GP di Spagna: vince Max, ma la McLaren è fortissima

GP di Spagna
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Il GP di Spagna a Barcellona regala certezze, emette verdetti e rimanda chi sperava in un bel voto in pagella.

Vince Max Verstappen (settima volta dell’anno), cosa che non è esattamente una novità, e mette in chiaro che il Mondiale 2024 è roba sua, non importa quali siano i fantasmi che si agitano in casa Red Bull o le voci che si moltiplicano sul futuro suo (resta o va via?) o del re dei progettisti, ormai fuori dalla squadra, ossia Adrian Newey.

Alle sue spalle è arrivato Lando Norris, che ormai ha svestito i panni della promessa, la vittoria di Miami lo ha sbloccato, punta a vincere e vincerà ancora.

Woking e l’attitudine alla vittoria

La McLaren, secondo analisti attenti, è la prima forza tecnica da quattro o cinque gare, il neo – in questo quadro a tinte brillanti – è che abbia vinto una sola volta, ma si sa che l’attitudine alla vittoria è un sorta di mestiere nel mestiere, ci vuole tempo per impararlo (nel caso della squadra di Woking si tratta di ritrovare uno spirito radicato nel proprio Dna).

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Hamilton di nuovo sul podio

Hamilton sale sul podio del GP di Spagna, portando così la Mercedes a raccogliere qualcosa di concreto.

Red Bull super, dunque; McLaren eccellente; Mercedes in crescita, con Hamilton che ritrova il podio; manca all’appello solo la Ferrari.

La squadra del Cavallino ha portato tante novità e forse ha bisogno di tempo per farle ‘maturare’.

A oggi – pur essendo ancora seconda nel Mondiale Costruttori – non è (o non è più) la seconda forza del lotto, in gara deve accontentarsi di un quinto e un sesto posto.

La coppia che scoppia

In più esplode la rivalità interna tra Leclerc e Sainz, del resto lo spagnolo è ormai un ex, logico che solo in parte reciti da uomo squadra (e spesso lo fa) ma nel contempo adotti un punto di vista più egocentrico.

Comprensibile.

A questo, alla gestione piloti, si potrà mettere mano e trovare una soluzione.

Ma riprendere il cammino di crescita ed evoluzione potrebbe richiedere più energie, anche se il Mondiale è lungo e di gare ce ne sono tante.

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Max, tutti lo vogliono

Di certo Max Verstappen, pur guidando un’auto eccellente, non ha più il vantaggio ‘spaziale’ di inizio stagione, ma di suo ci mette il talento, l’esperienza, l’insaziabile fame di vittorie.

Piace così tanto, il super iper Max, che Toto Wolff – il boss della Mercedes – non ha affatto accantonato il piano per ingaggiarlo.

“La Red Bull è solida – dice Wolff – ma queste gare le sta vincendo Max. Noi lavoriamo sulla macchina, sapendo che se torniamo al vertice le nostre auto saranno appetibili per i migliori”.

Chris Horner, il Team Principal delle Red Bull, mostra il nervo scoperto: “Max è nostro e questo è un dato di fatto”.

Ma Wolff insinua e instilla il dubbio: “Dice così? Lasciamo che lo dica”.

E un parola pesante ce la mette anche il CEO Mercedes, Ola Kallenius: “Verstappen starebbe bene vestito d’argento”.

Il colore della Mercedes, appunto…

GP di Spagna amaro: Leclerc è furioso

Torniamo alla Ferrari. Leclerc è furioso con Sainz, per un sorpasso subito nelle prime fasi della gara, un contatto che (a suo dire) lo ha privato del quarto posto, almeno della possibilità di ottenerlo.

In squadra contano molto i piazzamenti di questo tipo, fuori dalla squadra – nella grande platea dei tifosi in Rosso – sono questioni di minore importanza.

E comunque quella di Sainz è stata una manovra ruvida, non certo scorretta.

Il monegasco è molto arrabbiato. “La lotta non è stata corretta, soprattutto il suo attacco non era necessario in quel momento, visto che entrambi sapevamo che bisogna salvare le gomme, specie alla staccata dell’ultima curva”.

“Io ho fatto quel che dovevo fare, anche in quel giro, e Carlos non ha ‘salvato’ un bel niente e mi ha sorpassato a fine rettilineo”.

“E’ andata così, ma la sua è stata una manovra inutile”.

“Ne dovremo parlare, tra l’altro il contatto ha danneggiato un po’ l’ala anteriore a sinistra, cosa che mi ha fatto perdere del tempo”.

