Volvo XC40 Recharge: la svedese 100% elettrica

Il Volvo Studio Milano è molto più di una concessionaria. Anzi, non è affatto una concessionaria, o dealer che dir si voglia, ma un luogo di incontro in cui parlare anche di automobili. Svedesi, ovviamente. E’ il nuovo modo di proporsi al pubblico scelto da Volvo, per cercare di coinvolgerlo in un’esperienza più ampia, che superi la mera visione di una vettura e la condivisione dei sui pregi e del suo prezzo. Un luogo nel quale capire anche quello che c’è dietro una Casa automobilistica, a cominciare dalla sua visione globale della mobilità. Per questo un evento importante come il lancio europeo della nuova XC40 Recharge P8 AWD ha trovato proprio in questo luogo la cornice ideale per ospitare la stampa continentale e quella italiana.

Michele Crisci, AD di Volvo Italia, presenta il nuovo prodotto e la filosofia della Casa svedese verso l’elettrificazione della gamma.

Padrone di casa, in questo caso, Michele Crisci, AD di Volvo Italia, che alla presentazione del prodotto ha aggiunto contenuti nuovi e già noti, tutti comunque interessanti. “E’ significativo che questa presentazione europea avvenga proprio in questo luogo”, ha detto Crisci, “dove due anni fa è stata lanciata la XC40, ovvero la vettura che è divenuta velocissimamente la Volvo più venduta nel mondo”. Nel 2019, infatti, sono state vendute oltre 140.000 unità, di cui circa 10.000 in Italia, e poiché continua a essere la più desiderata dai ‘volvisti’ è indubbiamente logico che la XC40 sia stata scelta come base per la prima vettura ‘full electric’ di Volvo. Una scelta significativa: “Tutti sappiamo quanto siano rilevanti i costi dell’elettrificazione, a cominciare dalle batterie”, ha proseguito Crisci. “Per questo molti brand scelgono di lanciare vetture in versione full electric partendo da un modello top di gamma col quale, come noto la marginalità è più accettabile. Ma Volvo crede che la diffusione dell’elettrico sia importantissima e fondamentale e non solo una bandiera da sventolare o una maschera da indossare. L’auto elettrica deve essere credibile e accessibile a una larga fetta di pubblico”. Non è dunque un caso se Volvo nei prossimi cinque anni introdurrà altrettante elettriche e se si pone l’obiettivo di vendere, nel 2025, il 50% di auto elettriche e il 50% di ibride plug-in.

La Volvo XC40 Recharge AWD nella colorazione Glacier Silver

Recharge: è il nuovo mondo Volvo

La sostenibilità è una causa che Volvo ha sposato da tempo e che continua a perseguire in modo attivo, senza dimenticare tuttavia la sensibilizzazione su certi temi sui quali spesso l’informazione non è così attenta. Innanzitutto, e su questo Crisci ci trova pienamente d’accordo, non bisogna credere che crescita economica e sostenibilità siano in antitesi. “Una sana crescita economica non inquina”, prosegue Crisci. “E’ una crescita economica sbagliata che inquina. La crescita è stata e resta fondamentale. Nonostante ci si lamenti per la qualità dell’aria a causa del traffico, dei riscaldamenti e dei processi industriali, rispetto al passato sono stati fatti innegabili passi avanti e per questo non si deve condannare tutto ciò che è stato fatto sull’altare dell’ambientalismo più radicale. Occorre invece potenziare la ricerca per la sostenibilità attraverso la crescita economica, attraverso gli investimenti. In altre parole la sostenibilità deve diventare motivo di investimento e generare ulteriore crescita economica”. Parole che dette da chi rappresenta ai massimi livelli una Casa automobilistica devono far riflettere e aiutare a capire come, nonostante la ormai noiosa demonizzazione di tutto ciò che si muove su ruote, anche chi si trova col dito inquisitorio puntato vuole offrire una visione positiva del futuro.

