Uber punta all’aerotaxi driverless

Uber aerotaxi driverless

Uber punta all’aerotaxi driverless. Per una settantina d’anni l’automobile volante non ha mai funzionato ma ora le cose potrebbero cambiare grazie a Uber, il gigante dei “taxi part time”, ed agli enormi progressi della robotica. L’aeroplano è solo di poco più giovane dell’automobile, così come l’elicottero, e si può dire che da quando esistono tutti questi mezzi di trasporto vi sia stato chi ha tentato di coniugarne le capacità, con il sogno finale di un’automobile in grado di spostarsi nelle tre dimensioni anziché nelle tradizionali due. Si può dire che fino ad oggi questo sogno non si sia avverato, anche se alcuni progettisti vi sono andati più vicini di altri. Vi si sono opposti diversi fattori, primo fra i quali la tecnica, dato che non esisteva un propulsore del tutto idoneo a questo scopo. Si potrà obiettare che l’elicottero è in grado di decollare ed atterrare da un parcheggio (purché sufficientemente ampio e libero da ostacoli) ma si tratta di una macchina alquanto costosa, che richiede un rotore di superficie ben difficilmente inferiore a 40-50 m2 ed il cui pilotaggio, obiettivamente, non è alla portata di tutti. Inoltre, con le normative in vigore, per una vera auto volante sarebbe necessaria una doppia/tripla preparazione dell’utente che dovrebbe avere una patente automobilistica, una licenza di pilota di aeroplano e almeno la frequenza parziale di un corso su elicottero. Infine vi è un problema normativo, legato a come gestire questo traffico aereo a quote basse e in un contesto urbano.

Larry Page
Larry Page, uno dei fondatori di Google, ha preso molto sul serio il problema della futura mobilità urbana.

Nel volgere di pochi anni, però, sono cambiate tante cose e, a fianco dei progettisti visionari e autonomi, spesso privi di fondi, e dei grandi costruttori tradizionali inevitabilmente condizionati da esperienze passate e da volumi di produzione, è comparsa una nuova generazione di imprenditori/mecenati, più o meno tutti legati al mondo dell’informatica, per i quali il finanziamento non costituisce un limite. Ne ricordiamo qualcuno: Paul Allen (Microsoft, Stratolauncher), Richard Branson (Virgin Galactic), Travis Kalanick (Uber), Elon Musk (Pay Pal, Tesla, Space X), Larry Page (Google, Alphabet). Questi personaggi, grazie alle loro visioni non convenzionali, sono tra gli artefici dell’auto a guida autonoma, stanno affiancando le grandi agenzie spaziali nazionali e forse presto le sostituiranno nell’esplorazione dello spazio.

Nelle idee di questi “tycoons” e dei loro consiglieri tecnici, il problema della motorizzazione dell’auto volante oggi appare risolvibile, grazie ai considerevoli progressi nel campo della propulsione elettrica; altrettanto superabile è la difficoltà di trasformare gli utenti in piloti di aeromobile, visto che a quest’aspetto può supplire la guida robotizzata. Quanto alla normativa, come sappiamo Uber è formalmente illegale, ma sta diventando un fenomeno inarrestabile…

Su questo tema proprio Uber ha presentato il 27 ottobre un corposo studio (98 pagine) con cui passa in rassegna le problematiche, lo “stato dell’arte” e si sofferma sui progetti più promettenti, concludendo che lo sviluppo di auto volanti per trasporto pubblico, con guida robotizzata, è possibile.

Uber non intende costruire quest’auto volante ma offrirebbe la base di mercato ai costruttori e si occuperebbe dei problemi di certificazione e gestione; lo studio illustra l’obiettivo di trovare un mezzo con una sinistrosità del 75% inferiore a quella degli attuali aeromobili certificati secondo le norme Part 135 della Federal Aviation Administration e dimezzata rispetto a quella dei taxi stradali.

Il “paper” non si sofferma su un tipo di auto volante in particolare, pur indicando dei requisiti (come almeno quattro posti, motorizzazione elettrica “distibuita”, cioè con più motori ed eliche, velocità tra 240 e 320 km/h, autonomia tra 80 e 370 km) pur illustrandone qualcuno; qui di seguito abbiamo raggruppato i progetti più autorevoli e promettenti, tra quelli apparsi in questi ultimi mesi, alcuni dei quali sono sicuramente già in esame da parte di Uber.

AIRBUS VAHANA
Il gigante europeo Airbus (a partecipazione principalmente franco-tedesca) nel corso dell’estate aveva anticipato la sua volontà di realizzare un “air taxi” robotizzato, probabilmente per non restare indietro se il fenomeno fosse realmente esploso ad opera di altri costruttori. Lo studio è stato condotto dal centro sperimentale A3, con sede nella californiana Silicon Valley, dove era stato iniziato segretamente già in febbraio, sotto la direzione dell’ing. Rodin Lyasoff. Il progetto è chiamato Vahana (mitica divinità indù che aveva il compito di trasportare altri dei). Al momento è raffigurato come quello che si usa definire “elicottero ad ala basculante” (tilt wing), monoposto, azionato da quattro motori elettrici con altrettanti rotori/elica; la guida sarà completamente robotizzata ed un primo prototipo dovrebbe essere pronto entro la fine del 2017, seguito da un ulteriore esemplare allo standard di pre-serie nel 2020, per arrivare alla produzione in serie nel 2030.

