Dopo uno sviluppo durato quasi quattro anni, arriva il momento del debutto per la nuova Dacia Bigster, il modello con il quale il brand di origini rumene entra nell’agguerrito Segmento C. Lo fa con un modello che nasce sulla base dell’ultima generazione della Duster, rispetto alla quale però, si differenzia non soltanto per le dimensioni maggiori, ma anche e soprattutto per le soluzioni tecniche che porta al debutto. Quindi, se pensate che si tratti “semplicemente” di una Duster in formato XXL, siete del tutto fuori strada.
Dacia Bigster: come è fatta
Come dicevamo, la piattaforma è la CMF-B, la medesima sulla quale nascono diversi modelli elettrificati di casa Renault, come Clio e Captur e ovviamente la Duster. Nonostante l’aspetto molto simile, le dimensioni della Bigster sono molto diverse da quelle della sorella minore. La lunghezza, infatti, cresce da 4,34 metri, fino a 4,57 metri. Buona parte dei centimetri in più si trovano nello sbalzo posteriore e solo in parte nel passo che passa da 2,65 a 2,70 metri. Il design degli esterni, quindi, ricalca in maniera molto fedele lo stile della Duster, con qualche piccola differenza solo nel design del paraurti anteriore e negli inserti in polipropilene sulle portiere anteriori. Inediti per la Bigster, poi, sono i cerchi in lega che qui possono arrivare fino a 19 pollici.
Decisamente superiore lo spazio a bordo, a partire per quello riservato ai bagagli. Il vano di carico, infatti, ha una forma molto regolare e assicura una capacità in configurazione standard di 667 litri. Buono anche lo spazio per chi viaggia dietro, con ben 25 centimetri di spazio per le gambe. La zona anteriore ricalca forme e contenuti della Duster, ma con qualche interessante differenza dal punto di vista della tecnologia. Il quadro strumenti digitale è qui in grado di riprodurre le mappe di Apple CarPlay e Android Auto, che comunque possono essere riprodotte anche sullo schermo centrale del sistema di infotainment, sempre da 10 pollici. Ma non è tutto: i tecnici dacia hanno lavorato di fino per migliorare anche il livello di qualità percepita a bordo, non tanto puntando su materiali di qualità superiore, quanto adoperandosi per migliorare il livello di insonorizzazione a bordo.
Dacia Bigster: la meccanica
Ecco, dimensioni a parte, forse il capitolo più interessante per quanto concerne la nuova Bigster è quello dedicato ai powertrain. Sono quattro quelli disponibili, costituiti da interessanti novità che proprio con il nuovo Suv rumeno fanno il loro debutto all’interno della gamma Dacia. Partiamo dall’ibrido più spinto, ovvero il full-hybrid che sfrutta l’ormai ben conosciuto sistema del gruppo Renault costituito da un propulsore endotermico e due elettrico, uno dei quali con funzione di motogeneratore e sincronizzatore per il cambio. Ma rispetto a quello attualmente in uso su diversi modelli Renault e Dacia, questo è costituito da un nuovo 1.8 a quattro cilindri in luogo del vecchio 1.6 e anche le due unità elettriche sono state aggiornate. Ora la potenza di sistema raggiunge così i 155 CV e grazie alla batteria potenziata da 1,4 kWh, il powertrain è in grado di assicurare una maggiore autonomia in elettrico.
A listino poi anche un 1.2 a tre cilindri turbo con tecnologia mild-hybrid disponibile a trazione anteriore con una potenza di 140 CV, oppure con la trazione integrale e 130 CV. Ma la vera novità è rappresentata dalla possibilità di scegliere questa unità con doppia alimentazione benzina/GPL a trazione anteriore e 140 CV. Si tratta di uno dei primissimi propulsori sul mercato che abbinano un sistema mild-hybrid all’alimentazione GPL, capace così di assicurare consumi ed emissioni molto contenute. I prezzi della nuova Bigste non sono ancora stati ufficializzati. Tuttavia, sappiamo che la variante mild-hybrid avrà un prezzo di partenza di meno di 25.000 euro, mentre la full-hybrid partirà da meno di 30.000 euro.