Motus-E: crescono i punti di ricarica in Italia

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Secondo lo studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, presentato Motus-E, al 31 dicembre 2023 sono presenti in Italia 50.678 punti di ricarica a uso pubblico (+13.906 rispetto al 2022).

Lo studio rileva inoltre che nel 2023 sono stati installati 13.906 nuovi punti di ricarica, di cui 3.450 solo nell’ultimo trimestre.

In termini percentuali, la rete di ricarica italiana segna nell’ultimo anno un’espansione del 38%, con un sostanziale raddoppio dei punti di ricarica rispetto al 2021 (+94,7%).

Insieme al numero delle colonnine aumenta anche l’incidenza dei punti di prelievo di tipo veloce e ultraveloce in corrente continua, che hanno raggiunto il 22% del totale.

La distribuzione sul territorio

Guardando alla distribuzione per macroaree, continua il recupero delle installazioni nel Sud e nelle Isole, dove si concentra ora il 23% del totale, a fronte del 19% del Centro e del 58% del Nord Italia.

La Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (9.395), davanti a Piemonte (5.169), Veneto (4.914), Lazio (4.659) ed Emilia-Romagna (4.253).

La Campania è la seconda Regione assoluta per crescita dell’infrastruttura nel 2023, con 2.691 nuovi punti di ricarica installati.

Nell’anno ha fatto meglio solo la Lombardia (+4.853), mentre a poca distanza seguono i progressi di Piemonte (+2.519), Veneto (+2.492) e Lazio (+1.991).

Roma è la più ‘cablata’

Tra le città, Roma è quella che al 31 dicembre 2023 conta più punti di ricarica installati (3.588), davanti a Milano (2.883) e Napoli (2.652).

La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per km² di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio (225 punti ogni 100 km²), davanti a Milano (183/100 km²) e Roma (67/100 km²).

Crescono i punti di ricarica in autostrada, che al 31 dicembre 2023 hanno raggiunto quota 932 – di cui il 61% di potenza superiore ai 150 kW -, rispetto ai 496 registrati a fine 2022.

Almeno un’area di servizio autostradale ogni tre è dotata di infrastrutture per la ricarica. Un passo avanti molto importate per gli automobilisti, seppur limitato dalla mancata pubblicazione da parte di quasi tutti i concessionari autostradali dei bandi previsti per legge per l’installazione delle colonnine.

Altro dato interessante quello che indica come, considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nell’86% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km. Valore che avvicinandosi alle zone urbanizzate e alle città metropolitane sale fino a oltre 2.000 punti di ricarica nello stesso raggio.

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Motus-E: Italia bene, ma le auto elettriche non crescono

Sollevando lo sguardo a livello continentale, lo studio di Motus-E confronta poi i numeri dell’Italia con quelli degli altri grandi Paesi europei.

Con 23 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l’infrastruttura italiana si conferma davanti a quella di:

  • Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti),
  • Germania (10 punti ogni 100 auto elettriche circolanti),
  • Regno Unito (10 punti ogni 100 auto elettriche circolanti).

Il primato si conferma anche considerando solo i punti di ricarica veloci in corrente continua:

  • Italia (3,4 punti ogni 100 auto elettriche circolanti),
  • Francia (2,1 punti ogni 100 auto elettriche circolanti),
  • Germania (2 punti ogni 100 auto elettriche circolanti),
  • Regno Unito (1,5 punti ogni 100 auto elettriche circolanti).

Va tuttavia osservato che il dato è viziato dalla bassa percentuale di auto elettriche in circolazione nel nostro Paese, fanalino di coda in Europa, che automaticamente fa salire la densità.

Anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale l’Italia è davanti, con una media di 1 punto di ricarica ogni 5 km di strade, precedendo

  • Regno Unito (1 punto ogni 6 km),
  • Germania (1 punto ogni 7 km),
  • Francia (1 punto ogni 9 km).

Francesco Naso, segretario generale di Motus-E:

“Il lavoro necessario per infrastrutturare il Paese naturalmente non è finito, ma la strada intrapresa è quella giusta e anche nel 2024 assisteremo a un costante miglioramento e ampliamento della rete di ricarica al servizio dei cittadini”.

Questo implica però che l’impegno degli operatori sia coadiuvato da una semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, ancora lunghi e articolati.

Oggi circa il 18% delle infrastrutture già installate risulta infatti inutilizzabile dagli utenti finali, o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori di energia, o per altre complessità burocratiche.

“Per questo”, sottolinea Naso, “occorre che tutti gli interventi di semplificazione degli iter vengano attuati pienamente dalle amministrazioni locali e che ci sia una più stretta cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti”.

Il segretario generale di Motus-E ha poi aggiunto che “la corsa delle colonnine di ricarica deve essere affiancata da un’espansione del mercato delle auto elettriche, che vede l’Italia troppo indietro rispetto agli altri major market europei”.