
Una stangata dell’Antitrust che fa rumore, e non è soltanto una questione di energia, ma di concorrenza.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto a Enel X ed Enel X Way Italia una multa da oltre 2 milioni e 300mila euro.
Concorrenza in un mercato embrionale
L’accusa è abuso di posizione dominante nel mercato della ricarica pubblica tra il 2022 e il 2023.
Secondo l’Antitrust, la strategia di prezzo avrebbe “compresso i margini” e reso più difficile la vita ai concorrenti, frenando così lo sviluppo di un settore cruciale come quello della mobilità elettrica.
Enel X respinge le accuse e ribatte che il mercato è ancora in una fase embrionale, i prezzi dell’energia nel periodo analizzato erano eccezionalmente alti e l’impegno nelle infrastrutture è stato sempre in linea con la crescita della domanda.
Resta, però, un dato di fatto: l’episodio apre un nuovo fronte di riflessione sul rapporto tra infrastrutture, regole e innovazione.
Dentro le colonnine, alla base delle ricariche
Ma che cosa si cela dietro una.. specie di palo a prima vista anonimo, posizionato in un parcheggio o lungo una strada di città, spesso isolati?
Anche se si assomigliano, le colonnine di ricarica non sono tutte uguali. Esistono diversi livelli di complessità e potenza.
Prima di tutto le wallbox domestiche. Piccole e compatte, si installano in garage o aree condominiali, ricaricano in corrente alternata (AC) e possono adattarsi ai consumi dell’abitazione.
I cosiddetti lampioni “smart”, cioè punti luce riconvertiti che nascondono prese di ricarica, unendo efficienza energetica e mobilità elettrica.
Le colonnine stradali in AC, i classici totem con due prese, capaci di gestire diversi tipi di veicoli e potenze fino a 22 kW.
Infine le stazioni veloci in DC, con le quali si gioca la partita della ricarica rapida. Con potenze elevate, riescono a “rifornire” una BEV in tempi paragonabili a una sosta al distributore tradizionale.
Dietro la scocca c’è un insieme di elettronica avanzata: cablaggi, sistemi di conversione e moduli di comunicazione che dialogano costantemente con il veicolo.
Un sistema che non solo trasferisce energia, ma che la regola, la misura e ne certifica la sicurezza.
Norme, prese e protocolli, l’alfabeto della ricarica
Il mondo delle colonnine è governato da standard rigorosi. La norma IEC 61851-1 definisce le diverse modalità di ricarica
Modo 1–2 sono le ricariche lente da presa domestica, oggi quasi residuali. Le Modo 3 sono le più diffuse in ambito urbano e pubblico, fino a 63 ampere e 480 volt, con connettori di Tipo 2.

Le Modo 4 sono per la ricarica rapida in corrente continua, quella che permette di recuperare centinaia di chilometri in meno di mezz’ora.
Il dialogo tra auto e colonnina è garantito da protocolli come il Control Pilot e il Proximity Pilot, che stabiliscono i limiti di corrente e la sicurezza del collegamento.
Nelle stazioni più avanzate, la conversione dell’energia (da AC a DC) viene separata in grandi armadi detti power cabinet, aumentando affidabilità e capacità di erogazione.
L’esperienza utente passa dall’app alla “spina”
La tecnologia non è soltanto dentro la colonnina, ma anche nella sua interfaccia con l’automobilista.
L’accesso avviene tramite applicazioni dedicate o badge RFID, che abilitano la sessione di ricarica e permettono di gestire tempi e costi.
Per le colonnine veloci, in Europa domina lo standard CCS Combo 2. Il cavo è già integrato, basta collegarlo al veicolo e avviare la sessione. Se invece si utilizza un cavo AC meno performante rispetto alla capacità dell’auto, la ricarica avverrà comunque, solo più lentamente.
Una partita appena cominciata
La sanzione all’operatore leader mette in luce una verità scomoda.
L’elettrificazione non è solo questione di tecnologia, ma anche di equilibri di mercato. La concorrenza, se garantita, diventa acceleratore di innovazione.
Il rischio, al contrario, è trasformare le colonnine da strumenti di libertà in nuovi cancelli monopolistici.
Nell’immaginario comune, la colonnina è solo un palo che eroga corrente. In realtà è molto di più, in quanto è la porta d’accesso a un nuovo modo di vivere l’auto. Guardarla da vicino significa osservare il motore di una rivoluzione che chiede regole chiare, tecnologie aperte e un futuro che scorra veloce come l’energia.