
“L’auto elettrica è silenziosa e pulita… sarà utilissima quando esisteranno stazioni di ricarica”.
Nel 1900 Charles Stewart Rolls scriveva un futuro che oggi ha il volto di Spectre, prima Rolls-Royce di serie interamente elettrica. E la declinazione Black Badge ne è l’interpretazione più intensa e contemporanea.

Abbiamo provato la dimostrazione pratica della profezia di Sir Rolls guidandola da Milano al Mottarone.
Il capoluogo lombardo all’alba scorre ovattata. La Spectre Black Badge spegne il frastuono urbano con un’andatura vellutata e continua.
Rispetto a Spectre, l’alter ego Black Badge alza il volume della dinamica: 650 CV, 1.075 Nm e uno 0-100 in poco più di 4 secondi la rendono la Rolls-Royce più potente di sempre.

Capace di un’erogazione che in Infinity Mode assomiglia più al decollo di un jet che a un’accelerazione automobilistica.
La dinamica secondo Goodwood
Sul raccordo verso l’A8 emergono le finezze di telaio.
Sterzo dal peso più consistente ma sempre gentile, rollio contenuto e smorzamento ritarato per restituire feedback senza incrinare il celebre Magic Carpet Ride.

L’istantaneità del powertrain elettrico affina il tappeto volante: reazioni “in alta definizione”, indisturbata da giunti e sconnessioni.
Scendendo verso il lago Maggiore, la Spectre viaggia con un “filo di potenza” continuo.
Sulla litoranea brillano rigenerazione e freno meccanico, calibrati per una modulazione da guanto bianco.

La batteria da 102 kWh, parte strutturale dell’architettura in alluminio, aggiunge massa “buona”: smorza vibrazioni, insonorizza, stabilizza. Con il comando “B” si passa alla guida one-pedal e ogni arresto ha la grazia di un vero chauffeur.
La doppia anima della Black Badge
La salita da Stresa al Mottarone rivela la doppia anima Black Badge.
In ingresso curva la coupé resta piatta e composta, in uscita la coppia arriva “a pacchi”, mai a valanga, garantendo precisione e controllo.
È una potenza che pulsa, coerente con le richieste dei clienti più dinamici del marchio.

Dentro, la narrazione continua con un’estetica tecnica e teatrale: Illuminated Technical Fibre Fascia, soglie dedicate, cromie audaci come Vapour Violet, Pantheon Grille illuminata con tela colorata retrostante, Starlight Doors e atmosfera luminosa diffusa.
L’interfaccia Spirit orchestra funzioni e scenografie con la sobrietà di un salotto automobilistico.
Il viaggio elettrico secondo Rolls-Royce
Il senso dell’elettrico, qui, è un moltiplicatore di raffinatezza.
Con 530 km di autonomia e ricarica 10-80% in 34 minuti a 195 kW, Spectre impone un ritmo da viaggio “lento-veloce”: soste rare, sempre misurate.

Proprio ciò che Rolls intuì, cioè l’utilità piena arriva con infrastrutture diffuse.
Per i petrol head del lusso c’è sempre il V12 6,75 bi-turbo della Ghost Series II, la gran turismo a quattro porte dal “galateo dinamico”.
Sospensioni Planar, telecamere che leggono l’asfalto, quattro ruote sterzanti, estetica monolitica e cesello nei dettagli.
Spirit e Whispers aggiornano il linguaggio del lusso. La Black Badge Ghost affila tutto: finiture black-chrome, cerchi forgiati da 22”, setting high-power su trazione integrale e un abitacolo dalle fibre tecniche con la nuova “Clock Cabinet”.
Cullinan Series II, il lusso che sale in quota
Capitolo SUV: Cullinan Series II rilegge il verticalismo elegante di Goodwood con Pantheon Grille illuminata più bassa, ruote da 23” e una spettacolare fascia vetrata che ospita Spirit e l’Illuminated Fascia “Cityscape” da 7mila elementi.

A bordo, connettività completa e Bespoke Audio trasformano ogni tornante in un belvedere domestico: è la scelta per chi sale in quota senza rinunciare a famiglia, sci e serenità.
Anche qui il V12 si fa avvertire appena, ma c’è e spinge possente quasi come l’elettrico.
Spectre è britannica nel carattere: non urla, conquista per finezza e costanza.
L’elettrico esalta l’idea di leggerezza che definisce Rolls-Royce da sempre, ma aggiunge una vena scenica.
Pochi i compromessi: massa ragguardevole, ingombri da gestire e infinite personalizzazioni che richiedono tempo e gusto.
Scendendo verso il lago, la profezia d’inizio secolo scorso di Sir Rolls risuona attuale: “noiseless and clean”.
Oggi è realtà e ha un nome: Spectre.

















