al di sopra dell’80% della sua capacità, nel secondo facendolo funzionare sempre.

La Casa dichiara per C10 REEV un livello di comfort acustico molto elevato e un funzionamento del benzina quasi impercettibile. Cosa, questa, abbastanza vera nelle condizioni di marcia a bassa e media andatura. Quando aumenta la richiesta di potenza l’intervento del generatore si avverte in modo più evidente.