Harman: dove le auto imparano a suonare

Ci siamo recati nel centro Ricerca e Sviluppo dell'azienda statunitense per capire cosa ci riserva il futuro. A livello di impianti audio e oltre

L’impianto audio, in un’auto, è sempre stato importante. Ma ormai sta assumendo un valore primario. Prima di tutto perché sulle vetture moderne la componente riservata a infotainment e tecnologie è fondamentale. E poi perché  sulle auto elettriche, che tra le altre cose sono anche più silenziose, apre opportunità inedite. C’è un’azienda che è leader indiscussa di questo mercato. Si chiama Harman e accoglie sotto il proprio cappello la bellezza di 31 brand.

Di proprietà della Samsung dal 2017, detiene il 44% del mercato (seconda è Bose, che si ferma a circa il 20% e poi, mano a mano, ci sono gli altri). Allestisce gli impianti audio di primo equipaggiamento per 25 Case automobilistiche diverse, per un totale di oltre 4,5 milioni di vetture ogni anno divise su più di 200 modelli. Ha iniziato 25 anni fa circa con BMW e ha chiuso proprio qualche settimana fa il contratto con Volkswagen, ultima ad aggiungersi alla lunga lista.

Ma come ha fatto Harman a costruire un successo di tale portata? Semplice, l’azienda statunitense è in grado di fornire ad ogni cliente un prodotto unico e personalizzato, sia dal punto di vista del design (ogni marchio si riconosce per materiali, finiture, forme e colore degli altoparlanti) sia dal punto di vista di quella che i tecnici chiamano firma sonora. Siamo andati a visitare il loro centro Ricerca e Sviluppo di Monaco di Baviera per vedere da vicino il lavoro che sta dietro quella che a prima vista potrebbe sembrare la semplice operazione di installazione di casse e altoparlanti all’interno di una vettura.

 

L’insostituibilità dell’orecchio umano

La prima cosa che stupisce parlando con gli ingegneri del suono di Harman – ognuno dei quali si specializza su brand del calibro di Bang & Olufsen, JBL, AKG, Infinity, Harman Kardon o Mark Levinson, tanto per citarne alcuni – è che per quanto esistano tecnologie avanzatissime e strumenti digitali in grado di modificare il suono in ogni dettaglio, è ancora la sensibilità umana a decretare il giudizio finale su impianto hi-fi. L’ingegnere del suono, con la propria esperienza e attraverso le sensazioni che prova, affina il sound fino ad arrivare al risultato voluto.

Le variabili sono infinite: il posizionamento degli altoparlanti e la forma stessa dell’abitacolo in primis, ma anche la regolazione dei crossover (i dispositivi che indirizzano le diverse frequenze tra tweeter, woofer e subwoofer), lo sfruttamento delle risonanze, la regolazione delle potenze d’uscita. Per ogni vettura si lavora migliaia di ore per trovare la soluzione più congeniale. Tutto, sempre, in funzione delle prestazioni e dell’esperienza d’ascolto che solo l’orecchio è in grado di giudicare.

 

La silenziosità delle auto elettriche tra vantaggi e problemi da risolvere

Quella appena descritta è un’attività “tradizionale”, per quanto evoluta. Nel centro R&D di Monaco, però, si lavora anche in ambiti più recenti, legati principalmente alle auto elettriche. Il primo è quello del comfort acustico. Che offre una grande opportunità ma cela anche delle insidie. Perché in un’auto in cui non c’è il sound del motore, i fruscii aerodinamici e i rumori di rotolamento si fanno più evidenti. E sono tutt’altro che piacevoli.

Due sono le strade per far sì che le auto elettriche, che a basse velocità si muovono avvolte nel silenzio più totale, regalino un buon comfort acustico anche a velocità più sostenute. La prima è quella di lavorare sull’insonorizzazione con pannelli fonoassorbenti. Però così facendo si generano problemi di costo (e le vetture a zero emissioni lavorano su ogni dettaglio per abbassare i prezzi ed essere competitive) e di peso, all’aumentare del quale diminuisce l’autonomia. Harman segue una terza via: quella della cancellazione del rumore. E sta studiando soluzioni in grado di annullare le onde sonore sgradite con frequenze uguali, ma in controfase.

 

Il sound delle auto a batteria

Il secondo ambito strettamente legato alle auto elettriche su cui lavora Harman fa parte del progetto Halosonic ed è quello del sound che devono emettere per legge. L’Unione Europea, infatti, ha stabilito che dal 2020 tutte le vetture a batteria dovranno generare un suono di 75 decibel quando viaggiano a velocità inferiori ai 20 km/h. La norma, che punta a tutelare i pedoni, che potrebbero non avvertire l’arrivo di un’auto elettrica (la questione in effetti è stata sollevata dall’associazione dei non vedenti inglese nel 2017). Una norma equivalente è stata adottata a partire dal primo settembre 2019 anche negli Stati Uniti, dove il sound deve essere emesso quando si viaggia al di sotto delle 16 miglia orarie (30 km/h circa).

Gli AVAS, questo il nome dei dispositivi in questione, che per esteso sono chiamati Acoustic Vehicle Alerting System, rappresentano una grande opportunità per le Case perché possono essere personalizzati. Quindi, ogni brand lavorerà per avere il proprio sound e per utilizzarlo come segno distintivo verso la concorrenza. E Harman, sfruttando la propria competenza nella diffusione sonora per elaborare suoni coerenti con le immagini di un singolo brand e, andando più a fondo, coerenti con il singolo modello di un brand specifico. Una bella sfida.