1000 miliardi o me ne vado, firmato Elon Musk

Mettici il Natale che si avvicina, il mutuo per il garage dove conservare i razzi di “Space X”, gli stipendi per i dipendenti del Diner di Los Angeles, che non solo mangiano hamburger a sbafo ma pretendono pure soldi, e aggiungici il pediatra, i giocattoli, i vestiti, il cibo, le vacanze, lo svago e le scuole – dall’asilo all’università – dei 14 figli messi al mondo con tre donne diverse, è facile capire che il conto corrente di Elon Musk sia un po’ sotto pressione.

Se poi a questo si aggiunge la crisi di vendite del marchio Tesla, precipitate del 26,5% nel primo semestre di quest’anno e in parte dovute ai cinesi e alla concorrenza europea, ma anche allo scarso impegno dello stesso Elon, la situazione si fa tutt’altro che edificante, malgrado i 484,5 miliardi di dollari che secondo “Forbes” avrebbe messo al caldo.

Una richiesta monstre

Da qui, sempre nella forma dubitativa, nasce forse l’abnorme richiesta di denaro che Elon ha comunicato a Robyn Denholm, presidente del gruppo Tesla, incaricandola di portarla agli azionisti del marchio: 1.000 miliardi di dollari sull’unghia, oppure sarà l’addio.

Senza di lui l’abisso

Una richiesta di diaria che arriva ad una manciata di giorni dal 6 novembre, data in cui i soci dovranno mettere ai voti l’appannaggio del vulcanico imprenditore.

“Se non riusciamo a motivare Elon con un pacchetto retributivo equo rischiamo che lasci la sua posizione di vertice e Tesla potrebbe perdere il suo tempo, il suo talento e la sua visione che sono state essenziali a ottenere ritorni per gli azionisti eccellenti – scrive la manager – come consiglio di amministrazione abbiamo considerato quale sarebbe il futuro di Tesla senza Elon e abbiamo concluso che non sarebbe il futuro che i nostri azionisti meritano”.

Chi pretende più impegno

Ma c’è chi la pensa diversamente, convinto che una valigiata di soldi di quella portata andrebbe almeno accompagnata da una dichiarazione d’intenti che contenga garanzie, impegni, obiettivi e tempi di verifica precisi.

Quello di Musk, che se tutto andasse come pretende diventerebbe il primo trilionario della storia, è un vero ultimatum: oltre alla sua partecipazione, che deve aumentare dal 13 al 25%, Elon pretende di rimanere a capo dell’azienda per almeno altri sette anni e chiede che la capitalizzazione salga da 14.000 a 7.500 miliardi di dollari.

Meglio ancora se in banconote di piccolo taglio.