SENZA ANDARE A SCOMODARE le auto dei pionieri, gli impianti di illuminazione delle auto iniziarono ad avere una certa efficienza quando fu perfezionato l’utilizzo della classica lampadina a filamento la cui emissione luminosa era riflessa e diffusa da una parabola ricoperta di allumina. Poi, a partire dagli anni ’60, questa fu surclassata dalla lampada alogena, il cui rendimento di gran lunga superiore portò una rivoluzione nella sicurezza di guida in condizioni di scarsa visibilità.


INTELLIGENT LIGHTING
Negli anni ’90 un ulteriore passo avanti per la sicurezza fu compiuto con l’avvento delle lampade allo xeno che per anni, passando alla bi-xeno e comunque sempre affiancate da sempre più evolute alogene, hanno equipaggiato, con le dovute differenze tecnologiche, tutte le vetture in circolazione, dalle utilitarie a quelle di alta gamma, fino alle supercar. Ovviamente, come per tutti i componenti dell’automobile, anche la durata e le prestazioni dell’impianto di illuminazione passano attraverso una corretta manutenzione e una regolare calibrazione che consenta di indirizzare il fascio luminoso esattamente nella posizione prevista a progetto. Per questo, periodicamente, i il fascio luminoso deve essere misurato, per poi compensare le inevitabili deformazioni o la posizione dopo il montaggio a seguito di un guasto o un incidente. Per fare questo, le officine si sono dotate dei cosiddetti centrafari, apparecchi che per anni sono rimasti pressoché immutati nel loro principio di funzionamento e che ora, a fronte delle nuove tecnologie, stanno subendo una profonda rivisitazione. “Oggi”, ha esordito Stefano Meneghel, Air Conditioning and Headlight Tester Manager TEXA, “le cose sono radicalmente cambiate. Pur se già dal 2004 si iniziava a parlare di fari a LED, è stato solo da poco più di un lustro che la tecnologia LED ha iniziato ad essere veramente vantaggiosa sia in termini economici sia di valore aggiunto per il cliente”.


Ultimamente l’uso dei fari LED si sta estendendo anche a vetture di gamma inferiore, avviando così un aumento esponenziale di questi componenti in circolazione e, di conseguenza, la richiesta di interventi di calibrazione. Un trend ormai inarrestabile, poiché questa tecnologia consente da una parte ai designer di integrare meglio il gruppo ottico nello stile della vettura, svincolandosi dai limiti geometrici delle forme tradizionali, e dall’altra aumenta ancor più la sicurezza di chi guida.


Oltre alle classiche funzioni di abbagliante e anabbagliante, infatti, si stanno affermando i moduli a matrice di LED, che svolgono funzioni più ‘intelligenti’ e per questo richiedono centraline di controllo dedicate. “L’integrazione dei sistemi ADAS, radar e telecamere col sistema di sterzatura con gli impianti di illuminazione costituiti da matrici di emettitori LED”, prosegue Meneghel, “ha trasformato completamente il modo di gestire l’illuminazione del campo visivo. Ora i fari illuminano in funzione dell’effettiva esigenza, grazie ai sensori radar e le telecamere che informano la centralina del faro su come indirizzare in modo estremamente preciso il fascio luminoso, segmentandolo attraverso l’accensione e lo spegnimento logico di una ‘matrice’ di punti di emissione luminosa a LED. In pratica si tratta di quello che viene comunemente definito Glare-Free High Beam, ovvero un fascio luminoso abbagliante che in parte e in automatico viene indirizzato dove serve per assicurare la massima visibilità a chi guida, e in parte smorzato chirurgicamente per non abbagliare chi ci precede o ci viene incontro”. Una funzione che veniva parzialmente realizzata anche con le lampade tradizionali, dove però la segmentazione era realizzata provocando la deflessione della luce emessa utilizzando delle paratie mobili azionate da motori passo-passo.


eLIGHT TEXA: ALL’AVANGUARDIA TRA I CENTRAFARI
Le normative per il controllo dei fari sono piuttosto datate, ma ci si aspetta che l’arrivo di queste nuove tecnologie porti a un aggiornamento delle procedure di verifica, introducendo queste calibrazioni, importanti per la sicurezza, anche in sede di revisione. Da queste considerazioni è nato eLight, il nuovo prodotto TEXA dedicato sia a operare sui sistemi più all’avanguardia sia coi più usuali fari alogeni e allo xeno. Caratteristica saliente dell’eLight


eLight è un’apparecchiatura portatile ed è quindi alimentata da una batteria al litio che consente, tra una ricarica e l’altra, un’autonomia operativa di circa otto ore continuative. Ma al di là dell’aspetto puramente ottico e meccanico, che è alla base della regolazione della posizione di abbaglianti e anabbaglianti, è il sistema di diagnosi integrato che distingue eLight, rendendolo pratico nell’utilizzo e soprattutto in grado di interfacciarsi con la già citata parte ‘intelligente’ del sistema, ovvero quella che sorveglia le zone di emissione luminosa.
COME SI UTILIZZA


