
Il motore a torio: una bufala? – Il reattore nucleare che impiega come materiale fissile il torio, a livello sperimentale, esiste ma la sua applicazione alla propulsione automotive è alquanto improbabile…
Sarebbe sterile ed inutile parlare dei pregi e dei difetti della Grande Rete: Internet è uno strumento di cui si può fare un uso buono o un uso cattivo. Certamente la sua facilità di accesso e la rapidità con la quale permette la diffusione delle notizie non è estranea all’incremento di quelle che ormai si usano chiamare “bufale”. Gli anglosassoni parlano di “hoax”, un termine che implica la volontà di ingannare, mentre spesso le informazioni false sono diffuse in perfetta buona fede. Nel campo che ci interessa, l’associazione tra Internet e Computer Graphics ha permesso il moltiplicarsi di concept car che in realtà non esistono: sono solo esercitazioni di designer, spesso pregevolissime. Un po’ come accadde durante la Seconda Guerra Mondiale, quando l’intelligence degli Alleati scambiò i disegni della rubrica “I progetti dei lettori”, di un periodico di tecnica rivolto soprattutto ai giovani, per progetti reali dell’industria aeronautica dell’Impero del Sol Levante, così facilmente si tende oggi a prendere per vere le descrizioni di certe dream car (in questo caso la vecchia definizione è più realistica dell’attuale concept) fatte dai loro autori.

Quando, per ricordare i 100 anni della Cadillac, il designer newyorchese Loren Kulesus nel 2009 presentò la concept WTF (World Thorium Fuel) i più ritennero che si trattasse di una realizzazione “ufficiale” della Cadillac. Come abbiamo scritto nel nostro articolo “…e un’auto atomica?” su Auto Tecnica N. 387 di ottobre 2013, l’idea che Kulesus voleva rappresentare prevedeva un reattore al torio (un tipo di generatore nucleare che richiede minore schermatura) per produrre l’energia elettrica con la quale azionare i sei motori a induzione di ognuna delle quattro ruote del mezzo; in realtà Kulesus aveva disegnato 24 ruote (poiché ognuna delle quattro era costituita da sei dischi coassiali).
Nonostante alcune sue caratteristiche interessanti, però, il torio come tale non può essere impiegato per la fissione nucleare, anche se può essere trasformato in uranio 233; in effetti, nel mondo si sta lavorando ad alcuni prototipi che impiegano l’U233 con questa origine ma non tutti convengono sui vantaggi di un tale sistema. D’altra parte, il gigante aerospaziale Lockheed Martin nel 2014 ha annunciato un suo rivoluzionario reattore a fusione compatto (il progetto si chiama, appunto, Compact Fusion) accolto con una certa freddezza dal mondo scientifico. Per l’aspetto che ci interessa, la “compattezza” alla quale il costruttore californiano ritiene di poter portare un generatore di questo tipo richiederebbe, comunque, tutto il volume disponibile su un grosso autoarticolato!