Un altro punto fondamentale sul quale Volvo non transige è la ‘freedom to move’ ovvero la libertà di muoversi, così faticosamente conquistata in questo ultimo secolo di storia dell’umanità e recentemente negata da provvedimenti di blocco quantomeno discutibili. La mobilità non va bloccata, non è qualcosa di cattivo, la mobilità ha portato i popoli a conoscersi, a frequentarsi, anche a combattersi, è vero, ma ha generato tante opportunità positive. “La mobilità va ricondotta all’interno di un sistema più sostenibile senza necessariamente considerare mobilità e ambiente come entità antagoniste. Per questo

Volvo pensa che una risposta sostenibile non sia solo la produzione di auto elettriche e ibride plug-in, ovvero quelle che rientrano nel progetto Recharge, ma che occorra far succedere altre cose. La sicurezza, ad esempio, un tema sul quale Volvo è stata pioniera sul quale vuole continuare ad avere una posizione di leadership, e poi la guida autonoma, che trova naturale applicazione sulle vetture BEV. Ma per mantenere l’impegno di ridurre del 40% le emissioni di CO2, ovvero il cosiddetto ‘carbon footprint’, entro il 2025 occorrono altre azioni, anche esterne”. Considerando che il ‘carbon footprint’ di un’auto nuova è per il 36% attribuibile alla catena dei fornitori, Volvo vuole capire come questi siano attrezzati per rendere sostenibile il loro processo produttivo e in base anche a questa valutazione effettuare una selezione che privilegi non solo chi ha capacità tecniche più elevate ma anche chi è più virtuoso nell’utilizzo e nel recupero dell’energia.

Il pianale CMA della XC40 era stato progettato anche in vista di questa versione.

La Volvo XC40 Recharge

Dopo questa doverosa premessa, che aiuta a inquadrare il ‘modus operandi’ di Volvo, veniamo alla descrizione del prodotto che, detto per inciso, arriverà in Italia fra circa un anno, poiché Volvo privilegia giustamente i mercati in cui le infrastrutture per le vetture BEV e PHEV sono più evolute, come in Norvegia e in generale nei Paesi del nord Europa. La X40 Recharge nasce sulla piattaforma compatta CMA (la stessa della XC40 convenzionale) strategicamente nata in previsione dell’adozione del pacchetto di elettrificazione, sia essa totale o plug-in. In questo caso le batterie sono poste nella parte centrale del pianale ed è stato creato un ulteriore vano di carico anteriore al posto del motore endotermico.

Il Battery Package, posto al centro e in basso, è protetto da un guscio metallico ad alta resistenza che garantisce i massimi livelli di sicurezza al crash test.

Questo anche nell’ottica di mantenere intatta la sicurezza, che specie nell’impatto laterale, con il pacco batterie protetto da un involucro indeformabile, si mantiene ai massimi livelli. Il peso, che rispetto alla versione endotermica è sensibilmente superiore (+290 kg per la 2WD e +380 kg per la 4WD), è distribuito in egual misura sugli assi; le sospensioni (MacPherson anteriori e Multilink posteriori) sono state ritarate e il telaio rinforzato per adattarlo alle sollecitazioni indotte dalla maggiore massa, specie nella parte anteriore dove mancando il motore endotermico si è perso un elemento strutturale importante. La carreggiata posteriore, infine, è stata allargata. Tutti interventi per non far perdere alla vettura le caratteristiche dinamiche delle versioni tradizionali e che potremo però verificare solo quando la XC40 Recharge sarà disponibile per una prova su strada.

Volvo XC40
I due motori elettrici (questo è l’anteriore) erogano ciascuno 150 kW a 14.000 giri/min per una coppia complessiva di 660 Nm.