“Bisognerà confrontarci. Forse, essendo la sua gara di casa, ci teneva a fare qualcosa di spettacolare, ma non era il momento giusto”.

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Il debriefing privato

Ma la domanda obbligata è questa: senza quel duello, Leclerc sarebbe riuscito a lottare con Russell per il quarto posto nel GP di Spagna?

La risposta, inevitabile, è… forse.

Il debriefing ferrarista, molto privato c’è stato, chissà se sarà servito a chiarire le cose.

Sainz, ovviamente, rimanda le accuse al mittente: “Non so cosa intenda Charles. So che noi avevamo una gomma nuova soft e chi stava davanti aveva una gomma soft usata, quindi bisognava attaccare”.

“Questo è quel che ho fatto. Non so se lui abbia avuto un problema nel primo giro, ma io ho avuto un’opportunità e l’ho colta”.

“Da quel momento sono andato all’attacco delle Mercedes, non so davvero di cosa si lamenti Charles, non potevo stare dietro tutta la vita”.

Ma è chiaro che il motivo di tanto nervosismo non è nella lotta intestina, ma nel fatto che gli avversari abbiano allungato.

Dice Leclerc: “Le gare sono ancora tante, so che tutti stanno spingendo al massimo, ma certo ci vuole pazienza”.

Carlos si difende

E Sainz ribadisce il concetto. “Mi aspettavo che fossimo meglio, McLaren e Red Bull sono davanti, la Mercedes ha migliorato”.

“Ci aspettano tante gare con piste che hanno caratteristiche in comune con Barcellona e fatichiamo più degli altri”.

A Vasseur tocca giocoforza il ruolo del pompiere: “Partivamo quinti e sesti e abbiamo finito quinti e sesti, credo che si debba svolgere un lavoro migliore in qualifica al sabato”.

“Serve un passo in avanti, perché partire dietro costringe a rischiare troppo, anche a livello di strategia. Il contatto tra i nostri due piloti? Non credo che ci sia costato alcunché”.

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La delusione di Lando

Il resto passa dunque in secondo piano.

La delusione di Norris, ad esempio. “Secondo non è abbastanza, quando ci sono occasioni come questa per vincere bisogna coglierle. Ma non sono stato efficace al via, colpa mia. Però siamo in un ottimo momento e dobbiamo alzare il livello”.

Oppure le voci della Mercedes, con Hamilton felice (è tornato sul podio per la prima volta dal GP del Messico dello scorso anno). “Un fine settimana solido di cui ringrazio la squadra – ha detto Lewis – Ma non ho azzeccato la partenza, forse se avessi fatto meglio avrei potuto lottare con Norris”.

E Verstappen? Per dirla dantescamente, guarda e passa: “Questa gara si è decisa nei primi giri, al secondo sono riuscito a passare in testa e ho creato un cuscinetto tra me e gli avversari, un divario che ho capitalizzato”.

“E’ andato tutto bene, inclusa la strategia, perché è evidente che la McLaren era più forte di noi”.

Il GP di Spagna secondo Mario Isola (Pirelli): “Corsa spettacolare”

Nel GP di Spagna, le strategie sulle gomme hanno inciso relativamente, i big hanno scelto le tre soste, nessuno al vertice (e forse qualche squadra avrebbe dovuto farlo…) s’è discostato da una condotta lineare.

“È stata una corsa molto intensa, a tratti spettacolare – penso all’incredibile partenza di Russell, simile a quella di Alonso nel 2011, e ai duelli fra lo stesso George e Max prima e Lando poi – e caratterizzata, nel gruppo di testa, da una partita a scacchi fatta di scelte strategiche e di gestione degli pneumatici fra quattro squadre che si sono spartite le prime otto posizioni nella classifica finale – spiega Mario Isola, direttore del Motorsport PirelliDa parte nostra, paradossalmente, è stata una gara molto lineare. Tutte e tre le mescole si sono comportate secondo le previsioni, sia in termini di usura che in termini di degrado, nonostante delle temperature decisamente superiori alle previsioni della vigilia. Lo stesso si può dire per le strategie, sia come utilizzo degli pneumatici che come finestre. Soft e Medium sono state le mescole più performanti mentre la Hard, nonostante le temperature più elevate, ha fatto un po’ più fatica soprattutto in termini di prestazione assoluta mentre in termini di degrado non ha fornito un vantaggio decisivo”.