Il nome di Suzuki è da sempre profondamente legato al mondo delle competizioni.
Chiara dimostrazione di questo sono le ben 14 edizioni della Suzuki Rally Cup messe in campo dalla filiale italiana del costruttore giapponese.
Si tratta del trofeo monomarca inserito nel Campionato Italiano Rally, dedicato alla piccola Suzuki Swift Sport che con l’ultimo aggiornamento è cambiata profondamente puntando su un inedito powertrain elettrificato.
La piccola tutto pepe della casa di Hamamatsu rappresenta una sorta di “unicum” all’interno dell’attuale panorama automobilistico.
Tra le compatta sportive, infatti, è l’unica ad aver puntato su una soluzione elettrificata che alle performance tipiche di questa categoria di vetture abbina interessanti sgravi fiscali, oltre a consumi ed emissioni contenute.
Allo stesso modo, la variante da rally è stata la primissima a portare nel mondo delle corse su strada un powertrain ibrido che proprio quest’anno ha permesso alla piccola Suzuki Swift Sport Hybrid di primeggiare nella classifica italiana riservata alle vetture di Classe R1.
Dalla Suzuki Swift Sport Hybrid alla R1: piccole differenze
Sono molti, dunque, i punti di contatto tra la Suzuki Swift Sport Hybrid omologata per la circolazione su strada e quella da competizione, a cominciare dall’estetica.
Il modello da corsa, infatti, ricalca in maniera assolutamente fedele lo stile di quella stradale.
Il frontale è dominato da una grande calandra con al centro il logo Suzuki, affiancata da due grandi prese d’aria, mentre nella parte bassa del paraurti spicca la presenza di un piccolo profilo aerodinamico che insieme allo spoiler posteriore aiuta la vettura a rimanere sempre stabile, anche alle alte velocità.
Sempre nel posteriore, poi, spicca la presenza di un doppio terminale di scarico, mentre nella vista laterale i protagonisti sono i cerchi in lega da 17 pollici dal disegno specifico.
Le differenze principali tra la variante da competizione e quella stradale si concentrano negli interni.
Per motivi regolamentari, quella da corsa è infatti dotata di un ricco equipaggiamento di sicurezza costituito da un roll-bar saldato, sedili a guscio, cinture a quattro punti, volante a calice e cruscotto floccato per evitare riverberi di luce sul parabrezza.
Ma nonostante questo, anche in un abitacolo così racing è possibile scorgere diversi rimandi alla serie. Il sistema di infotainment, così come il quadro strumenti restano quelli della stradale e resta presente anche il climatizzatore.
Elemento quest’ultimo che fa di certo la gioia degli equipaggi nelle gare più calde.
Assetto più cattivo
Piccole differenze interessano anche la ciclistica della Suzuki Swift Sport Hybrid stradale e della R1.
Rispetto a quella da strada, quella da rally fa affidamento su un assetto specifico, più basso e rigido, per rendere la vettura più precisa e stabile anche alle alte velocità.
L’impianto frenante, poi, è abbinato ad un limitatore di frenata per i due dischi posteriori e ad un freno a mano di tipo idraulico.
Solo sulla R1 trova poi posto un differenziale autobloccante meccanico. Ma sempre seguendo la logica di contenimento dei costi che da sempre caratterizza l’approccio di Suzuki al mondo delle competizioni, questo non è a lamelle, bensì epicicloidale, che quindi non ha bisogno di manutenzione e ha un costo particolarmente contenuto, addirittura sotto i 1.000 euro.
Specifici, infine, sono gli pneumatici, forniti da Toyo.
Aiutino elettrico
Ma veniamo al cuore della nuova Suzuki Swift Sport Hybrid. Sotto il cofano della rinnovata piccola sportiva giapponese scalpita il ben noto propulsore quattro cilindri sovralimentato tramite un turbocompressore con una cilindrata di 1,4 litri capace di sviluppare una potenza massima di 129 CV che ora, per la prima volta, viene abbinato ad un sistema ibrido.
Questo è costituito da una batteria a 48 Volt posizionata sotto il sedile del conducente, che cede energia ad un piccolo motore elettrico con funzione di motogeneratore e starter, capace di donare alla piccola Swift un surplus di potenza pari a 13,6 CV per una coppia totale di 235 Nm.
L’unità è poi abbinata di serie ad un cambio manuale a sei rapporti. Sul fronte propulsore, unico elemento di differenza tra il motore di serie e quello da gara è rappresentato dalla centralina.
Anche sulla R1 questa resta di serie, ma i tecnici della Emmetre Racing hanno messo a punto una mappatura specifica per sfruttare al massimo il potenziale prestazionale del motore e nello specifico del sistema ibrido, aumentando così la potenza fino a 170 CV.
Anima trasversale
Rispetto alla serie precedente, la presenza del sistema ibrido non ha cambiato il carattere della Suzuki Swift Sport Hybrid, anzi, ne ha enfatizzato la vocazione sportiva.
Il lavoro del sistema a 48 Volt, infatti, si concentra nella parte bassa del contagiri, andando a colmare il vuoto tipico dei propulsori sovralimentati. In questo modo, la spinta del quattro cilindri risulta sempre molto corposa e lineare alla quale contribuisce anche l’ottimo cambio manuale a sei rapporti: la spaziatura tra una marcia e l’altra non è troppo lunga a tutto vantaggio dell’accelerazione e gli inserimenti sono sempre molto precisi.
Spiace che in un quadro tanto ben realizzato manchi la voce dello scarico, decisamente troppo “educata” per un modello con tali velleità sportive.
Detto questo, convince anche la taratura dell’assetto, che non risulta mai eccessivamente rigido, pur assicurando un buon bilanciamento della vettura anche nei trasferimenti di carico più repentini.
Insomma, la piccola Swift Sport Hybrid è una piccola sportiva tutta tutta da guidare, ma con un’anima sostanzialmente trasversale.
Dietro i tanti CV a disposizione e l’estetica racing si nasconde un’auto capace di muoversi con disinvoltura anche nel traffico cittadino e nelle gite fuoriporta, contesti in cui a sorprendere sono i consumi.
Nonostante la vocazione sportiva del modello, infatti, la Sport Hybrid è in grado di assicurare medie da utilitaria: nel corso della nostra prova la media si è attestata intorno ai 17 km/l.
Suzuki Swift Sport Hybrid: tutto in uno
Insomma, la scritta Sport sul portellone posteriore della nuova Swift apre ad un vero e proprio mondo fatto di passione e voglia di correre, in cui le più recenti soluzioni sul fronte dell’elettrificazione si sommano al trasbordo tecnologico che dalle corse, arriva fino alla strada e viceversa, passando per la proverbiale affidabilità che da sempre contraddistingue il marchio Suzuki.
Il tutto, per dare vita ad una piccola sportiva con carattere da vendere: precisa e veloce quando si ha voglia di correre, comoda e ben poco assetata di benzina quando ci si muove con più calma. Insomma, che sia quindi possibile avere “la botte piena e la moglie ubriaca”?