
GP di Imola amaro per la Ferrari, dolce per le McLaren e al miele per la Red Bull (di Max Verstappen) che vince per la quarta vola consecutiva sul Santerno.
RED BULL 10.
Gli si chiedevano essenzialmente tre cose al fine specifico di compiere il suo consueto miracolo.
- Uno: partire in prima fila (meglio dalla pole, ma non si può avere tutto dalla vita…);
- due: scattare bene al via;
- tre: condurre la gara senza commettere né errori né sbavature.
Il punto uno lo ha evaso sabato; il punto tre in gara, sempre padrone della situazione.
Sul punto due è stato favoloso, lasciando Piastri attonito alla prima curva.
Certo, tra puristi ed esperti qualcuno dirà che era sulla parte gommata della pista.
Vero, ma vero anche che Max Verstappen è stato immenso ed immensamente bravo. Voto 10 (con lode).

Sostiene di non sentirsi in lizza per il titolo, ma la classifica dice una cosa diversa. Si vedrà.
Tsunoda (6.5) sbaglia malamente al sabato (“Sono un stupido” dirà in seguito), ma trova riscatto risalendo in zona punti durante la gara.
In ogni caso il secondo pilota in casa Red Bull non è e non sarà mai davvero importante, né può pensare di ipotecare un dopo-Max, ancora distantissimo. Yuki però è bravo, va incoraggiato.
MCLAREN 9
A Woking hanno l’auto migliore, è un fatto.
Me lottare contro Max è durissima.
Piastri (voto 7) svolge un lavoro eccellente, per quanto penalizzato dalla strategia e dalla Virtual Safety Car.

Però al via sembra più preoccupato di chiudere Russell che di tenere a bada Verstappen, si prende una “sverniciata” che resterà nella storia e forse gli servirà per maturare.
Il podio consolida la sua leadership mondiale e non è poca cosa. Norris (voto 7) vince il duello con Piastri.

Ed è tanta roba, perché i punti lo tengono in corsa per il titolo. Tuttavia resta nella condizione di inseguire il compagno.

WILLIAMS 7
Non è solo il piazzamento ottimo di Alexander Albon (voto 7.5) ma piace l’impressione di crescente solidità di un team storico che mostra voglia e determinazione nel risalire la china.
E dire che, per stessa ammissione dei dirigenti, si pensa quasi solo al 2026.
Peccato che all’appello manchi in parte Carlos Sainz (voto 5.5) che evidentemente deve ancora metabolizzare l’aver lasciato Maranello.
MERCEDES 5
Ci si aspettava di più, inutile negarlo.
In primis da Russell, bene sino al sabato, poi via via scivolato indietro durante la corsa: voto 5.
Più complicato giudicare Kimi Antonelli: è evidente che la prima volta di fronte al pubblico di casa se l’immaginava molto diversa, la pressione c’è stata e l’ha sentita, forse lui s’è concesso troppo, tanto che Valentino Rossi (ospite al paddock) lo ha ammonito: “Dovrà imparare a dire qualche no”. Tra venerdì e sabato è stato lento e confuso, in gara attardato sino a che l’ha tradito l’auto. Voto 5.

FERRARI 5.5
Nel GP di Imola, Lewis Hamilton tira fuori dal cappello un piccolo coniglio (piccolo, sia chiaro), che vale la quarta posizione.
Charles Leclerc lotta a testa bassa e, senza l’accoppiata Virtual Safety e Safety, sarebbe forse arrivato in un posizione migliore.
Però ha dato tutto quel che aveva a disposizione, bisogna riconoscerlo. Voto (a entrambi) 6.5.
La questione è di tutt’altra natura.

La questione è chiedersi come mai la Ferrari, a questo punto della stagione, sia così lenta e problematica da non riuscire a qualificare i suoi piloti nel “Q3″.
Sabato il Team Principal, Fred Vasseur, aveva preso le distanze sostenendo che l’auto non sia stato progettata dal gruppo di lavoro che sta componendo attorno a sé.

Vero, ma inelegante dirlo.
E poi, se si parla al cuore della gente, sono temi da evitare: panni sporchi che vanno lavati in casa. Tanto che a chiedere scusa ai tifosi s’è messo (sempre sabato dopo la qualifica da incubo) il solo Leclerc, caricandosi sulle spalle responsabilità non sue.
Questa Ferrari – squadra e auto – è davvero troppo brutta poco importa se poi in gara (nel GP di Imola bravi gli uomini della strategia) si riesce a tamponare un po’ una situazione così deludente. Il 2025 rischia di essere un calvario.
RACING BULLS 7
Tutti promossi a Faenza, squadra e piloti.
Il rookie francese Hadjar si avvia a diventare la vera sorpresa della stagione (voto 7.5).
Lawson, declassato dalla Red Bull, aveva dapprima mandato buoni segnali. Poi s’è un po’ spento (voto 5.5), deve dare di più.
ASTON MARTIN 6.5
Eccellente in qualifica, con un’auto migliorata da tanti piccoli aggiornamenti e sostenuta dall’inesauribile verve di Fernando Alonso (voto 7).
Però in gara il classico verde british si scolorisce alquanto. E Stroll (6) è sempre Stroll.
HAAS 5
Poco da segnalare sul fronte della squadra che batte bandiera americana.
Bearman arriva in fondo (voto 5.5), Ocon no (s.v.).
ALPINE 6
Gasly è sempre una certezza, ma a Imola spreca troppo nel duello con Leclerc durante le fasi iniziali della corsa: voto 6.
Colapinto (voto 5) ha deluso sabato (rovinando completamente la sua auto) e in corsa non s’è visto granché.
Briatore lo ha preferito a Doohan, ma per adesso non è andata come si pensava potesse andare.
Gli si chiedeva di non andare a sbattere (e lui l’ha fatto) e di essere veloce (e lui non lo è stato).
SAUBER 6
Hulkenberg ha esperienza e velocità (voto 6), mentre Bortoleto (voto 5,5) deve ancora crescere.
Tutti aspettano di cambiare casacca e diventare Audi. Meritano fiducia.
PIRELLI 7
Ha debuttato nel GP di Imola la mescola C6, che qualche incertezza l’ha creata.
Ma come sempre i gommisti italiani passano l’esame.
Spiega Mario Isola, direttore del Motorsport: “La scelta di selezionare un tris di mescole uno step più morbido rispetto alla scorsa stagione si è rivelata corretta. Se prendiamo in esame la prima parte della gara – la seconda è stata condizionata dalle neutralizzazioni – abbiamo visto come in una situazione in cui tutti i piloti stavano gestendo il ritmo nello stint iniziale è bastato che uno di loro facesse una mossa a sorpresa anticipando il pit stop per innescare un cambio di scenario. Avere mescole più morbide ha comunque aperto la porta a più opzioni, sia in termini di numero di soste che di lunghezza degli stint”.
