Le Fiat che non vediamo – La Fiat, oggi parte del gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), ha un ruolo importante nel mondo dell’automobile da più di 115 anni e per svolgere la sua attività ha creato stabilimenti in molte parti del mondo.
Queste sedi distaccate, in qualche caso sono controllate dal gruppo (come la Fiat Chrysler Automoveis Brasil Ltda. di Betin o la Fiat Auto Argentina SA di Córdoba) oppure sono il risultato di joint venture (come la Tofas – Türk Otomobil Fabrikasi AS di Bursa in Turchia, la FIAL – Fiat Automobiles al 50% con il gruppo Tata e la GAC Fiat Automobiles Co. Ltd. con il Guangzhou Automobile Group). In questi stabilimenti, e in altri ancora, si producono in serie molti modelli del gruppo italoamericano ma quelli che abbiamo elencato costruiscono anche auto specifiche: sono, appunto, le Fiat che in Italia non vediamo. Quest’argomento è tornato d’attualità dopo il lancio in Italia della Tipo, decisione che ha creato un’inversione di tendenza, in quanto questa nuova Tipo – che non segue più la grafia originale Tipo. con il punto finale del progetto 160 del 1988 – è in realtà l’Aegea o Ægea, progettata per essere costruita da parte della Tofas turca, tra l’altro con una scelta non proprio felice del nome originale, visto che da più di 3.000 anni (dal tempo della Guerra di Troia) i turchi hanno un rapporto difficile con il Mar Egeo…
I precedenti di importazione in Italia di auto Fiat nate per l’estero erano stati pochi e tra quelli più frequentemente ricordati vi erano la 127 Rustica (1979-1981) sulla base della 147, cioè la 127 brasiliana con scocca irrobustita. L’esperimento fu condotto più a fondo, nel 1987, con la Duna (Tipo 146) che, in pratica, era la versione a tre volumi della Uno.
L’auto non piacque perché, con la sua lunghezza di 4,04 m, fu giudicata troppo corta per permettersi di avere un bagagliaio a sbalzo; divenne bersaglio di battute e scenette dei cominci (in buona compagnia, visto che gli strali si erano appuntati allo stesso modo, negli anni precedenti, sulla Renault Dauphine e sulla NSU Prinz). Se ci estraniamo dalle mode e guardiamo l’utilitaria di Belo Horizonte con occhio distaccato non possiamo sostenere che fosse brutta “tout court”, anche perché per oltre il 60% era identica alla Uno (disegnata da Giorgetto Giugiaro, uno dei maestri italiani) e il terzo volume la faceva sembrare una piccola Volvo, dalla linea “a trapezi”, ma, lo ripetiamo, forse era un po’ troppo corta. Fu un flop clamoroso.
I modelli brasiliani
In Brasile la filiale locale della FCA produce dal 2010 la Novo Uno (nuova Uno) che, a differenza di quanto farebbe pensare il nome, si basa sul pianale della Panda e ad essa assomiglia anche nella carrozzeria; disponibile con motori da 999 e 1.368 cm3, ha una lunghezza di 3,81 m.
Dallo stesso anno è in produzione anche la Bravo (Tipo 138), che in Italia era stata lanciata nel 2007 per sostituire la Stilo (Tipo 192); mentre da noi la Bravo è uscita di produzione nel luglio 2014, in Brasile è in listino con motori da 1.368 cm3 e 1.747 cm3; quest’auto, disegnata dal Centro Stile Fiat e messa a punto con la partecipazione dell’austriaca Magna Steyr, ha linee tondeggianti ed è lunga 4,37 m.
Il modello successivo nella gamma brasiliana è la Palio (Tipo 178), progettata per essere una world car da produrre (a partire dal 1996) in Argentina, Brasile, Cina, Egitto, India, Marocco, Polonia, Russia, Sudafrica, Turchia e Venezuela.
Il design si deve all’IDeA Institute SpA di Torino (Institute of Development in Automotive Engineering), con un facelift nel 2001 ad opera di Giorgetto Giugiaro. L’auto ha come punto di partenza il pianale della Punto (sempre Tipo 178) con una serie di modifiche; contemporaneamente era stata introdotta la versione Weekend station wagon. Oggi la Palio nelle versioni standard brasiliane è offerta con motori da 999, 1.368 e 1.598 cm3 ed è una due volumi lunga 3,87 m.
