Volkswagen gamma TGI: verso le auto a biometano

Volkswagen TGI

Volkswagen gamma TGI: verso le auto a biometano – Con la gamma TGI a metano la Casa di Wolfsburg presenta la più conveniente soluzione attualmente disponibile.

In un periodo dove le tematiche ambientali e l’attenzione per le emissioni nocive sono sempre più all’ordine del giorno, le motorizzazioni a combustione interna non se la stanno passando proprio bene. Sempre più accusati di essere gli unici colpevoli della cattiva aria che attanaglia le nostre città, le motorizzazioni benzina e soprattutto diesel sono sempre più messe da parte in favore di alimentazioni più pulite, alimentate quindi con carburanti alternativi, o più ecologiche, basate cioè su architetture che puntano alle zero emissioni nocive.

Questione di emissioni

E’ questo il caso delle motorizzazioni ibride (micro, mild, full e plug-in hybrid) che, sfruttando l’aiuto di uno o più motori elettrici, sono in grado di aiutare il motore termico in tutte le fasi d’utilizzo così da ridurre i consumi e di conseguenza le emissioni. Una strategia a metà strada tra gli attuali propulsori termici e i futuri motori elettrici in vista del completo azzeramento delle emissioni allo scarico. Non va però dimenticato che nei motori con tecnologia ibrida viene comunque utilizzata una quota parte di benzina o gasolio, percentuale variabile in base al tipo di utilizzo e di percorsi affrontati, e che l’energia elettrica utilizzata per caricare le batterie viene purtroppo attualmente prodotta con fonti idrocarburiche, non rinnovabili e per nulla ecologiche.

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Stesso discorso, quello della ricarica delle batterie, può essere fatto sulle vetture completamente elettriche dove, allo stato attuale delle cose in Italia, la produzione di energia elettrica da fonti idrocarburiche e non rinnovabili porta comunque alla produzione di sostanze inquinanti e va quindi semplicemente a spostare il problema dallo scarico delle vetture allo scarico delle centrali elettriche. Non per niente se una vettura elettrica ha il vantaggio di non emettere sostanze inquinati per il suo movimento (Tank To Wheel), lo stesso non si può dire per quanto concerne la produzione di questa energia elettrica (Well To Tank) portando quindi il risultato finale a registrare comunque una emissione di sostanze nocive (Well To Wheel).

Il gas metano CH4

Troppo spesso però ci si dimentica che in natura esiste già un combustibile per così dire eco che non solo risulta essere più pulito e conveniente rispetto agli attuali motori benzina e diesel ma anche rispetto ai tanto decantati propulsori ibridi. Questo combustibile è il Metano (CH4) o CNG (gas naturale compresso) e consente una mobilità pressoché neutra sul fronte delle emissioni di CO2. Facendo, infatti, un paragone tra il metano CH4 e gli altri idrocarburi come la benzina e il diesel, il metano fossile possiede il più basso contenuto di carbonio tra tutti gli idrocarburi (un solo atomo di carbonio) e quindi la combustione di tale idrocarburo sviluppa ben il 25% in meno di CO2 rispetto all’alimentazione a benzina e mantiene le emissioni di particolato, ossidi di azoto e idrocarburi non metanici estremamente basse.

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Il metano possiede, inoltre, un elevato potere energetico: un chilogrammo di metano, equivalente a 1,3 litri di gasolio e 1,5 litri di benzina, è in grado di produrre ben 11,69 kWh energia, a paragone dei 9,86 per il gasolio e dei 8,77 per la benzina, con i quali si riescono a percorrere  in media il 50% in più di strada che con un litro di benzina. Il gas naturale è in definitiva il combustibile con il rapporto più elevato tra energia sviluppata e CO2 emesso e permette di eliminare le emissioni di particolato del 90% rispetto al gasolio e quelle di ossidi di azoto del 50%.

Il biogas e il biometano

Risultati che non possono che migliorare se a confronto della benzina e del diesel viene messo il Biometano, un particolare tipo di metano prodotto da materie prime rinnovabili o da scarti di prodotti reciclabili o da materie organiche di scarto (scarti di cucina, verde e sfalci) che partecipa all’abbattimento delle emissioni di CO2 perché con la combustione, viene rilasciata la stessa quantità di biossido di carbonio che è stata precedentemente assorbita durante la crescita delle piante che hanno prodotto queste materie organiche di scarto. Nello specifico, utilizzando assieme al metano fossile un 20% di biometano le emissioni di CO2 si riducono già del 36% mentre utilizzando solamente il biometano le emissioni di CO2 calano addirittura del 80%.

