Volvo ha presentato E.V.A. ovvero la sicurezza condivisa

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Volvo XC60 Frontal Offset crash test.

La Volvo, azienda nata con la produzione di cuscinetti a sfere del mitico acciaio svedese, trae il suo nome dal verbo latino “volvere”, far girare, ruotare, e il suo logo, simbolo di dinamicità e movimento, è proprio un cuscinetto a sfere che campeggia da oltre novant’anni sul frontale dei propri veicoli. Oggi si pone come leader mondiale nella costruzione di veicoli caratterizzati, fra le altre qualità, dalla Sicurezza in entrambe le declinazioni di Sicurezza Passiva e Sicurezza Attiva.

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I relatori dell’incontro Volvo Safety Moment 2019 del 26/3/2019: al microfono il Presidente di Volvo Italia Michele Crisci.

Ma Volvo, con le sue automobili vuole presentare una filosofia costruttiva e con la formula Freedom To Move:  Safe, Sustainable, Personal,  ha in animo di presentare  tre eventi nel 2019 su queste tematiche.

Il primo, con l’obiettivo di perseguire l’ambizioso obiettivo di “un futuro senza più vittime a seguito di incidenti stradali”, si è svolto il 26/03/2019, presso il Volvo Studio di Milano.

Traendo lo spunto dalla celebrazione di 60 anni di vita delle cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio, il tema centrale dell’evento è stato la Sicurezza, la quale da sempre rappresenta uno dei valori, anzi potremmo dire, il valore principale del marchio Volvo, lanciando così la campagna di comunicazione legata all’iniziativa E.V.A. (Equal Vehicle for Allbasata sul concetto di sicurezza condivisa per arrivare ad automobili ugualmente sicure per tutti; a questo fine, Volvo condividerà senza riserve verso tutti i costruttori del mondo, le proprie conoscenze maturate in 40 anni di ricerca nell’ambito della sicurezza, attraverso la propria banca dati  digitale, frutto dell’analisi di oltre 44.000 episodi reali.

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Lotta Jakobsson: ingegnere del Centro Sicurezza Volvo, ha ideato il Dummy “Linda”, che riproduce una donna incinta, usato nei crash-test condotti presso la Volvo.

La Volvo non è nuova a iniziative di alto valore etico e nel dare la  precedenza al progresso sociale rispetto al semplice vantaggio economico. Infatti, come è noto nel mondo dell’Automotive, nel 1959 la Volvo dopo aver sperimentato e reso industrializzabile la cintura di sicurezza a tre punti, dispositivo che ha salvato innumerevoli vite umane, ha volontariamente rinunciato al brevetto di questa soluzione tecnica per consentire a tutti i costruttori di beneficiare gratuitamente del nuovo e più elevato standard di sicurezza conseguito grazie al suo utilizzo.

Di tempo ne è passato, ma lo spirito che ha animato gli Svedesi di allora, è tutt’ora presente nella filosofia che permea i Tecnici e il Board della casa dei veicoli più sicuri del mondo. Lo testimoniano le parole della breve, ma intensa introduzione di Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia di cui abbiamo estratto alcuni passi :“La Sicurezza è da sempre il principio che guida le azioni di Volvo e da questa tradizione viene il progetto di condivisione a favore della sicurezza di tutti di cui siamo oggi protagonisti. Ma non basta: riteniamo che un costruttore automobilistico abbia il dovere di occuparsi di tutti i fattori che influiscono sulla sicurezza del traffico, compresi i comportamenti umani…e ci si chiede se un costruttore debba o meno lasciare il veicolo prendere il controllo in certe situazioni di guida; di fatto, accade già da tempo nel caso di Volvo, con la frenata automatica del City Safety, che in caso di distrazione di chi guida evita l’impatto. Il principio è lo stesso, la tecnologia annunciata non fa che espandere quanto già applicato, e solo in caso di necessità”. 

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Le telecamere interattive che in caso di comportamento anomalo del conducente (come stanchezza, colpo di sono), con allarmi progressivi richiamo l’attenzione alla guida corretta evitando incidenti.

Certamente è un progetto ambizioso  e lo si è subito capito dall’interessante  dibattito che ne è seguito, condotto da  esperti del settore, quali la dirigente della Polizia Stradale di Milano Simonetta Lo Brutto, il Direttore dell’Associazione Assicurazioni Italiane  Vedovi e dal Presidente dell’ACI Milano (nonché ex pilota di Formula1) Ivan Capelli,  che ha generato analisi e  spunti di riflessione  sulle misure annunciate da Volvo in materia di prevenzione sul comportamento umano, quali gli effetti della velocità eccessiva, della distrazione e della guida in stato di alterazione psicofisica.

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Il logo Volvo riproduce un cuscinetto a sfere, richiama gli albori della casa svedese quando produceva cuscinetti a sfere.

Fra le principali motivazioni che hanno dato origine al progetto E.V.A.  (acronimo che richiama la prima donna) vi è la difficoltà nel garantire uguaglianza nello sviluppo dei sistemi di sicurezza delle auto per la diversa tipologia di utenza, in particolare le donne in quanto esposte a rischi maggiori di subire lesioni in caso di incidente.  Sensibili a questo problema, i tecnici Volvo hanno sviluppato dispositivi in grado  di proteggere con la stessa efficacia tutte le persone, indipendentemente da sesso, altezza e corporatura, non limitandosi dunque alla ‘persona media’, rappresentata dal “Dummy Standard”, (il manichino utilizzato per le prove d’impatto), ma realizzando persino uno specifico Dummy (ideato e sperimentato da Lotta Jakobsson)  a cui è stato dato il nome di “Linda”, rappresentante una donna incinta che, nelle prove di urto simulato nel sofisticato Centro Sicurezza di VC, non deve subire decelerazioni e/o ferite che possano pregiudicarne la maternità.

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Il manifesto dell’iniziativa E.V.A. 2019.

In sintesi, ecco le proposte di Volvo che implementerà a partire dal 2020 sui propri veicoli nel perseguire il raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento della mortalità per incidente a bordo delle proprie auto:

  • limitazione della velocità massima delle proprie auto a 180 Km/h;
  • possibilità di limitare automaticamente la velocità nei pressi di scuole e ospedali abbinando un dispositivo di controllo della velocità intelligente alla tecnologia di geofencing;
  • possibilità di determinare di volta in volta la velocità massima dell’auto in caso di sharing attraverso la Care Key;
  • monitoraggio della guida attraverso telecamere e intervento in automatico del veicolo in caso di pericolo per contrastare gli effetti della distrazione o della guida in stato di alterazione psicofisica.

In quanto leader mondiale nell’ambito della sicurezza automobilistica, è scopo dichiarato di Volvo Cars, consapevole che la tecnologia da sola non consente di raggiungere la “quota zero”,  l’ avviare un dibattito e inviare un segnale forte al mondo, puntando sul concetto di condivisione delle conoscenze e sul senso di responsabilità, dal quale non si dovrebbe  sottrarre chi costruisce automobili; si tratta tuttavia della stessa responsabilità di chi come noi, siede alla guida di un’auto e a cui in conclusione del dibattito, si è fatto appello  per integrare sul piano umano, le soluzioni  tecnologiche avveniristiche come quelle che Volvo mette  a disposizione della sua clientela.