A Jeddah McLaren voto 10; Sauber e Aston Martin voto 5

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A Jeddah, nel GP dell’Arabia Saudita il voto più alla McLaren: 10.

Baby Shark, chiamatemi Oscar (Piastri, of course), coglie la sua quinta vittoria su 51 gare disputate. Anche lui voto 10.

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L’australiano è la quintessenza del pilota freddo che, a parte non essere mai sopra le righe quando festeggia o gioisce, è lucidissimo in gara.

A Jeddah molto s’è giocato al via, quando Verstappen ha cercato di tenersi la prima posizione con un furbata nemmeno troppo corretta: Piastri non s’è scomposto, semplicemente è andato per la sua strada, senza alcuna sbavatura.

Poi ha mostrato i muscoli con una determinazione che Max si ricorderà a lungo.

Ora è lui l’uomo papaya per la corsa al titolo, tanto più che la sua McLaren è davvero spaziale.

Norris (voto 7.5) un po’ è Lando e un po’ è “blando” (com’è stato ribattezzato dalla tv italiana).

A Jeddah, sabato ha commesso un errore da matita rossa, sbattendo duro contro il muretto saudita. Per questo è scattato decimo, poi ha dato vita a una rimonta furibonda.

Ma anche in questo contesto, del tutto positivo va detto, ha commesso alcuni errori, rischiando una penalità per l’entrata in corsia box e un’altra per l’uscita dopo il pit.

In più a metà gara si è incaponito in un duello inutile con Hamilton che gli è costato quei 4-5 secondi che sarebbero valsi il podio.

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Red Bull 9. A Jeddah, in qualifica la squadra anglo-austriaca (o anglo-austriaca-thailandese) getta nella mischia tutta l’anima racer di chi sa come vincere e vuole farlo.

E Max azzanna la pole con la fame di un pilota che ancora non ha vinto nulla (e non già 4 titoli).

In gara l’olandese campione del mondo si spruzza un po’ del suo profumo preferito (Arrogance) cercando di passare Piastri senza troppi complimenti, ma i giudici gli danno 5 secondi di penalità.

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Lui arriva secondo pensando che la penalità sia stata eccessiva e immeritata, ma – bisogna ammetterlo – avrebbe vinto comunque Piastri. Max però merita 10, anche se la penalità proprio non riesce a digerirla.

Tsunoda s.v.: fuori al primo giro, purché non licenzino anche lui…

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Ferrari 8. “Da tanto tempo non sentivo un’auto così”. Parole di Charles Leclerc (voto 10 e lode) che compie un’impresa a metà tra il capolavoro e il miracolo, sfoggiando un passo da leader, “martellando” tempi da metronomo.

Quando può correre in aria pulita – un fattore determinante nella Formula 1 di oggi – è il fuoriclasse che tutti conoscono.

Jeddah
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Il terzo posto, primo podio Ferrari quest’anno (eccezion fatta per la Sprint in Cina), gli cancella l’aria da cane bastonato che s’era vista nelle scorse settimane.

E’ veloce, motivato, concentrato.

In questo momento è l’uomo che salva questo travagliato inizio di stagione. Il podio è una panacea, il resto verrà.

E Hamilton? Un enigma. E’ distante da Leclerc, mai a suo agio né nelle prove libere né in qualifica, il passo gara è incostante.

Non si sente a proprio agio sulla Ferrari e la luna di miele con la Rossa è già relegata ai mesi passati.

Nello sport quel che s’è ottenuto ieri serve a redigere palmares e albi d’oro, ma quel che conta è crudelmente il presente.

Che resta molto, molto difficile. Voto 5.5.

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Mercedes 8. Russell è stato battezzato dagli inglesi “solid man”. E lui solido lo è, in qualifica e in gara.

Peccato che la Mercedes non abbia quel quid per stare “addosso” alla Red Bull e provare a restare in coda alla McLaren.

Per George voto 7.

Kimi Antonelli gestisce alla perfezione e senza errori, spingendo solo quando l’auto entra nella finestra corretta. Voto 7 anche per lui, che porta a termine la corsa nonostante una sindrome virale che gli ha procura giramenti di testa e spossatezza generale, non l’ideale con la temperatura e l’umidità di Gedda.

Cresce, cresce…

Williams 7. Nel midfield la lotta è feroce, Carlos Sainz (voto 7) ci ha messo un po’ a capire l’auto (non è facile passare dalla Ferrari alla Williams) e a mettersi al livello di Alex Albon (voto 7), quest’ultimo vitaminizzato dall’avere un compagno di questo livello.

I punti arrivano con costanza, Sainz orchestra un gioco di squadra che porta entrambe le auto nei punti.

Racing Bulls 7. Costante e concreta anche a Jeddah la squadra di Faenza.

Bene Liam Lawson (voto 6.5) che si sta costruendo un percorso chiaro in Formula 1.

Benissimo il deb Isack Hadjar (voto 7.5) che mostra classe.

Ha cominciato la sua prima stagione nel peggior modo possibile (in Australia) ma sta dimostrando di avere i numeri giusti, si sentirà parlare di lui a lungo.

Aston Martin 5. Delusione dell’anno, ma il sempiterno Fernando Alonso (6,5) sfiora la zona punti.

A un certo punto il giovane Gabriele Bortoleto, con una manovra senza molto senso, rischia di buttarlo fuori.

Il paradosso della situazione è che Alonso di fatto è il manager di Bortoleto, chissà cosa gli avrà detto a gara finita. Stroll (5.5) arriva in fondo doppiato.

Haas 6.5. Un po’ meno convincente che nelle precedenti occasioni, anche se Ollie Bearman ed Esteban Ocon salvano la giornata. Voto 6.5 a entrambi.

Alpine 5.5. Benissimo in qualifica, ma con Gasly (senza voto) subito fuori gara resta solo Jake Doohan (voto 6) a concludere la corsa. Il figlio d’arte sta almeno allontanando l’ombra del rivale Franco Colapinto.

Sauber 5. Il livello è quello che è, ci vorrà rtempo per migliore un po’.

Hulkenberg (5.5) ci mette mestiere, Bortoleto (voto 5) ancora non ce l’ha.

Pirelli 8. Come sempre, nessun problema con entrambe le coperture (Hard e Medium) che si sono viste in azione.

Dice Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli: “Nonostante una terna di mescole più morbida rispetto allo scorso anno e una temperatura dell’asfalto di 7 °C in media più elevata, il degrado è rimasto molto limitato. In generale, abbiamo avuto qualche caso di blistering sull’anteriore sinistra ma non tale da inficiare la prestazione”.