GMA T.33 Spider: la supercar a cielo aperto by Gordon Murray

Immagine GMA

“Quando disegno un’auto, immagino come ci si sente a sedersi e come ci si sente a guidare. Fin dal primo schizzo, con il suo abitacolo aperto e l’incredibile motore V12 Cosworth GMA.2 proprio dietro di te, ero sicuro che la T.33 Spider avrebbe offerto un’esperienza di guida davvero coinvolgente, assolutamente diversa da qualsiasi altra vettura”.

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Per descrivere questo gioiello non c’è di meglio che partire dalle parole di chi l’ha disegnato, Gordon Murray, ingegnere e designer sudafricano, ex-progettista di tante monoposto vittoriose di Formula 1 e oggi CEO della GMA – Gordon Murray Automotive.

Come svelato da Murray, la T.33 è stata sviluppata attorno al guidatore, con il chiaro intento di offrire incredibili sensazioni di purezza alla guida, una rarità nel panorama automobilistico moderno.

Osservandola, sembra di fare un tuffo nel passato.

Le linee sono così pulite e minimali da non sembrare vere, come se si trattasse di una concept car.

E lo stupore non passa di certo quando si leggono le caratteristiche tecniche. Un V12 aspirato in grado di superare gli 11.000 giri/min, un cambio manuale, un peso di soli 1108 kg a secco.

Un tributo all’essenza della guida, con la genuinità che deriva dal concetto di “fuoriserie” più classico e autentico, in grado di regalare emozioni e appagare l’occhio, senza inutili complicazioni.

GMA T.33 Spider
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Design Puro

Senza dubbio le linee della T.33 Spider sono ispirate agli iconici anni ’60.

Le proporzioni sono perfette, le superfici sono fluide e dotate di una purezza incredibile, proprio come quelle della versione coupé.

Da qualsiasi angolazione si guardi la T.33 Spider, si è pervasi da un senso di leggerezza e armoniosità.

Davanti, il muso è corto e largo ed è predominante la presenza del grande parabrezza, installato tra i due montanti molto inclinati all’indietro.

Le fiancate sono estremamente pulite e tondeggianti.

La sezione fissa del tetto è caratterizzata da eleganti contrafforti che si fondono armoniosamente con il resto della scocca.

Questa struttura contribuisce ad aumentarne la rigidità, fornendo protezione in caso di ribaltamento.

Sopra il cofano del motore sono presenti le feritoie che aiutano l’estrazione dell’aria per il raffreddamento del motore.

La presa d’aria di alimentazione del motore (airbox ram induction) è montata sopra il tetto ed è un tratto distintivo della T.33 Spider, soprattutto quando vengono rimossi i pannelli del tetto.

Questi ultimi, realizzati in fibra di carbonio, possono essere riposti nel bagagliaio anteriore quando non vengono utilizzati.

Dietro, la coda è tagliata in modo netto, lasciando in bella vista una griglia nera, alle cui estremità spiccano i due gruppi ottici circolari.

GMA T.33 Spider
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Aerodinamica senza fronzoli

Il design della T.33 Spider ha potuto beneficiare della grande esperienza che Gordon Murray ha maturato in Formula 1, soprattutto per quanto riguarda lo studio dei flussi sotto la scocca.

Senza ricorrere a minigonne, vistose prese d’aria o splitter, tipicamente utilizzati in altre supercar e che ne avrebbero compromesso il design, quasi tutta la deportanza (che raggiunge 150 kg di spinta a 240 km/h) è infatti generata nel sottoscocca.

Il sistema cardine dell’aerodinamica è il PBLC (Passive Boundary Layer Control).

Introdotto già sulla variante coupé, qui è stato ulteriormente perfezionato.

Si tratta di una presa d’aria nella parte anteriore dell’auto che dirige l’aria a bassa pressione sotto la scocca, immettendola poi in un diffusore posteriore dove viene effettuato il distacco della vena fluida.

In combinazione con lo spoiler posteriore attivo, il PBLC offre l’equilibrio ideale tra bassa resistenza aerodinamica, elevato carico aerodinamico e stabilità alle alte velocità, con o senza i pannelli del tetto.

L’angolo di rake dell’auto è visivamente positivo, si nota infatti l’altezza maggiore della parte posteriore rispetto a quella anteriore, proprio per migliorare il funzionamento del diffusore.

La sezione posteriore fissa del tetto è accuratamente ottimizzata per ridurre al minimo la resistenza quando i pannelli non sono montati: un design molto più aerodinamico rispetto alle classiche doppie “gobbe” dietro i sedili, tipiche di uno stile di carrozzeria da speedster.

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Monoscocca in fibra di carbonio

La T.33 Spider stabilisce un nuovo punto di riferimento per le supercar aperte.

Condivide la stessa costruzione con monoscocca in fibra di carbonio ultraleggera della sorella coupé T.33 (chiamata iStream® Ultralight carbon monocoque) e, nonostante il tetto removibile, è in grado di garantire comunque un’eccezionale rigidità torsionale, che come sappiamo è necessaria per offrire doti di maneggevolezza e agilità tra le curve.

Si è anche evitato di aggiungere rinforzi strutturali – come si farebbe in un approccio tradizionale – che avrebbero aggiunto peso.