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Inoltre il biometano viene prodotto dai rifiuti organici (umido) che andrebbero comunque smaltiti ma che in questo caso vanno a creare un valore aggiunto. Con la raccolta differenziata di umido, infatti, si può già arrivare a produrre in primis Biogas e in seconda istanza Biometano, cioè il Biogas privato della C02 che viene utilizzato per la gassificazione delle bevande. A questi due carburanti si affiancano poi la produzione fertilizzanti e concimi (Compost, Ammendante e Torba), di acqua osmotizzata e di energia termica per il teleriscaldamento e di energia elettrica. Unica nota negativa è che per ora la legislatura italiana ancora non permette che il biometano venga venduto al pubblico o immesso nella rete del gas naturale.

La crociata di Volkswagen

Uno dei costruttori che più di ogni altro ha dato fiducia e continua a investire in questo campo è Volkswagen. Il Gruppo tedesco, infatti, oltre a tutte le altre alimentazioni (benzina, diesel, ibrido plug-in ed elettrico) da sempre propone numerosi suoi modelli anche nella variante a metano CH4, motori progettati a Wolfsburg e nati per funzionare fin da subito con il più ecologico metano. All’interno della gamma è possibile trovare la nuova Volkswagen Eco Up!, la nuova Polo e la nuova Golf, tutte in versione TGI cioè alimentate a gas naturale compresso.

3 euro per percorrere 100 chilometri

La nuova Polo, giunta alla sesta generazione, si affida a un motore 3 cilindri turbo da 999 cm3 capace di sviluppare ben 90 CV tra 4.500 e 5.800 giri e 160 Nm già a 1.900 giri fino a 3.500 giri e di consentire un’autonomia complessiva di 1.190 chilometri, dei quali 390 km con il solo metano (consumo di 3,2 kg/100 km), e una emissione di CO2 di soli 87 g/km. Se la riserva di gas è sufficiente il motore si avvia sempre in modalità a metano, se nel serbatoio ad alta pressione la riserva di metano si esaurisce, il motore a ciclo Otto passa all’alimentazione a benzina. Disponibile in tre diversi allestimenti (Trendline, Comfortline e Highline) la nuova Polo TGI attacca il listino con un prezzo base di 16.600 euro, solo 2.300 euro in più della corrispondente versione benzina.

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Durante la nostra prova la nuova Polo TGI si è dimostrata la solita ottima Polo. Il motore in versione metano è abbastanza silenzioso, elastico e sufficientemente prestazionale. Solo nelle ripartenze ci è parso leggermente fiacco ma una volta in marcia non ci ha fatto rimpiangere le altre tipologie di alimentazioni. Tra le curve sembra non risentire dell’aggravio di peso (+115 kg) e l’assetto abbastanza comodo restituisce sempre un comportamento sincero e neutro. Alla fine del test drive il computer di bordo ha registrato un consumo medio di 4.6 kg/100 km, un valore davvero niente male e abbastanza in linea con quanto dichiarato dalla casa.

15 euro per fare il pieno

La nuova Golf, giunta al restyling di seconda vita della settima generazione, si avvale di un propulsore da 1.4 litri 4 cilindri turbo capace di erogare ben 110 CV tra 4.800 e 6.000 giri e 200 Nm tra 1.500 e 3.500 giri e di consentire un’autonomia complessiva di 1.270 chilometri, dei quali 420 km con il solo metano, e una emissione di CO2 di soli 98 g/km. Nello specifico, la Golf 1.4 TGI presenta i seguenti consumi: 3,6 kg/100 km di gas metano (98 g/km di CO2) e 5,6 l/100 km di benzina (127 g/km di CO2) pur raggiungendo una velocità massima di 196 km/h e archiviando la pratica dello 0-100 km/h in appena 10,9 secondi. Questo motore a iniezione diretta si avvia automaticamente in modalità a metano tranne che in caso di temperature sotto lo zero particolarmente basse. Se la riserva di gas metano si esaurisce, il sistema passa automaticamente in modalità di alimentazione a benzina. Disponibile in quattro diversi allestimenti (Trendline, Business, Highline ed Executive) la nuova Golf TGI attacca il listino con un prezzo base di 23.250 euro, solo 2.150 euro in più della corrispondente versione benzina. Per tutto il mese di febbraio e molto probabilmente anche per quello di marzo però la variante a metano sarà offerta a un prezzo base di 17.900 euro, lo stesso della corrispettiva benzina.

Volkswagen TGI

Durante la nostra prova la nuova Golf TGI ha restituito le buone sensazioni che avevamo già avuto guidando le varianti benzina e diesel. Il propulsore a metano, abbinato a un ottimo cambio DSG doppia frizione a sette rapporti, è brillante al punto giusto, elastico e tutto sommato silenzioso a tutti i regimi. Se non fosse per la minore coppia si potrebbe facilmente pensare di essere alla guida di un’auto di cavalleria superiore. L’assetto è esattamente a metà strada tra un elevato comfort e performance elevata e non risente quasi del tutto del leggero aggravio di peso generato dalle bombole del metano. Alla fine del test drive il computer di bordo ha registrato un consumo medio di 5.0 kg/100 km, un valore davvero niente male e abbastanza in linea con quanto dichiarato dalla casa.