Sulla base del Tipo 178 per i mercati in grado di apprezzare questa configurazione è stata realizzata anche la versione sedan a quattro porte, chiamata Siena, che su altri mercati ha ricevuto i nomi Albea, Petra, Palio Sedan, Hwiparam e Perla. Tuttora in catalogo in Brasile, negli ultimi anni si è venduta in quantitativi dell’ordine delle 100.000 macchine all’anno. Le motorizzazioni sono le stesse della Palio, mentre la lunghezza è maggiore, 4,17 o 4,29 m secondo le versioni.
A partire dalla Grande Punto (Tipo 199 del 2004-2005), disegnata da Giugiaro sul pianale SCCS, a sua volta basato sul General Motors Gamma o GM4300 che era una rielaborazione del GM4200 dell’Opel Corsa, è nata la versione brasiliana, chiamata anch’essa Punto, prodotta dal 2007 (e dal 2008 anche in India). Uguale nelle linee alla due volumi per il mercato italiano, quest’auto lunga 4,06 m in Brasile ha tre motorizzazioni: 1.368, 1.598 e 1.747 cm3.
Con un’evidente ispirazione all’alfabeto Morse per telegrafia, la versione a tre volumi della Grande Punto/Punto, assolutamente non commercializzata in Italia per la tacita messa al bando delle berline medie a tre volumi, è stata chiamata Linea: alcuni dei nostri lettori ne avranno sicuramente visto qualcuna, guidata da turisti stranieri. La Linea (Tipo 323) è nata espressamente per la produzione e la commercializzazione sui mercati esteri come, appunto, il Brasile.
Disegnata dal Centro Stile Fiat, è lunga 4,56 m ed ha linee gradevoli e diversi “aficionados” italiani dello storico marchio nazionale si sono rammaricati del fatto che non sia mai stata commercializzata nel nostro paese. In Brasile è in vendita dal settembre 2008 ed è in catalogo con il solo motore di 1.747 cm3. Mentre scriviamo, non possiamo ancora dire se la Linea sia destinata a essere sostituita dalla nuova Aegea/Tipo o se ne sarà affiancata. Naturalmente i modelli Fiat brasiliani sono anche molti altri, come i SUV, i piccoli commerciali e via dicendo ma questo nostro discorso vuole limitarsi alle auto “per famiglia”.
I modelli turchi
La Tofas turca, che ha il suo stabilimento a Bursa, nel Nord-Ovest dell’Anatolia (sul Mar di Marmara, di fronte a Istanbul), in attività dal 1968, è una Joint Venture tra FCA e Koç Holding (che detengono il 75,60% del capitale, suddiviso in parti uguali, mentre il resto è distribuito tra azionisti minori). La Tofas non limita la sua produzione ai modelli di origine Fiat e Chrysler ma ha accordi anche con Citroën, Opel e Peugeot per costruire Nemo (che, tuttavia, è un derivato del Fiorino), Combo (che è una versione del Doblò) e Bipper (imparentato con il Fiorino III Serie), tutti piccoli commerciali.
Nel campo delle auto, la produzione è oggi incentrata sulla Linea che è stata lanciata nel 2007, con motori 1,4 Fire a benzina e 1,3 Multijet Diesel, poi integrati o sostituiti da altri propulsori con varie alimentazioni da 1,6, 1,8 e 1,9 litri. La Linea (che è stata appena descritta a proposito della produzione brasiliana) dal settembre 2009 è costruita anche in Sudafrica e dal 2010 in India.
La Linea è destinata a essere sostituita dalla nuova Aegea, cioè quella che con il nome Tipo dal novembre 2015 è disponibile anche in Italia. Quest’auto, sul pianale CUSW condiviso anche da altri importanti modelli come l’Alfa Romeo Giulietta e la Chrysler 200, costituisce uno degli attuali programmi di punta dell’FCA che intende accettare la sfida del lancio sul mercato italiano: è la prima compact sedan a tre volumi dopo la Marea, uscita dal listino nel 2007.