
Meno di 1.480 kg e (quasi) non sentirli, in parte dal punto di vista ambientale perché fino a 40 sono ascrivibili ai materiali riciclati impiegati per gli esterni e per gli interni, ossia il 16% della massa sintetica.
E con motorizzazioni esclusivamente elettrificate: all’esordio la T-Roc è mild hybrid a 48 Volt e nel corso del 2026 anche full hybrid.
Efficienza e sostenibilità sono importanti per Volkswagen, che deve fare volumi e allo stesso tempo ridurre la propria impronta carbonica anche con un modello ad alimentazione “convenzionale”.

La T-Roc è la prima auto del costruttore tedesco a disporre di una gamma puramente ibrida: una scelta fondamentale perché il Suv compatto (comunque cresciuto di 12 centimetri in lunghezza fino a 4,37 metri) è un modello che è già stato venduto in due milioni di esemplari nella sua prima generazione, lanciata nel 2017.
Palmela, cuore pulsante della T-Roc
“Autoeuropa”, lo stabilimento portoghese di Palmela, poco distante dalla capitale Lisbona, lo ha fabbricato e continuerà a farlo.
Ci lavorano 5mila persone che contribuiscono al 4,5% dell’export del Paese. E che in futuro dovranno assemblare anche l’elettrica più “economica” della Volkswagen, quel concept ID.every1 da meno di 20mila euro che dovrebbe arrivare sul mercato come up! o come Lupo.
Il sito lavora praticamente a pieno regime su tre turni al ritmo di un migliaio di veicoli al giorno, fornendo anche componenti per altre fabbriche e per altri marchi.

La T-Roc è il suo fiore all’occhiello: “I nostri clienti la amano – dice il CEO del marchio Thomas Schäfer – e sono convinto che la nuova generazione abbia tutto ciò che serve per continuare a scrivere questa fantastica storia di successo: un design moderno, tecnologie innovative, massima qualità e pregio, comandi intuitivi e un comportamento su strada piacevole ed equilibrato”.
Linee rassicuranti e comfort da grande
Le linee continuano a non essere polarizzanti e allo stesso tempo gradevoli e rassicuranti, anche se la griglia frontale ricorda più quella di marchi molto più sportivi.
La T-Roc “R”, rigorosamente ibrida pure quella, attesa nel 2027 con i suoi 333 Cv, sarà verosimilmente più rigida, mentre il modello provato, quello da 150 Cv basato sull’eTSI a 48 Volt, è più vocato al comfort.
L’unità è fluida e lo sterzo diretto, con un cambio molto delicato.

Dentro l’abitacolo – oltre al grande schermo per l’infotainment, in Italia solo da 12,9” – il Suv guadagna punti con i rivestimenti della parte superiore e il posizionamento ergonomico dei monitor, ma ne perde con il grande tunnel centrale realizzato con plastiche dure sulle quali si appoggia proprio la gamba del conducente.
Più spazio, meno consumi e tanta tech
Guadagna punti per lo spazio in più ricavato per i passeggeri che viaggiano dietro e anche per quello riservato al vano bagagli, la cui capacità è di 30 litri superiore ed è compresa fra i 475 e i 1.350.
I consumi dichiarati arrivano a 6 l/100 km, mentre quelli contabilizzati dopo il giro di 150 chilometri si sono attestati a 7, un valore più che accettabile considerato il tipo di guida.
Sul fronte tecnologico, Volkswagen ha voluto proporre ai propri clienti ulteriori funzioni (diverse sono a pagamento, è ovvio), tipo il più evoluto Travel Assist o il dispositivo per il parcheggio automatico che memorizza fino a 50 metri di tracciato.
La T-Roc è già ordinabile (il listino parte da 33.900 euro) e sarà disponibile nelle concessionarie a partire da gennaio.

