Il ‘powertrain’ è costituito da due motori elettrici, uno per asse, ciascuno da 150 kW a 14.000 giri/min che esprimono una coppia complessiva di 660 Nm (330 Nm x 2). Le prestazioni dichiarate sono eccellenti, considerando l’elevata massa da spostare che varia, a seconda degli allestimenti, dai 2.150 a 2.250 kg: la XC40 Recharge copre da 0 a 100 km/h in 4,9s e arriva alla velocità massima di 180 orari. Il pacco batteria da 78 kWh nominali (75 kWh utilizzabili) può essere caricato sia in corrente alternata (con potenza di 11 kW AC la ricarica dura 7,5h) oppure in corrente continua, con possibilità di ridurre il tempo per ripristinare l’80% della capacità a soli 40 min, potendosi allacciare a una stazione da 150 kW DC. L’autonomia dichiarata dal Costruttore è di >400 km (WLTP). Nella dotazione tecnica spicca ovviamente il sistema Brake-by-Wire che con la potente frenata rigenerativa consente di adottare il cosiddetto ‘one-pedal-drive’, ovvero la regolazione dell’andatura agendo sul solo pedale dell’acceleratore, col motore elettrico che spinge in affondo e frena in rilascio. A completare il sistema ci sono ABS, EBD (Electronic Brake Distribution), EBA (Electronic Brake Assistance), ESC, RSC (Roll Stability Control) e il TSA (Trailer Stability Assist) che consente il controllo automatico dei moti di instabilità generati da un rimorchio (peso massimo trainabile 1.500 kg).

Fully electric Volvo XC40 introduces brand new infotainment syst
La Volvo XC40 Recharge ha installato un sistema di infotainmnt completamente nuovo.

Infotaiment integrato

Il sistema installato sulla XC40 è supportato da Android (ma ciò non toglie la possibilità di mirroring  col sistema iOS) e integra direttamente le funzioni Google Assistant, Google Maps e Google Play Store, con aggiornamenti software e del sistema operativo in tempo reale (modalità OtA, Over the Air come si usa dire), che rivoluziona il concetto di sistema che, una volta lasciata la concessionaria, viene presto superato se non si forzano, se e quando possibile, gli upgrade. Il sistema consente inoltre un più stretto legame tra la vettura e il device personale, abilitando operazioni in remoto dal proprio smartphone come il preriscaldamento abitacolo o la chiusura e apertura delle serrature.

Grazie al prosieguo della joint venture con Autoliv, Volvo continua nell’evoluzione del proprio sistema di guida autonoma. In questo contesto il Pilot Assist è stata ulteriormente implementata con una funzione che in caso di rilievo di prolungata mancanza di controllo del volante da parte di chi guida (condizione base per la guida autonoma di Livello 2) arriva ad arrestare il veicolo in una zona di sicurezza rilevata dai sensori a bordo veicolo con l’ausilio di Google Maps.

Guida virtuosa

Per abbattere le emissioni, nel caso di vetture ibride plug-in, non basta una tecnologia spinta verso l’ottimizzazione del mix di impiego del motore elettrico e di quello termico, ma occorre anche una forte sensibilizzazione di chi guida. Le statistiche, infatti, indicano che una vettura PHEV è utilizzata in elettrico per solo il 41,4%: in pratica oltre la metà del tempo in cui la vettura si muove viene trascorso col motore endotermico attivo. Un risultato che può e deve essere migliorato. Dunque se da un lato c’è l’impegno da parte delle Case di produrre e vendere a prezzi sostenibili vetture che permettano di rispettare il limite dei 95 gr/km di emissioni medie sulla gamma venduta in Europa, dall’altra l’utente deve sentirsi parte attiva nel raggiungere questo target. Dal punto di vista produttivo, Volvo ha deciso di triplicare la sua capacità rispetto al 2019, anno in cui le vetture PHEV vendute in EU sono state 46.000. Ma si spinge oltre: “Volvo però non si limiterà solo a incrementare le vendite delle sue vetture PHEV”, ha sottolineato Crisci, “ma vuole anche che esse siano guidate correttamente. Una nostra PHEV che emette 49 gr/km consente di contenere la media delle emissioni dal punto strettamente matematico, ma il suo impatto pratico sarà tanto vicino al valore nominale quanto maggiore sarà il loro utilizzo in elettrico. Per questo Volvo si impegna, nel 2020, a rimborsare ciò che l’utente ha pagato per rifornire di energia elettrica la vettura”. Una mossa coraggiosa possibile attraverso l’app Volvo on Call, che consente di oggettivare il flusso di energia elettrica per la ricarica. Un’iniziativa encomiabile che va certamente nella direzione di incentivare il corretto utilizzo delle vetture a basso impatto ambientale. Brava Volvo!