Uber aerotaxi driverless
Un disegno del progetto Airbus Vahana.

JOBY S2
Un elicottero che può variare l’asse di spinta delle eliche con Distibuted Electric Propulsion, cioè con un motore elettrico per ogni elica, è anche l’S2 della start-up americana Joby Aviation. Quest’architettura arriva a comprendere 12 complessi motore/elica, otto sull’ala e quattro sugli impennaggi, e nel volo di crociera può ripiegare le pale dei propulsori non utilizzati per ridurne la resistenza aerodinamica. Il progetto, sperimentato su modelli in scala ridotta, prevede due posti, una velocità di crociera di 320 km/h ed un’autonomia di 320 km. Naturalmente la guida sarà autonoma.

Joby 2

E-VOLO VC-200 VOLOCOPTER
Di aspetto decisamente meno pratico – ma anche questo è uno dei progetti presi seriamente in considerazione – vi è il tedesco E-Volo VC-200 Volocopter. Questo progetto è importante perché si tratta di un precursore: il suo primo volo è avvenuto il 17 novembre 2013. a Karlsruhe e ciò dimostra quanto sia stato rapido il progresso da allora ad oggi. Infatti il Volocopter, pur avendo ben 18 rotori bipala, disponeva di un solo motore. Biposto, aveva solo limitate possibilità di telecomando da terra. Le prestazioni previste indicavano una velocità massima orizzontale di 100 km/h, una quota di tangenza di 1.980 m ed un’autonomia di circa 30 km, pari a 20 minuti di volo.

Volocopter VC200
Il primo volo non vincolato dell’E-Volo VC-200 Volocopter.

EHANG-184
L’EHang-184, presentato nel giugno 2016, è un aerotaxi a guida autonoma che si rifà alla formula dei piccoli droni con quattro rotori alle estremità di una struttura ad X: in questo caso i rotori sono doppi e coassiali. Naturalmente a propulsione elettrica e con guida autonoma, è un monoposto che è stato preso molto sul serio dallo stato del Nevada, in particolare dall’Office of Economic Development e dal Nevada Institute for Autonomous System. Il costruttore ha realizzato un prototipo che ha compiuto i primi voli vincolati a punto fisso e ha anticipato l’intenzione di richiedere alla Federal Aviation Administration il certificato di navigabilità. La propulsione è assicurata da otto motori elettrici da 106 kW, con velocità massima prevista in 100 km/h. La EHang è un’azienda cinese con sedi distaccate in California e Germania, attiva nel campo dei droni.

Ehang

LILIUM AVIATION LILIUM JET
Il Lilium Jet è un aeromobile tedesco per il quale il costruttore Lilium Aviation intende chiedere la certificazione come Light Sport Aircraft secondo le norme europee; l’uscita di fabbrica del prototipo è prevista per gennaio 2018. Il sistema di propulsione è DEP, con ben 36 “ducted fans” (ventole intubate) di piccolo diametro, basculanti, ad azionamento elettrico tramite motori da 320 kW (o 435 HP) complessivi, alimentati da batterie. Il “Lilium Jet” prevede decollo ed atterraggio verticali, un carico pagante di 200 kg (rappresentato da pilota e passeggero), una velocità di crociera di 300 km/h e massima di 400 km/h, con autonomia di 500 km.

Lilium

TERRAFUGIA TF-X
L’americana Terrafugia è conosciuta per aver realizzato, nel 2009, il prototipo di un’auto volante (la Transition), secondo gli schemi tradizionali del passato; l’ha poi riproposta in forma aggiornata nel 2012 e nel 2016 ha ottenuto una deroga in base alla quale, oltre la normale patente auto, richiede una licenza di pilota sportivo anziché l’usuale brevetto di pilota. Ora, però, la Terrafugia ha presentato un nuovo progetto, provato sotto forma di modello in scala, che ricorre alla formula dei rotori basculanti, con due motori elettrici da 500 kW (670 HP) associati ad un motore a combustione interna da 300 HP per la propulsione orizzontale. È prevista la guida autonoma e l’azienda sta trattando con la FAA la certificazione come UAS (Unmanned Air System, aeromobile senza equipaggio).

ZEE.AERO
La start-up californiana Zee.Aero fa capo a Larry Page, cofondatore di Google, che ha preso molto sul serio la realizzazione di un veicolo da trasporto personale con comandi robotizzati, azionato da dieci motori elettrici. Non è stato detto molto delle sue caratteristiche, ma in compenso si sa che Page ha fatto costruire diversi modelli in scala funzionanti ed addirittura un prototipo pilotato che ha compiuto i primi voli dall’aeroporto di Hollister, in California. Nella forma definitiva quest’auto volante sarà una sorta di… millepiedi, con un corpo centrale per un occupante e ali disposte secondo la formula “canard”, con otto motori per il sollevamento e due per la propulsione. Come si diceva, questa volta ci sono le idee, ci sono i capitali e c’è il software: se la propulsione elettrica “distibuita” risponderà alle aspettative, tra il 2020 ed il 2030 vedremo i taxi volanti come nel film “Il quinto elemento”.

Zee Aero