Tesla, tra gioie e dolori

Di solito Tesla fa rima con innovazione, successo, espansione. Apripista e leader dell’elettrificazione, la maggior parte delle volte è citata in occasione di scoperte tecnologiche o nuovi record di vendite. Essere al centro dell’attenzione mediatica di tutto il mondo, rischia di avere però anche i suoi lati negativi e il colosso di Elon Musk non può e non deve permettersi di attirare su di sé la critica negativa.

Il giallo sulle batterie

Pochi giorni fa, l’azienda di Palo Alto aveva aperto le porte della sua Gigafactory in Nevada al programma TV “Super Factories” di Science Channel, mostrando per la prima volta in assoluto l’interno di uno dei suoi stabilimenti più importanti. Questo impianto, infatti, grazie alla collaborazione con Panasonic, ospita la produzione delle celle agli ioni di litio che vengono utilizzate per creare i pacchi batteria equipaggiati sui modelli Tesla. Durante lo show, però, è stato detto che il sito produce 13 milioni di celle di batterie al giorno. A pochi giorni di distanza, arriva la smentita di Panasonic che comunica che i dati trasmessi nel programma televisivo non siano accurati, senza dare altre informazioni per non avvantaggiare i competitors.

Sebbene, durante la presentazione delle strategie future della Gigafactory, la Casa di Palo Alto avesse affermato che l’obiettivo sulla produzione era di 150 GWh di pacchi batteria all’anno, gli ultimi dati riportati, però, riportano un valore attuale si attesta 54 GWh di celle batteria all’anno, circa il 30% dell’obiettivo. Facendo qualche calcolo approssimativo, il numero di celle di batterie si ferma a 8 milioni al giorno. Un dato differente che infittisce ancora di più il mistero in Nevada.

130 positivi al Covid-19

Al problema della capacità produttiva della Gigafactory in Nevada, si aggiunge un comunicato ufficiale comparso sul sito web dell’azienda che comunica la positività di 130 dipendenti al Coronavirus. L’azienda di Palo Alto ha voluto subito tranquillizzare tutti comunicando che al 99,99% i contagi sono avvenuti al di fuori del posto di lavoro viste le misure di sicurezza adottate da Tesla nei confronti di questo virus. Ciò nonostante sembrerebbe già che alcuni dipendenti dello stabilimento di Fremont si siano rifiutati di tornare a lavoro per paura di contrarre la malattia.