Riciclo della plastica: Audi ci crede

Tra le attività a favore della sostenibilità complessiva del processo produttivo, Audi implementa molteplici progetti pilota di riciclo e riutilizzo delle materie prime e dei componenti.

Già in fase progettuale queste parti vengono valutate in termini di convenienza nell’investire nella loro ‘seconda vita’.

Ciò che non risulta sostenibile viene accantonato sin dalla fase sperimentale.

Differenti metodi di riciclo per diversi tipi di plastica

Ogni tipologia di materia plastica deve essere differenziata e riciclata in modi differenti: meccanica, chimica e, in fase sperimentale, fisica.

Attualmente, per la produzione di una vettura viene fatto ricorso in media a oltre 200 kg di materie plastiche e compositi.

A fine vita del veicolo, queste parti vengono in massima parte frantumati meccanicamente e separati dagli altri materiali per poi essere trasformati in granuli riutilizzabili.

Standard qualitativi costanti

Quando, come nel caso di Audi, gli standard qualitativi sono stringenti, questi devono essere estesi anche ai componenti riciclati.

Gli standard qualitativi che i componenti plastici Audi devono rispettare sono particolarmente elevati e devono ovviamente essere estesi anche ai prodotti provenienti dal riciclo.

Controllo di qualità in laboratorio: test d’impatto con un penetratore che cade sul campione a circa 14 m/s.

Citiamo l’assorbimento degli urti, la resistenza al calore e agli agenti atmosferici e l’inattaccabilità da solventi, lubrificanti e fluidi idraulici.

Sono altresì fondamentali la stabilità dimensionale, la durata nel tempo e la conservazione del feeling tattile e del layout estetico originali per l’intero ciclo di vita del veicolo.

Un dettaglio di due campioni di plastica danneggiati dopo un test d’impatto.

Il riciclo meccanico

I limiti del citato riciclo meccanico delle materie plastiche emergono in presenza di elementi ‘inquinati’ come le cariche di rinforzo (fibra di vetro), adesivi e rivestimenti.

Oltre a questo, nel ciclo vita si ha un decadimento delle caratteristiche meccaniche che riduce l’impiego del riciclato nell’automotive, specie per componenti delegati alla sicurezza.

Il riciclo chimico

Audi ha stretto una partnership col Karlsruhe Institute of Technology (KIT), per sviluppare un processo di riciclo chimico.

Componenti giunti a fine vita come serbatoi del carburante, copricerchi e griglie radiatore vengono trasformati in olio di pirolisi.

L’olio di pirolisi può sostituire il petrolio quale materia prima nella produzione di componenti plastici, con costi aggiuntivi comparabili a quanto richiesto dal mero smaltimento meccanico, anche perché quanto prodotto con il bio-greggio può essere ulteriormente recuperato e riciclato.

Riciclo fisico

La Casa dei quattro anelli, in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer per l’Ingegneria Industriale e l’Imballaggio, ha sviluppato un progetto pilota per trattare le plastiche fortemente contaminate.

Progetto pilota Audi col Fraunhofer IVV. Nel riciclaggio fisico, i singoli tipi di plastica (in foto le pesanti frazioni di frantumazione) vengono estratti utilizzando solventi speciali.

Diversamente dal riciclo chimico, la plastica non viene trasformata in un diverso sottoprodotto, bensì sciolta con dei solventi, ovvero col mantenimento delle catene polimeriche intatte.

“Vengono utilizzate come solventi solamente sostanze non nocive”, spiega il Dr. Martin Schlummer dell’Istituto Fraunhofer. “I solidi in grado di interferire con il risultato finale del riciclo fisico vengono separati”.

Nella fase di essicazione il solvente che evapora viene recuperato e reimmesso nuovamente nel ciclo, mentre il residuo solido, ridotto in granuli con un elevato grado di purezza e qualità pari al materiale primario, può essere inviato al riutilizzo.

Il trasferimento del riciclato prodotto attraverso il riciclaggio fisico.

Audi mira a incrementare la quantità di granulato così ottenuto e a ridurre i costi di produzione per utilizzarlo della produzione in componenti secondari di piccole dimensioni ma elevate caratteristiche meccaniche.

Sempre più materiali secondari

In futuro, Audi intende incrementare la percentuale di materiali riciclati sui propri veicoli.

Oggi, un esemplare di Audi Q4 e-tron può contare su 27 componenti realizzati con prodotti secondari, tra i quali il rivestimento delle cerniere delle portiere, le cornici e i gusci dei passaruota nonché gli spoiler aerodinamici in corrispondenza delle ruote.

Il rivestimento del pianale e del vano bagagli, oltre a gran parte delle superfici isolanti sono già prodotti con plastica riciclata.

La microfibra Dinamica utilizzata per i rivestimenti degli interni S line è in ampia parte (45%) realizzata mediante poliestere riciclato ricavato dalle bottiglie in PET.

Per un sedile di Audi Q4 e-tron vengono riciclate 26 bottiglie di plastica da 1,5 litri.