Innanzitutto l’affidabilità della misura dipende dal posizionamento dell’apparecchio rispetto alla vettura. E’ fondamentale che eLight sia perpendicolare rispetto all’asse di spinta della vettura, e per questo scopo è previsto un puntatore LED verde ad altissima visibilità di classe 2, ovvero del tipo che non dà problemi alla vista. Quando l’apparecchiatura è centrata, essa può essere traslata a destra e sinistra sia sulle sue ruote sia, per maggiore precisione, su guide, per intercettare i due fasci luminosi. Il posizionamento dell’apparecchiatura di fronte alla vettura deve anche essere ‘in bolla’ e per questo eLight è dotato di una ‘bolla elettronica’ integrata di facilissimo utilizzo. La misura può essere fatta manualmente ma è di gran lunga più pratico utilizzare la diagnostica integrata che, collegata alla presa sulla vettura, è in grado di riconoscere il faro e la sua logica di funzionamento e procedere in automatico alla sua attivazione selettiva, consentendo al tecnico di effettuare la regolazione in tempi estremamente brevi, fino alla metà del tempo impiegato con un’apparecchiatura tradizionale. In pratica si connette la presa di diagnostica veicolo all’interfaccia TEXA Navigator TXTs e questa, via Bluetooth si collega alla diagnostica integrata nell’eLight per avviare la misura. In questo caso non serve neppure accendere i fari poiché l’operazione è già inserita nella routine di controllo, né tantomeno muoverli, poiché anche questo è programmato. Da questo momento in avanti il display indica le operazioni da eseguire e visualizza lo stato della misura, evidenziando le difformità e indicando come correggerle. “Per ogni tecnologia di fari ‘intelligenti’ esiste un algoritmo che abbiamo sviluppato al nostro interno ed è specifico per un determinato componente. Nel caso mancasse occorre intervenire consultando il manuale d’officina della vettura che, come comprensibile, allunga sensibilmente i tempi di intervento e aumenta le possibilità di errore”.
A CHI SERVE TEXA eLIGHT
Attualmente a livello di revisione è previsto il solo controllo delle luci abbaglianti e anabbaglianti, ma in futuro anche la parte ‘intelligente’ rientrerà nei controlli da effettuare in sede di revisione. Per l’officina meccanica, l’elettrauto o la carrozzeria che invece intervengono a vari livelli su questi componenti, dalla semplice sostituzione al montaggio su una struttura di supporto danneggiata e riparata, eLight è indispensabile. L’apparecchiatura è ovviamente in grado di registrare su un data base tutte le calibrazioni effettuate, associandole alla vettura e al cliente, ed è in grado di emettere un file stampabile, anche da consegnare al cliente a testimonianza dell’effettiva esecuzione del lavoro.
Texa eLight è disponibile in due versioni: la ONE e la ONE-D. La prima è stata progettata per interfacciarsi con gli strumenti di diagnosi TEXA AXONE Nemo, AXONE 5 oppure un PC, anche quest’ultimo equipaggiato con il software di diagnosi IDC5, che hanno anche funzione di display, e un’interfaccia Navigator, in modo da offrire un prodotto più economico nell’acquisto che consente l’operatività nelle officine già attrezzate con prodotti TEXA. La versione ONE-D, un po’ più costosa, ha in più un display touch da 7” che ne consente l’utilizzo ‘stand-alone’, appoggiandosi all’autodiagnostica interna. In questa configurazione l’apparecchio può lavorare senza il supporto delle apparecchiature di diagnosi TEXA, rendendolo utilizzabile anche dalle officine che ne sono sprovviste. Il display rotante, poi, consente di utilizzare eLight sia in modalità revisione, in cui si effettua un semplice controllo, sia in modalità regolazione, col display rivolto verso l’operatore che interviene sulle regolazioni e può vedere direttamente e in modo intuitivo se sta agendo nel modo corretto. “Ultimi dettagli importanti, eLight consente di dialogare con tutte le centraline connesse ai proiettori, individuandone gli errori, leggendo i parametri ed effettuando direttamente le regolazioni, è nativo Wi-Fi ed è dunque in grado di aggiornarsi automaticamente collegandosi alla rete. Inoltre l’interfaccia utente è stata resa estremamente facile e intuitiva da utilizzare, unificando le icone e rendendole indipendenti dalle denominazioni utilizzate dalle Case per identificare il proprio sistema di ‘Intelligent Lighting’…”.