Ci sono infatti solo 18 kg in più rispetto alla versione coupé, con una massa complessiva a secco di 1108 kg.

Entrando più nel dettaglio, la struttura è composta da pannelli in fibra di carbonio uniti a elementi tubolari di alluminio estruso, triangolati a nodi di alluminio pressofuso.

Questa architettura unisce rigidità, leggerezza e livelli eccezionali di sicurezza e protezione degli occupanti.

Le ridotte tollerante di produzione hanno permesso infine agli ingegneri di collocare i componenti interni molto vicini alla scocca, a vantaggio delle dimensioni ridotte dell’auto.

GMA T.33 Spider
GMA T.33 Spider: particolare del posteriore. Immagine GMA

Scelte derivate dalla Formula 1

Tra i target di sviluppo principali di questa vettura c’è l’handling, ovvero la capacità di offrire un’elevata maneggevolezza e un feeling di guida puro e genuino.

Il punto di partenza è la scocca, leggera e rigida.

Le sospensioni sono a quadrilatero deformabile davanti e dietro, la migliore geometria per il controllo degli angoli e in particolar modo per il recupero del camber in curva.

Gli elementi sospensivi hanno un design di tipo coilover (cioè con molla coassiale all’ammortizzatore) e non sono volutamente regolabili in modo adattivo.

Infatti, i parametri di smorzamento in compressione e rimbalzo sono stati scelti dai progettisti per offrire il migliore equilibrio tra tenuta di strada e facilità di controllo.

Seguendo la pratica del motorsport, il gruppo propulsore del T.33 Spider è semi-strutturale, con la sospensione posteriore montata direttamente sulla scatola della trasmissione.

Per evitare che rumori eccessivi, vibrazioni e ruvidità vengano trasmessi all’interno della cabina, il sistema è dotato del sistema IASM (Inclined Axis Shear Mounting) di GMA.

Il sistema IASM utilizza supporti flessibili per fornire esattamente la giusta quantità di isolamento, consentendo allo stesso tempo di non avere troppa flessibilità sull’assale e quindi di non deteriorare le caratteristiche di manovrabilità.

Il servosterzo è elettroidraulico, la migliore scelta per quanto riguarda la sensibilità di sterzo, in grado di offrire una purezza di guida senza pari.

Il sistema frenante Carbon Ceramic Matrix (CCM) offre infine una combinazione ideale di elevata resistenza termica, basse masse non sospese e usura ridotta.

I dischi anteriori sono da 370 mm x 34 mm con pinze monoblocco a sei pistoncini.

I dischi posteriori sono da 340 mm x 34 mm con pinze monoblocco a quattro pistoncini.

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Cosworth V12 aspirato

Sotto il cofano della T.33 Spider si cela un motore a benzina aspirato da 3,9 litri V12 a carter secco, con angolo di bancata di 65°, sviluppato da Cosworth per GMA.

La prima particolarità è quella di avere due iniettori di carburante per cilindro, per distribuire meglio il flusso all’interno della camera, che ha una grande estensione a causa dell’elevato alesaggio.

Per poter garantire un’elevata velocità di rotazione, è stata infatti ridotta la corsa (63.8 mm) a vantaggio dell’alesaggio (81.5 mm), quindi rallentando la velocità del pistone per ridurre le forze d’inerzia.

Il rapporto di compressione è piuttosto elevato, 14:1, uguale a quello del motore della sorella più grande, la T.50.

Gli alberi a camme in testa sono comandati tramite una cascata di ingranaggi, soluzione corsaiola, più affidabile rispetto alla catena di distribuzione.

La straordinarietà di questo motore risiede anche nella sua elasticità:

  • il 75% della coppia nominale massima di 451 Nm è disponibile a partire da soli 2.500 giri/min,
  • il 90% viene mantenuto da 4.500 a 10.500 giri/min.

La potenza massima di 617 CV viene erogata a 10.250 giri/min, con il motore limitato elettronicamente a un sorprendente valore 11.100 giri/min.

Il modo in cui il motore sale di giri è impressionante, perché è stata ridotta al minimo la sua inerzia, grazie all’uso del titanio per i componenti più critici come le bielle.

L’unità completa pesa solo 178 kg, ciò la rende il motore V12 stradale più leggero al mondo.

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Cambio esclusivamente manuale

La T.33 Spider è offerta solo con un cambio manuale Xtrac a sei velocità.

Leggerissimo, soli 82 kg, è in grado di garantire cambi di marcia rapidi, fluidi e precisi.

Il powertrain è completato da una frizione multidisco da 184 mm di diametro che eroga la coppia richiesta con un’inerzia minima e da un differenziale meccanico a slittamento limitato (LSD).

Anche in questo caso non c’è elettronica, per garantire al conducente una risposta quanto più possibile sincera e prevedibile.

GMA T.33 Spider
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Solo 100 esemplari

La GMA T.33 Spider fa del design e della purezza i suoi migliori pregi.

Il motore aspirato a 12 cilindri, la quasi assenza di dispositivi elettronici e il cambio manuale sono un tuffo nel passato, caratteristiche che scaldano il cuore di qualsiasi appassionato.

L’unica nota dolente, come per tutte le vetture stradali GMA, è quella di essere prodotta in soli 100 esemplari.

GMA T.33 Spider
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