Emissioni CO2, richiesta una proroga per il COVID-19

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La diffusione del Coronavirus sta mettendo a dura prova non solo il settore sanitario ma anche l’industria in generale. Nella lista delle attività costrette alla sosta forzata in quanto non considerate tra i produttori di beni necessari ricade anche tutta la filiera automobilistica, che sta già valutando quali potranno essere le conseguenze di questo lungo stop nella produzione e nella ricerca e sviluppo. Proprio per questo motivo, la scorsa settimana, l’associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) ha chiesto di ritardare gli obiettivi che la UE aveva imposto in termini di emissioni di CO2.

Opinioni diverse

Se le case automobilistiche tedesche appartenenti ad ACEA, che hanno investito molto sull’elettrificazione della gamma, non vogliono una proroga dei limiti di CO2 e delle sanzioni che ne conseguono, dall’altro lato alcuni costruttori, sostenuti da Mike Manley, CEO di FCA e presidente di ACEA, hanno sottoscritto inviato la richiesta a Ursula von der Laxen, presidente della Commissione europea. L’opposizione alle rigide norme sulle emissioni è stata appoggiata anche da altre tre associazioni: i rappresentanti di fornitori europei (CLEPA), i produttori di pneumatici (ETRMA) e le aziende di riparazione di motori (CECRA). Il pensiero comune è che lo stop imposto allo sviluppo e alla produzione dei veicoli possa sconvolgere la tabella di marcia per la preparazione alle normative UE entro i termini prefissati.

La parola ai protagonisti

Tutte e tre le case automobilistiche tedesche, VW, Daimler e BMW, hanno riconosciuto che non è necessaria una proroga sui limiti di emissioni CO2 non solo perché è troppo presto per giudicare gli impatti del coronavirus sull’industria automobilistica ma anche perché vendere meno auto non avrà alcun impatto sul rispetto della legge. Quello che conta veramente è il tipo di auto che viene venduta.

Un portavoce della VW ha affermato: “È stata approvata la normativa per gli obiettivi della flotta di CO2 nell’UE. Per il Gruppo Volkswagen, l’attuale situazione legale è decisiva. Stiamo continuando ad investire, aumentando i nostri sforzi per raggiungere gli obiettivi della flotta per il 2020 e per gli anni a venire”. Dello stesso parere Julia Peliscanexa, direttrice dei veicoli puliti di Transport & Environment, un’associazione senza scopo di lucro con sede in Belgio che promuove la mobilità a emissioni zero, che ha sostenuto la decisione di BMW, Daimler e Volkswagen di onorare le norme sulla CO2, e ha affermato: “Sebbene la ripresa economica complessiva sia cruciale, non dovremmo lasciare che alcune Case opportuniste utilizzino la crisi per far tornare spudoratamente indietro gli obiettivi climatici dell’UE per le automobili.

Già a dicembre, il gruppo di fornitori europei CLEPA ha voluto riaprire le discussioni sugli obiettivi di CO2 a lungo termine approfittando del cambio di leadership della Commissione europea. Carlos Tavares, CEO di PSA, ha criticato i legislatori dell’UE, sostenendo che una riduzione delle emissioni di CO2 potesse, in qualche modo ridurre le opzioni di trasporto: “La libertà sulla mobilità è qualcosa di fondamentale per i nostri diritti”.

Intanto, la Commissione europea, tramite un portavoce, ha dichiarato che rimarrà sui propri passi: “La Commissione è determinata a utilizzare tutti gli strumenti politici a sua disposizione per aiutare a proteggere i cittadini e mitigare le conseguenze socioeconomiche gravemente negative della pandemia di coronavirus. Dobbiamo anche garantire che la ripresa sia il più sostenibile possibile, sia a livello economico che ambientale”.