La quarta generazione della Suzuki Jimny, fuoristrada compatto nato nel 1970, conserva le doti off-road del modello, coniugandole con un’estetica riuscita e moderna. Restano confermate le caratteristiche vincenti: il peso contenuto, l’agilità e la robusta trazione integrale, ideale per muoversi negli spazi stretti e sui fondi accidentati.
L’ultimo premio attribuito alla quarta generazione della Suzuki Jimny – presentata nel 2018, 20 anni esatti dopo il lancio della terza – è il World Urban Car 2019, categoria dei World Car Awards organizzati al New York International Auto Show, preceduto dal Good Design Gold Award, ambito riconoscimento che, in Giappone, premia i prodotti per il loro design e per la capacità di influire positivamente sulla società . Fin dalla sua prima apparizione, nell’ormai lontano 1970, il piccolo fuoristrada nipponico si è distinto per le sue eccezionali doti fuoristradistiche. L’ultima versione sfoggia una carrozzeria squadrata che permette al pilota di avere un’esatta percezione dell’auto e dei suoi ingombri nello spazio circostante (merito anche delle ampie superfici vetrate), aumentando in questo modo la manovrabilità in off-road ma semplificando anche i parcheggi in città .
Rispetto della tradizione
Le nuove linee sono moderne ma rispettano la tradizione del modello: tagli netti delle lamiere, parabrezza verticale e mascherina con cinque feritoie e fari tondi – oggi a led – sono un’eredità del passato. Con una lunghezza di soli 3.645 mm, un’elevata altezza da terra (21 cm) e sbalzi ridotti, la Jimny vanta notevoli angoli di attacco (37°), di uscita (49°) e di dosso (28°) ed è imbattibile nell’off-road come negli spazi stretti, complice anche un raggio di sterzata molto contenuto (4,9 metri). L’abitacolo è essenziale anche se ben curato nei dettagli; l’abitabilità è buona per chi siede davanti ma i due posti dietro sono poco adatti alle persone alte, anche se lo spazio in verticale non manca; abbattendo lo schienale posteriore frazionato si può aumentare il volume del bagagliaio da 85 a 830 litri; il retro dei sedili posteriori e il vano di carico sono rivestiti in plastica, resistente e facile da pulire (magari dopo aver utilizzato l’auto a caccia). Gli strumenti, racchiusi in cornici squadrate, sono affiancati da un touch screen da 7 pollici che fa da interfaccia a un sistema d’infotainment che integra sistema audio, Bluetooth e navigatore e assicura connettività con gli smartphone, grazie a Apple CarPlay, Android auto e alla presa Usb.
Forte su ogni terreno
Il solido telaio a traliccio della Jimny vanta una maggiore rigidezza torsionale e garantisce una guida più confortevole, oltre a offrire un’elevata stabilità su ogni terreno, grazie anche alle sospensioni ad assale rigido, in grado di affrontare i passaggi più impegnativi. Da questi ultimi si esce agevolmente grazie alla trazione integrale inseribile 4Wd Allgrip Pro che consente di passare rapidamente dalle due alle quattro ruote motrici (modalità 2H e 4H) oppure di muoversi in 4×4 con le marce ridotte (4L), con cui si superano pendenze elevate e fondi a bassa aderenza. E per gestire al meglio la motricità , Jimny adotta anche il controllo della trazione Lsd che frena automaticamente le ruote che stanno slittando per redistribuire la coppia alle altre.
Motore compatto e leggero
A equipaggiare la quarta generazione di Jimny c’è il nuovo motore 1.5 a benzina da 103 cv, montato longitudinalmente per ottimizzare la distribuzione dei pesi e ridurre il diametro di sterzata. Questa unità è più leggera del 15% e più compatta del quattro cilindri di 1,3 litri della generazione precedente, rispetto alla quale offre anche una maggior coppia, specie ai bassi regimi. La sua curva di erogazione si adatta tanto ai rapporti del cambio manuale a cinque marce quanto a quelli dell’automatico a quattro marce. A proposito del cambio, il manuale della vettura che abbiamo provato ha dimostrato di non apprezzare particolarmente la guida veloce: le cambiate vanno fatte con calma pena il rischio d’impuntamenti. Anche lo sterzo non ama la guida sportiva: essendo molto demoltiplicato, è perfetto in fuoristrada, ma su asfalto è poco preciso e invita ad adottare andature tranquille, visto che in curva il rollio si fa più pronunciato.
Le generazioni della Suzuki Jimny
Pioniere di tutti i fuoristrada ultracompatti, la piccola Suzuki ha attraversato le epoche restando fedele alla sua filosofia. Il primo modello chiamato LJ10, prodotto dal 1970, segnò una rivoluzione nel panorama automobilistico mondiale. Tra le sue caratteristiche distintive c’erano anche un telaio a traliccio, le marce ridotte e gli assali rigidi. La seconda generazione, introdotta nel 1981 e pensata per soddisfare le esigenze del mercato globale, può essere invece considerata a pieno titolo la capostipite dei moderni Suv: fu infatti la prima fuoristrada ad affermarsi come un fenomeno di tendenza, apprezzato sia dal pubblico maschile sia da quello femminile. Questo successo è stato poi replicato dalla terza generazione, lanciata nel 1998, la cui evoluzione ha garantito un maggior comfort e un miglior rendimento stradale, senza limitare le performance off road. La quarta generazione – l’attuale – è stata presentata nel 2018.
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Scheda tecnica
Motore: 4 cilindri in linea, 1462 cc, Euro 6
Potenza: 102 CV a 6mila giri
Coppia: 130 Nm a 4mila giri
Trazione: anteriore, posteriore inseribile
Cambio: meccanico a 5 rapporti (in alternativa automatico a 4 rapporti)
Bagagliaio: da 113 litri a 830 litri
Posti: 4
Serbatoio: 40 litri
Peso: 1090 kg in ordine di marcia
Velocità max: 145 km/h
Prezzo: 22.900 euro (24.400 con cambio automatico)
TESTO di Gianluigi Guiotto