Talbot-Sunbeam-Lotus. Regina dei rally

Sunbeam Lotus

La Sunbeam aveva tutte le credenziali per essere un ulteriore insignificante modello inglese a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80, così come la Hillman Avenger che andava a sostituire. Era un periodo in cui i Costruttori d’Oltremanica si trovavano in grande difficoltà, tanto economica quanto progettuale, e sfornavano a ripetizione vetture poco entusiasmanti. L’idea di rivolgersi alla Lotus per realizzarne una versione sportiva regalò però a questa utilitaria un posto nella storia, se non altro per avere portato la Talbot a vincere il Mondiale Costruttori rally 1981, cinque anni prima della definitiva scomparsa del Marchio.

Sunbeam Lotus

La Sunbeam nacque nel 1977 come Chrysler, Casa che aveva assorbito dieci anni prima, con contributi statali, la Hillman e svariati altri piccoli Costruttori inglesi.

Proprio durante la gestazione della Lotus, Chrysler Europa fu acquisita dal Gruppo Peugeot, che resuscitò, per questa vettura, e per le Simca, lo storico Marchio Talbot. Da parte sua la Lotus aderì con entusiasmo alla proposta di collaborare con motore e sospensioni per realizzare una Sunbeam che doveva promuovere il Marchio nelle competizioni.

Senza alcun dubbio il propulsore, siglato 912, rappresentava il punto di forza della vettura: si trattava del moderno 4 cilindri in linea 16 valvole in alluminio già utilizzato sulle Lotus Esprit, Eclat ed Elise, portato da 2000 a 2172 cc allungando la corsa: alimentato da due carburatori doppio corpo Dell’Orto e con cambio ZF, sviluppava 150 CV nella versione di serie (poi saliti a 155 CV dal 1981), ma lo si poteva portare senza problemi a 200 CV e, nelle elaborazioni più estreme delle vetture ufficiali, a sfiorare i 250 CV.  Il peso della vettura, nella versione di serie, era di 960 Kg.Sunbeam Lotus
Il telaio veniva costruito sulla linea di produzione della ex Hillman a Linwood e poi spedito nell’officina  Lotus di Ludham per montare i motori con doppio albero a camme (costruiti a Hethel), il cambio ZF a cinque marce e le sospensioni.

La vettura si dimostrò, invero abbastanza inaspettatamente, subito molto veloce e in grado di giocarsela con le Escort RS, Fiat 131 Abarth, Lancia Stratos e Renault R5 Turbo al punto che già nella prima stagione completa di gare, il 1980, colse uno straordinario successo in casa, vincendo con l’indimenticato Henri Toivonen il RAC Rally.

Sunbeam Lotus

Nel 1981 fu il pilota francese Guy Frèquelin che conquistò una vittoria, in Argentina, e con altri tre secondi posti riuscì a contendere alla Ford Escort di Ari Vatanen il titolo piloti fino all’epilogo. Grazie ai due secondi posti di Toivonen e una serie di piazzamenti, la Talbot si aggiudicò comunque il titolo Marche, davanti a Datsun, Ford, Opel, Audi e Fiat.

Nel 1982 la Talbot non partecipò al mondiale, e comunque le sue chance di vittoria erano comunque fortemente compromesse dall’arrivo di due formidabili sfidanti, la Audi Quattro e la Lancia 037.

I successi nelle competizioni furono cavalcati dal Gruppo Peugeot, ma giovarono poco alla vettura stradale: dei 4500 esemplari preventivati, ne furono prodotti solo 2308, di cui circa la metà con guida a sinistra: il prezzo troppo elevato (costava più di una BMW 320 e quasi come una Alfetta GTV) e lo scarso appeal del marchio Talbot furono decisivi per le sue sorti. Non solo nella versione Lotus, ma anche in quella standard la Sunbeam terminò la sua carriera a fine 1981, con la chiusura dello storico stabilimento di Linwood. La sua sostituta, la Samba, non avrà alcun seguito sportivo.

Sunbeam Lotus