
La seconda edizione del “Formula E All-Women’s Test” si è svolta il 31 ottobre sul circuito Ricardo Tormo di Valencia.
La pista dove, nell’autunno di un anno fa, si sarebbe dovuta tenere anche la prima, ma le inondazioni che avevano funestato la “Comunidad” avevano costretto gli organizzatori a organizzare un rapidissimo trasloco a Madrid.
“Siamo felici di tornare con la seconda edizione del nostro test femminile – ha commentato il Ceo della Formula E Jeff Dodds – Quello dello scorso anno è stato un momento storico, e il suo successo ha posto le basi per ciò che verrà. Quest’anno, con il doppio del tempo in pista, offriamo alle pilote un palcoscenico ancora più ampio per dimostrare il loro talento al volante della nostra monoposto Gen3 Evo”.
DS Penske e Porsche, risultati in ombra
Le dieci scuderie protagoniste del mondiale elettrico avevano l’obbligo di schierare almeno una donna pilota.
La squadra franco-statunitense DS Penske è stata fra le poche che hanno deciso di impiegarne due.
Sono la 28enne pilota e modella americana Lindsay Brewer e la ventenne britannica Jessica Edgar, entrambe con tempi alla fine che non hanno lasciato il segno.

La stessa scelta è stata compiuta anche dalla Porsche, che detiene il titolo a squadre e il trofeo costruttori del mondiale elettrico.
Ha dato ancora fiducia alla 30enne della Repubblica Ceca Gabriela Jilkova e ha puntato sulla tedesca Janina Schall, grosso modo con gli stessi risultati cronometrici della DS Penske.
Anche se non è detto che dai muretti siano arrivate anche altre disposizioni, ossia quella di proseguire il lavoro di messa a punto della macchina, invece che cercare il tempo.
Jaguar e Mahindra, al vertice
La Envision, motorizzata Jaguar, ha scelto Alice Powell e Ella Lloyd (che ha girato su ottimi tempi), pure lei nella parte della classifica finale.
La Jaguar TCS ha mandato in pista Jamie Chadwick (quinta assoluta) e la giapponese figlia d’arte Juju Noda: il papà Hideki vanta qualche apparizione in Formula 1, tre per la precisione nel 1994.
Ad impressionare sono state le pilote mandate in pista dalla Mahindra e dalla Nissan.
Le loro monoposto avevano già dimostrato – tra lunedì 27 e giovedì 30 nei test riservati ai piloti ufficiali, tutti maschi – di valere riscontri importanti, ossia il primo e il secondo assoluti.

La sino-americana Chloe Chambers, classe 2004 e già nel Guinness dei primati, ha guidato la monoposto del costruttore indiano e stabilito il giro più veloce fra le donne.
Il suo crono è stato più lento di quattro decimi dal migliore dei maschi, che però hanno girato tre volte più a lungo; 18 ore contro 6.
Abbi Pulling, che era stata la più forte a Madrid, con la Nissan si è dovuta accontentare del secondo crono, con un ritardo di soli 64 millesimi.
Debuttanti e veterane
La Andretti ha scelto la 22enne spagnola Nerea Martì: per la giovane impegnata nella F1 Academy si è trattato di un debutto assoluto con il bolide elettrico.
L’altra iberica al via, Marta Garcia, 25 anni, aveva già trionfato nel primo campionato della F1 Academy. L’ha “ingaggiata” la Lola Yamaha Abt.
La 20enne filippina Bianca Bustamante ha pilotato la Porsche 99X Electric della Cupra Kiro, mentre la Citroën ha optato per Tatiana Calderon.
In una nota, la Formula E aveva annunciato che “l’iniziativa conferma l’impegno a lungo termine di Formula E e FIA nel promuovere diversità e uguaglianza nel motorsport, dalle basi fino ai massimi livelli”.
In seguito ai test, aveva rilevato l’organizzazione del mondiale elettrico, si erano aperte “concrete opportunità di carriera: cinque pilote hanno ottenuto ruoli come rookie o nello sviluppo ufficiale, e tre di loro hanno poi conquistato posizioni permanenti all’interno dei team di Formula E”.
















