UNRAE: il Governo rifinanzia l’Ecobonus ma non basta

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UNRAE accoglie con favore la rapida risposta del Governo alle richieste del settore di ovviare all’esaurimento delle risorse assegnate all’Ecobonus per le autovetture elettriche e ibride plug-in con emissioni da 0 a 60 g/km di CO2.

Il rifinanziamento del fondo dedicato a incentivare le vendite di veicoli con emissioni da 0 a 60 g/km di CO2 (ovvero le ibride plug-in e le elettriche) è stato inserito nel “DL Infrastrutture” approvato dal Consiglio dei Ministri.

Sono stati prorogati anche i termini temporali per poter usufruire degli incentivi, prevedendo come data ultima il 30 giugno 2022 (anziché il 31 dicembre 2021).

“È sicuramente un segnale importante ed una risposta tempestiva data dal Governo alle nostre istanze”, ha detto Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, “ma si tratta di una soluzione tampone che non riesce a superare la logica emergenziale e che rivela la mancanza di una visione strategica sul tema della riconversione dell’auto e della mobilità, allontanando l’obiettivo di favorire il rinnovo del parco circolante”.

Il provvedimento inserito nel “DL Infrastrutture”, in sostanza, rifinanzia il fondo Ecobonus trasferendovi le risorse del fondo Extrabonus (circa 57 milioni di euro), determinando così l’esaurimento di questo fondo complementare e riducendo di fatto le risorse complessive a disposizione dei consumatori sotto forma di incentivi.

Rispetto a quanto in vigore fino ad agosto, gli acquirenti vedono ridursi sensibilmente i contributi, che nelle misure maggiori saranno di 6 mila euro con rottamazione e di 4 mila euro senza rottamazione.

Se i nuovi incentivi sono un bene per il mercato dell’auto, il beneficio durerà poco, visto l’ammontare complessivo del fondo.

“L’UNRAE chiede alle Istituzioni una visione strategica e di lungo periodo, per sostenere la transizione ecologica della mobilità. Servono un orizzonte lungo e un quadro organico: un settore fondamentale per l’economia e l’occupazione come l’automotive ha bisogno di misure chiare e strutturali che consentano un’adeguata e sostenibile programmazione delle attività e allo stesso tempo infondano certezze e garanzie nei consumatori”, ha concluso Crisci.